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Castello aragonese

Va bene questa cosa che ad Ischia si mangia, si beve e si fischia ma oggi vorremmo andare un po’ oltre e raccontarvi la storia dell’isolotto e del castello che esso ospita.
Questa piccola “isola nell’isola” pare essere il prodotto di un’eruzione sottomarina avvenuta tra i 280.000 e 340.000 anni fa.
Questo scoglio che si collega all’isola maggiore inizialmente lo faceva con un ponte di legno poi dal 1440 ad oggi, grazie al re Alfonso I d’Aragona, questo è diventato definitivamente in muratura.
La costruzione del castello è attribuita a Gerone, tiranno di Siracusa, che nel 474 a.C. avrebbe edificato una fortezza su questa roccia vulcanica. Sulle basi di questa antica fortezza nel 1438 sarebbe stato costruito per volere di Alfonso V d’Aragona, il castello che vediamo oggi.
Tirando le somme, il termine “Gironda” col quale si identifica il castello può derivare dal nome Giron-Gironis che lascia intendere la circumnavigabilità dell’isolotto o dal nome “Castrum gironis” che starebbe ad indicare la presenza sullo scoglio di una guarnigione.
Tornando a noi, sotto l’operato di Alfonso inizia l’epoca caratterizzata dalla frequentazione di artisti e letterati: il castello diventa centro di vita di corte, sede di feste e banchetti, oltre che un luogo di rifugio per la nobiltà in tempi di guerra e di assedio dell’isola.

Nel corso degli anni, le frequenti incursioni barbariche portano gli Ischitani a privilegiare sempre di più il castello come sede di residenza e riparo.Per molto tempo quindi la storia di Ischia è indissolubilmente legata al castello, capace di accogliere anche più di 5000 persone.
Nel 1509 si celebrano al castello le nozze tra Ferrante d’Avalos e Vittoria Colonna. Forse alcuni già lo sanno, ma lo diró per chi ancora non conosce questo aneddoto: i suoi sonetti amorosi che l’hanno resa famosa, la cara Vittoria li ha composti proprio ad Ischia, una volta rimasta vedova. Si dice che questi versi poi impressionarono tanto Michelangelo, che andò ad abitare nella torre del Guevara, quella di fronte al castello, conosciuta infatti anche come “torre di Michelangelo”.
Alla fine del 1700 comincia il periodo di “decadenza” del castello: gli abitanti cominciano ad abbandonare le loro case e a popolare gli altri casali dell’isola.
Il castello d’Ischia viene posto così in secondo piano, parteciperà alle vicende storiche che trascorrerà non più da protagonista ma da spettatore.
Da qui c’è qualche data importante da ricordare, che non posso tralasciare, quindi seguitemi piano piano.
Nel 1860 il reali siti d’Ischia furono nazionalizzati ma anche manomessi ed invasi. Il castello divenne “monumento nazionale”. Quattordici anni dopo, passa nelle mani della Direzione Generale delle Carceri che lo usò come comune carcere di prigionieri coatti. Agli Ischitani non piacque questa scelta tanto che nel 1890 riuscirono a far abolire la colonia degli ospiti poco graditi e il castello passò nelle mani del Demanio.
Dal 1903 è diventato proprietà privata.

A storia conclusa, posso dirvi che il castello aragonese è assolutamente da vedere, circondato da un’acqua verde smeraldo, con una vista mozzafiato ma vi dico: data la presenza di scale e salite, ne consiglio la visita a chi ha buone gambe e buon fiato. Chi ha difficoltà però puo’ tranquillamente usare gli ascensori messi per agevolare la salita.

Alla prossima!

Mariagiovanna Guillaro

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