Scoprire l’origine del nome Salerno è una storia tanto difficile quanto affascinante. Fra i capoluoghi di regione della Campania è, assieme a Benevento, probabilmente la città con il nome più misterioso. Nonostante le diverse fonti medievali che ci raccontano la storia di Salerno, però, non abbiamo notizie precise sull’origine del nome della città.

Cerchiamo allora di ricostruire alcune teorie.

Nome salerno hackert
Una veduta di Salerno nel XIX secolo, quadro di Hackert

Colpa dell’Irno?

La bella Salerno ha la fortuna di aver conservato ancora in superficie il suo fiume principale, l’Irno. Lo stesso non si può dire con il Sebeto per Napoli, che invece è stato tombato fra Centro Direzionale e Corso Novara.

Nel corso dei secoli sono state azzardate le più numerose, poetiche e strane tesi sul nome della città, quasi tutte con una costante: le origini fisiche del territorio sul quale poggia la città. Abbiamo una sola certezza: la prima volta in cui si legge il nome “Salerno” è nel 197 a.C., nella “Lex Atinia de coloniis quinque deducentis“: nella legge i Romani decisero di fondare cinque colonie, fra cui una “ad castrum Salerni“.

Il nome Salerno fra mari e fiumi

Erchemperto, la principale fonte delle vicende del Ducato di Benevento in epoca medievale, è stato il primo ad azzardare una tesi addirittura nel IX secolo d.C.

Secondo lo storico longobardo, Salernum deriverebbe semplicemente dall’unione di due nomi “Sale” e “Irno”, ovvero l’unione tra mare e fiume. In effetti a Salerno c’era una salina ai tempi degli antichi romani, forse proprio nei pressi del fiume Irno. Non c’è alcuna traccia oggi di questa attività.

Un’altra tesi, nemmeno da scartare, è che il nome Salerno sia la crasi dei nomi dei due fiumi che la racchiudono: il Salum (chiamato oggi Canalone) e l’Irno. (anticamente nominato “Ernos“)

Consalvo Carelli Salerno Irno
Consalvo Carelli, il golfo di Salerno visto dal fiume Irno. Probabilmente il nome Salerno deriva da questo fiume

Il luogo di lavoro del sale

Non bisogna affatto scartare l’ipotesi del sale. Lo spiega anche Egidio Finamore, autore di uno dei più importanti saggi di toponomastica campana: il suffisso “-erno” indicava tendenzialmente luoghi in cui si lavorava qualcosa, così come i suffissi in “-ano” sono invece indicativi dei nomi prediali, ovvero quelli nati dalle famiglie proprietarie di determinati territori. Ad esempio Grumo Nevano, Pomigliano, Marano e simili.

Salerno sarebbe quindi il “luogo dove si lavora (e si ottiene) il sale”, così come Siderno indicava un luogo di lavorazione dei ferri, Acerno era il luogo di produzione del legname e Picerno è figlio della pece. Con buona pace del fiume Irno, che forse non c’entra niente col nome.

L’arca di Noé

Secondo un’altra leggenda, tanto affascinante quanto fantasiosa, il nome Salerno deriverebbe da Salem, il pronipote del mitico Noè che nella Bibbia costruì l’arca nel diluvio universale. Pare, secondo alcuni racconti, che abbia fondato un piccolo villaggio proprio nel golfo di Salerno. E dal suo nome sarebbe nata l’attuale città.

L’aria guaritrice di Salerno

Se nei tempi più recenti l’aria di Napoli era considerata come un medicinale, nel medioevo era Salerno a fregiarsi del titolo di “città più salubre d’Italia“. E non era un caso: la Scuola Medica Salernitana era un polo di eccellenza assoluta nel campo della sanità, oltre ad essere anche la prima università di medicina del mondo.

Anche guardando al tempo degli antichi romani si parla delle doti magiche dell’aria salernitana, tant’è vero che Orazio si recò in visita proprio da queste parti per dei problemi di salute.

Secondo questa teoria, immaginata da scrittori del XVI secolo, Salerno sarebbe figlia di “Salus” e “Irno”. Indicherebbe quindi la presenza di aria salubre dalle parti del fiume Irno. Si tratta però di una ricostruzione presa in modo un po’ forzato.

Lungomare di Salerno
Il lungomare di Salerno oggi. Foto di Federico Quagliuolo

Salerno oggi: una bellissima città

Se l’origine del nome Salerno è avvolta nella nebbia, non si può dire lo stesso per la storia che venne dopo: prima città privilegiata per gli antichi Romani, amata per i suoi panorami incontaminati e per il caratteristico verde smeraldo della vegetazione, poi diventò capitale di un ducato e di un principato, con i vari Arechi che costruirono una città medievale ricchissima. Infine, quando l’influenza della vicina Napoli prese il sopravvento sul resto del Sud Italia, fu prima vice capitale del Regno di Napoli e, infine, addirittura capitale d’Italia, seppur per pochi mesi.

Ed oggi, al netto del nome misterioso, non c’è alcun dubbio sul fatto che Salerno sia una delle città più belle della Campania.

-Federico Quagliuolo

Riferimenti:
Erchemperto, Historia Langobardorum Beneventanorum
Egidio Finamore, Origine e storia dei nomi campani, Arcolaio, Napoli, 1966
Paolo Romano, La storia di Salerno, Typimedia editore, Salerno, 2019

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