La storia della Grotta di Cocceio nasce tra le pieghe del monte Grillo, in uno spazio di terra che unisce Cuma alla sponda ovest del lago d’Averno. Quest’opera di straordinaria importanza architettonica assume il nome dal celebre architetto romano che le diede vita, Lucio Cocceio Acuto.
Le origini della grotta
Erano gli anni 38-36 a.C., quando i primi colpi di scalpello scolpivano la pietra di tufo del monte. L’intento era ambizioso: creare una via di collegamento tra il centro dell’antica Cuma e i bacini flegrei, inaugurando una nuova era di connettività nell’Impero Romano. L’opera fu originariamente concepita con scopi militari, ma mutò ben presto volto, trasformandosi in un corso vitale per il tessuto civile dell’area. Tutt’oggi, infatti, i resti di un diverticolo che si snoda verso all’ingresso della città, e che conduceva con ogni probabilità all’Anfiteatro, testimoniano questa metamorfosi.
Le dimensioni dell’opera romana
L”imponenza della Grotta di Cocceio lascia a bocca aperta i visitatori di tutto il mondo. Con i suoi quasi 1 km di lunghezza e una larghezza media di 5-6 metri, questo tunnel è l’espressione autentica della grandezza dell’ingegneria romana. Il tunnel ha un punto di altezza massima di 12 metri e probabilmente in origine doveva essere illuminato e ventilato da 9 pozzi di luce che si aprono al centro della volta.
La Grotta di Cocceio dai Borboni al secondo dopoguerra
Nel corso dei secoli, la Grotta di Cocceio ha vissuto epoche di prosperità e tragedia, subendo parallelamente un graduale interramento. Un cambiamento avvenne durante la metà del XIX secolo. Nel 1844, sotto i Borboni, gli abitanti della città la riportarono alla luce per utilizzarla come strada percorribile, riunendo in un rettilineo la città al lago. Tuttavia, la grotta subì una nuova variazione di utilizzo nel contesto della seconda guerra mondiale, quando le truppe tedesche, in ritirata, la trasformarono in un deposito di munizioni. L’esplosione che ne seguì nel 1943 lasciò danni di enorme portata sulle pareti della galleria.
La Grotta di Cocceio oggi: santuario di vita nascosta
Nel dopoguerra la Grotta fu semplicemente dimenticata dagli abitanti di Cuma, restando abbandonata a se stessa fino a pochissimi anni fa. Nel 2018 la sua riapertura, ha restituito alla città un prezioso tesoro storico e architettonico risalente all’epoca romana.
Ma c’è di più.
La Grotta di Cocceio è molto più di un monumento storico: oggi è anche un’area protetta per la salvaguardia di una colonia di pipistrelli. Cinque specie, alcune delle quali in pericolo di estinzione, hanno trovato rifugio tra le sue mura. Attualmente, si sta conducendo un monitoraggio attento di queste creature, mentre si lavora per garantire una fruizione sostenibile della grotta, che rispetti sia il suo valore archeologico che la preziosa vita che ospita.
Oggi, la Grotta di Cocceio (biglietti qui) si erige come un monumento alla grandezza dell’antica Roma, integro testimone di millenni di storia e rifugio per la vita selvatica. Pur mutando nei secoli, ha resistito intatto al fluire del tempo, pronto ad accogliere gli occhi meravigliati di residenti e turisti che oggi scelgono di visitarla.
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