Napoli è una città intricata.
Nel sottosuolo un groviglio di cunicoli, sopra un intreccio di vicoli e sopra di essi ancora le regine del cielo: le cupole.
Il ponte della Sanità osa sostare al livello delle magnifiche strutture che coronano le infinite chiese di Napoli. Fu costruito nel 1806, dai francesi, per collegare il centro della città alla Reggia di Capodimonte e superare il vallone della Sanità, di fatto cambiando per sempre la storia dei quartieri collinari della città. Di fronte fu infatti costruito il prolungamento, Corso Amedeo, che diventò la prima di area di espansione a nord della città.
Il ponte della Sanità: non fu facile da costruire!
La costruzione del ponte incontrò parecchie difficoltà, poichè la struttura, retta da sei arcate, poggia i propri sostegni in luoghi ben definiti del rione. In particolare la basilica di Santa Maria della Sanità vide uno dei suoi chiostri, quello rettangolare, raso al suolo, e l’altro, conosciuto da tutti per la sua forma ovale, snaturato dall’enorme pilone che ne distrugge tuttora la bellezza.
Furono anche assai profonde le conseguenze sociali che portò la costruzione di questo ponte: furono infatti scavalcate le salite della Sanità che portavano a Capodimonte e che, un tempo, rendevano il quartiere sempre vivo e frequentato spesso dalla corte dei vari Re di Napoli. Molti addebitano l’inizio del degrado del Rione Sanità proprio alla costruzione del ponte, che invece rese le salite sempre meno utilizzate, fino all‘abbandono moderno. E la Sanità, invece, rimase un semplice quartiere residenziale, per di più schiacciato in mezzo a un canyon.
Il ponte di Maddalena Cerasuolo
Oggi il Ponte della Sanità, che nulla di buono rappresentava per i cittadini dell’epoca, è dedicato a Maddalena Cerasuolo: il ponte è diventato simbolo di rivoluzione e libertà durante la II Guerra Mondiale. Durante le Quattro Giornate di Napoli, nel 1943, i tedeschi decisero di minare il ponte per distruggere il collegamento diretto tra la parte nord della città e la parte antica, ma fu proprio Maddalena a salvare la struttura, lanciandosi in una missione rischiosissima guidata dal padre e da altri partigiani.
Questo atto eroico è stato riconosciuto solo nel 2011 ed è per questa ragione che oggi le sue gesta vengono ricordate in una targa accanto all’ascensore della Sanità, che invece fu costruito circa 50 anni prima ed oggi
Il ponte dei suicidi
Ma le storie legate al ponte non finiscono qui: nel suo Ritratto veneziano, Gustave Herling cita De Sterlich il quale afferma che nel 1869 numerose erano le persone che sceglievano il ponte della Sanità per levarsi a vita. Divenne così necessaria la presenza di guardie che vegliassero giorno e notte. Grazie a questi controlli serrati i suicidi cessarono per un po’. Ma una notte, il ponte divenne di nuovo strumento di libertà, tant’è che un uomo, nascondendosi dalle guardie, tentò il folle gesto, ma venne acciuffato e portato in questura dove fu costretto a sottoscrivere l’obbligo di non volersi più suicidare.
È così che finirono questi tristi eventi legati al ponte, che oggi ci consente di ammirare la città da un punto di vista particolare. È possibile quasi toccare con mano la magnifica cupola maiolicata della basilica di Santa Maria della Sanità, come se attraverso gli alti parapetti, che oggi proteggono i passanti da spiacevoli episodi, si potesse accarezzare un animale raro, che altrimenti risulterebbe irraggiungibile dall’altezza umana.
-Roberta Montesano
Come si raggiunge:
Metropolitana Linea 1, fermata Cavour, percorrere Via S. Teresa degli Scalzi e prendere l’ascensore Sanità
Foto di Federico Quagliuolo
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