Nato a Canale di Serino, area nota per l’omonimo acquedotto in provincia di Avellino, Francesco Solimena è stato uno dei più importanti pittori italiani del XVIII secolo. Considerato uno dei massimi esponenti del barocco e del rococò, Solimena ha lasciato un’impronta indelebile sulla storia dell’arte.
Francesco Solimena, la teatralità dell’arte
Le sue opere sono caratterizzate da una spiccata teatralità delle figure, spesso monumentali, e dalle scene riccamente decorate. Solimena era maestro della composizione e della resa dei colori. I suoi lavori sono spesso caratterizzati da un forte pathos, ma anche ricchi di sentimento religioso. Nel corso della sua carriera, Solimena ha spaziato molto, alternando soggetti religiosi e mitologici, eventi storici e allegorie.
Solimena iniziò ad apprendere i fondamenti della pittura dal padre, Angelo Solimena, studiando a Napoli, dove entrò in contatto con artisti quali il pittore napoletano Francesco De Mura e Luca Giordano.
Finito il suo percorso di studi, iniziò a lavorare come pittore indipendente, acquisendo grande fama attraverso incarichi di grande prestigio.
Palazzo Solimena nel centro storico di Napoli
Nel 1710 il pittore acquistò un edificio, oggi noto proprio come Palazzo Solimena, che sorge sulla collinetta di San Potito, con affaccio su Via Pessina, a pochi passi dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli. La costruzione dell’immobile risale al XVII secolo, ma la forma attuale è dovuta proprio a Francesco Solimena, che lo ristrutturò seguendo un proprio progetto.
L’interno del palazzo è impostato attorno al cortile, che è coperto da volte a vela. Sullo sfondo si trovano le scuderie, mentre sulla destra si apre una scala che conduce ai piani superiori. All’interno del palazzo c’è anche una scala a pianta ottagonale, simile a quelle di Palazzo di Majo e Palazzo Palmarice, entrambe opere di Ferdinando Sanfelice. Il piano nobile, invece, conserva degli affreschi che sono riconducibili al XIX secolo.
Nel corso dei secoli, Palazzo Solimena ha subito diversi danni, tra cui quelli causati dalla Repubblica Napoletana del 1799. Nel XIX secolo l’edificio fu rimaneggiato, ma l’intervento non ha alterato la sua struttura originale.
L’attività di Francesco Solimena in Italia e in Europa
Attivo in tutta Italia, è soprattutto a Napoli che Solimena lascerà le opere maggiori, dove annovera le più importanti chiese e palazzi della città. Tra le opere di maggiore impatto, senza dubbio, la controfacciata della Chiesa del Gesù Nuovo a Napoli, la Cacciata di Eliodoro dal Tempo. Eseguito nel 1725, questo affresco raffigura la scena biblica dell’episodio in cui il sacerdote Onia prega Dio di fermare il tentativo di Eliodoro, ministro di Seleuco, di rubare il tesoro del tempio di Salomone. L’affresco è di grandi dimensioni, 9 metri per 12. Realizzato con una tecnica particolarmente raffinata e una vivace gamma cromatica che conferisce all’opera una drammaticità solenne, di cui esiste una copia pittorica custodita al Louvre.
Nel corso della sua carriera Solimena ha anche lavorato all’estero, realizzando opere per importanti committenti europei, tra cui il re di Spagna Carlo III.
Molti artisti del XVIII secolo, tra cui Giambattista Tiepolo e Giovanni Battista Piranesi, hanno studiato le sue opere e ne hanno tratto ispirazione. Oggi le opere di Solimena sono custodite nei più importanti musei del mondo, dalla Galleria degli Uffizi a Firenze e al Museo del Prado a Madrid. Morì a Barra, vicino Napoli, il 5 aprile del 1747. La sua morte ha segnato la fine di un’era artistica, e la sua arte ha avuto un’influenza profonda sui pittori successivi.
Bibliografia
Elogio di Francesco Solimena, monografia
Francesco Solimena : pittore e poeta irpino, Piero Capobianco
Leave a Reply