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L’Italia è il paese con più monumenti al mondo dedicati agli anarchici. Si tratta di un primato insolito, proprio come il monumento anarchico di Pozzuoli, che oggi accoglie i visitatori nel parco pubblico appena dinanzi al porto con una bellissima frase di grande ispirazione.

Il movimento anarchico, infatti, non ha mai goduto di consensi vastissimi e va distinto dal Partito Comunista, che invece era ben inquadrato nel sistema politico italiano.
Gli anarchici invece, avevano molte cellule d’azione in conflitto armato con i governi nazionali: per questa ragione è davvero anomalo trovare un monumento così schierato politicamente, in bella vista fra il sacrario dei caduti nella Grande Guerra ed i busti dei puteolani illustri.
Eppure è lì, dal 1987, per ricordare Emanuele Visone, uno dei più amati esponenti del movimento anarchico in Campania.

monumento anarchico di pozzuoli
il monumento anarchico di Pozzuoli

Il monumento anarchico di Pozzuoli, non un caso che sia lì

C’è sempre un perché dietro le cose. E non è difficile trovare una spiegazione sulla presenza di moltissimi anarchici in special modo in Campania, anche se una delle zone più vive del movimento in Italia era la Toscana, che ancora oggi è ricoperta di monumenti a Gori, Ferrer e altri pensatori anarchici.

Proprio a Napoli si intrattenne per diverso tempo Mikhail Bakunin, il fondatore dell’anarchismo, e proprio nell’ex capitale molti delusi dalle promesse non mantenute dell’Unità Nazionale si buttarono nei movimenti anarchici. La stessa ex regina Maria Sofia di Borbone, fino al giorno della sua morte, ebbe rapporti molto ambigui con il movimento anarchico italiano.

Non è nemmeno un caso allora se il padre dell’anarchismo italiano, Errico Malatesta, era di Santa Maria Capua Vetere. E il primo attentato a re Umberto I, visto come la personificazione del potere corrotto e autoritario, fu fatto proprio a Napoli dall’anarchico Giovanni Passannante. Il re fu ucciso 15 anni dopo a Monza per mano di Gaetano Bresci (che ha avuto anche un monumento a Carrara): il suo fu solo il primo di altri regicidi in Europa.
Gli anarchici fra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 erano infatti considerati dall’opinione pubblica come i terroristi per eccellenza, un po’ come oggi immaginiamo il terrorismo internazionale: questa frangia violenta del movimento erano chiamati “i distruttori” ed avevano, nella teoria di Bakunin e Malatesta, il compito di distruggere i poteri oppressori per poi porre le basi per una nuova rivoluzione anarchica, con uno Stato comunista realizzato dai “costruttori” seguendo i principi di libertà, uguaglianza e solidarietà.

Emanuele Visone Pozzuoli monumento anarchico
Un manifesto commemorativo per la morte di Emanuele Visone

Chi era Emanuele Visone?

Il monumento anarchico di Pozzuoli fu eretto nel 1987, relativamente poco tempo fa. Nacque per ricordare la storia di un operaio che fu, nell’ombra della Storia, uno dei protagonisti del movimento.
Visse per ben 90 anni e, fino all’ultimo giorno della sua vita, partecipò a tutte le riunioni del gruppo degli operai di Pozzuoli, che si svolgevano nella Villa Comunale proprio nel punto in cui è stata eretta la lapide, fu anche presente in occasione dei funerali di Pinelli a Milano. La zona puteolana era infatti uno dei più attivi nuclei di anarchici in Campania e lo stesso Visone era un punto di riferimento per tutta la regione.

Ciò che più importa è che il popolo, gli uomini tutti, perdano gli istinti e le abitudini pecorili che la millenaria schiavitù ha loro ispirato ed apprendano a pensare ed agire liberamente
Gli Anarchici

Il testo della lapide di Pozzuoli, una citazione di Errico Malatesta

Quando morì Visone, sul finire degli anni ’80, il movimento era ormai uscito dalle pagine di cronaca e dalle preoccupazioni dell’opinione pubblica: dopo la stagione degli attentati fra l’800 e la Prima Guerra Mondiale, sopravvissuti alla repressione durissima fascista, gli anarchici tornarono alla ribalta durante gli Anni di Piombo, negli anni ’60 e ’70 del secolo passato.

Nel 1987 il mondo stava però preparandosi il vestito buono per entrare nel III Millennio, la Guerra Fredda era quasi al termine e si credeva che la stagione delle tensioni politiche avrebbe avuto una distensione. E invece il 2000 si si aprì con uno degli attentati al potere più atroci della Storia umana, con le Torri Gemelle. In quel caso la matrice politica era di ben altra natura e senza alcuna filosofia se non quella dell’odio.

E la frase di Malatesta è lì, nei giardini del porto di Pozzuoli, per stuzzicare riflessioni e discussioni anche nei difficilissimi tempi moderni.

-Federico Quagliuolo

Riferimenti:
Errico Malatesta, Programma Anarchico (1919)
Documenti di pietra

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