Cimitile sito nell’area a nord di Nola trae la sua origine da una vasta Necropoli. Il toponimo deriva, infatti, dal termine ‘Coementerium’ (cimitero), dato che almeno l’area centrale dell’attuale centro storico fu destinata, a partire dal II sec. d.C., appunto alla sepoltura dei defunti. Lo testimoniano chiaramente gli scavi effettuati nella zona delle Basiliche Paleocristiane costruite intorno alla tomba del prete San Felice in Pincis. È noto in questa zona un famoso miracolo legato al ritrovamento della manna nel Sacro Calice.
Nel Medioevo la stessa Nola era indicata col termine ‘Cementario’, tanto è vero che, in una carta geografica compilata nel 1154 da un geografo arabo, troviamo al centro dell’area nolana un Cimitero e quindi ‘Cimitile’.
Sant’Agostino scrisse che a molti era notissima la santità del luogo ove era sepolto il corpo di San Felice. Il Papa Paolo V (1552-1621) considerò il Cementario fra i tre luoghi più famosi del mondo cattolico. Il paese è sempre stata meta di pellegrinaggi infatti rientrava nella consuetudine dei napoletani, diretti a Montevergine, di fermarsi a Cimitile.
LE BASILICHE
San Felice (memoria e basilica vetus)
L’origine di Cimitile è così profondamente legata alla presenza della tomba del martire Felice che non si può trattare dei monumenti CIMITILESI se non partendo proprio dalla Basilica che ne conserva il sepolcro. Esso è delimitato da una monumentale edicola sorretta da colonne e capitelli in buona parte di spogli e decorata da mosaici con racemi e girali in oro su fondo azzurro e con un’iscrizione in distici latini. La tomba e la ‘memoria’ sono inserite comunque in un più articolato complesso comprendente anche la prima Basilica (Vetus), eretta, dopo la pace religiosa presso il sacro sepolcro.
Del fenomeno, che per i fedeli è il “miracolo di San Felice”, parla anche, tra gli altri, lo storico Gianstefano Remondini, nella sua monumentale opera Della Nolana Ecclesiastica Storia, pubblicata a Napoli tra il 1747 e il 1757. Riporta, inoltre, il Remondini un episodio accaduto qualche anno prima del suo arrivo a Nola nel 1746; in quell’anno sia il 15 novembre che nei giorni successivi dell’ottava neppure una goccia di manna si era trovata nel calice. Siccome il mancato verificarsi del miracolo era da tutti interpretato come infausto presagio per la città, un sacerdote pensò di far scendere nella cripta una pia donna, sua penitente, perché supplicasse il Santo di non voler lasciare tutta Nola nello sconforto. La donna si raccolse in preghiera e, apertosi dopo un’ora il cancello, fu trovato il calice, posto al di sotto del canaletto, pieno di manna. Da allora ogni anno si festeggia il clamoroso evento con somma devozione.
Basilica ‘nova’ e Battistero
Ancora parzialmente conservate sono le decorazioni in marmi colorati che arricchivano il pavimento e lo zoccolo del muro absidale. La Basilica utilizzata, come appurato dagli ultimi scavi , anche per uso funerario, subì dei crolli, forse in seguito a calamità naturali e venne quindi abbandonata.
Analoga sorte ebbe probabilmente il Battistero, recentemente individuato ad Est della tricora, a pianta ottagonale e con decorazioni in marmo di cui restano soltanto tracce.
San Giovanni
Al Basso Medioevo sembrerebbe ascrivibile il riutilizzo della tricora absidale della Basilica ‘Nova’, da lungo tempo ormai in rovina. All’intero , lungo le pareti e nelle absidiole, sono conservati interessanti affreschi. In particolare nell’absidiola destra sono visibili due cicli sovrapposti: quello più antico presenta scene molto affollate inserite in riquadrature, mentre il ciclo più recente è caratterizzato dalla presenza di una Madonna con bambino.
Santo Stefano
L’edificio a pianta rettangolare e con triplice accesso appare dopo i restauri degli scorsi decenni, disadorno e di difficile datazione, anche perchè la costruzione ha subito nel corso dei secoli molteplici ristrutturazioni. nell’abside sono conservati i resti di due affreschi sovrapposti. Dietro ed ai lati dell’altare si conservano alcune tombe terragne che testimoniano l’uso funerario della Basilica.
San Tommaso
La Basilica, a pianta rettangolare absidata, è stata recentemente restaurata ed adibita ad auditorium. Ad essa è connesso un elegante Campanile, conserva sulla parete sud una serie di volti nimbati realizzati a fresco.
Basilica Santi Martiri
La Basilica dei SS. Martiri conserva una serie di affreschi recentemente ripuliti, che dal IX giungono fino all’ XI secolo. Nell’abside rimangono i resti di una Madonna col bambino tra due arcangeli mentre sui due altarini laterali sono raffigurati la Maddalena e S. Eusebio.
Campanile
Situato presso il pronao di accesso alla Basilica, si erge l’imponente struttura, a pianta quadrata del Campanile, alleggerita da quattro monofore e sormontata da una cuspide piramidale.
Fonti
https://www.prolococimitile.it/
Ringraziamenti
Ringrazio la Biblioteca Comunale di Pomigliano d’Arco per il materiale fornito, in particolare Felice Leone per la gentilezza e la disponibilità.
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