Napoli è ricca di chiese sconsacrate, di luoghi di culto che oggi sono destinati ad altro o riversano in stato di abbandono. Molti sono i motivi che portano una chiesa a perdere la propria dedicazione: se presentano uno stato di conservazione compromesso, se non sono agibili, se non sono possibili dei restauri, oppure se destinati ad usi profani come la costruzione di musei, biblioteche, teatri.

La profanazione avviene quando si verificano atti che compromettono la sacralità del luogo come casi di violenza e omicidio. Esistono anche riti penitenziari per riparare questi accaduti, la cui decisione spetta al Vescovo diocesano.

Napoli, chiese sconsacrate: Santa Maria della Stella alle Paparelle

Nel centro antico di Napoli sorge la chiesa di Santa Maria della Stella alle Paparelle, in via De Blasiis. Un tempio gentilizio rinascimentale ricostruito nel 1519 da Giovanni Francesco Mormando, architetto calabrese ma attivo a Napoli, dedicato alla Madonna Maris Stella. La chiesetta era già presente da molti anni, ma Mormando la rinnovò occupandosi di ogni spesa. Il nome “Paparelle” deriva dal cognome della fondatrice di un collegio per ragazze, sorso esattamente lì in quel periodo.

Chiesa di Santa Maria della Stella alle Paparelle – Immagine di Derive suburbane

Piccolo tempio rettangolare, all’interno si trova una navata unica con volta a botte a abside lunettata. Ai lati ci sono tre cappelle molto piccole. La facciata è in piperno con un frontone liscio che porta al centro un’apertura circolare. Lo spazio è scandito in tre parti grazie alle lesene, riportando anche due edicole absidate cieche che incorniciano l’ingresso in due lati. La porta d’ingresso è architravato e sormontato da una lunetta che portava, un tempo, la Madonna col bambino. Ora risulta chiuso nonostante non riversi in uno stato di degrado.

Napoli, chiese sconsacrate: le Crocelle ai Mannesi

Edificata nel 1638 dai crociferi (ordine ospedaliero) la costruzione della chiesa è stata possibile grazie alle donazioni da parte di alcune famiglie nobili, che al tempo era conosciuta come chiesa di Santa Maria di Porta Coeli. La sua ristrutturazione risale al 1882 ad opera dell’architetto Filippo Botta, dedicata al tempo a San Francesco d’Assisi.

L’edificio è a navata unica, rialzata rispetto al piano della strada, la pianta è rettangolare. All’interno sono presenti sia elementi neogotici come il portale d’accesso e le bifore, che elementi neoclassici come i frontoni triangolari sul portale e al vertice della facciata. Nel 1870 iniziarono i lavori di risanamento per allargare via Duomo, per questo la chiesa era stata in parte abbattuta e le opere più importante che ospitava sono state portare nella nuova sede dell’ordine, la chiesa del Divino amore. Una società immobiliare l’ha comprata nel 2001, per trasformarla in uno spazio museale.

Chiesa dei Santi Demetrio e Bonifacio

Luogo di culto antico sconsacrato, sorto al centro della città napoletana nel 1706, concessa da molti anni all’Università Federico II, prima alla facoltà di Architettura e successivamente allo statuto di Ateneo, alla Scuola Politecnica e delle scienze di Base. La struttura è opera di Giovan Battista Nauclerio per i padri Somaschi. La chiesa è formata da una pianta centrale a croce greca e conserva dipinti risalenti al 1748, questi sono posti sui tre altari.

Sitografia

Beniabbandonati.cultura.gov.it

Loquis.com

Campaniacrbc.it

Teatrotrianon.org

Aicstudy.it

Campaniacrbc.it

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