C’era una volta un papa dal pessimo carattere, anzi no erano due! E insieme a loro numerosi potenti cardinali che tramavano segretissimi complotti. E una regina che temeva di perdere il potere a discapito del nipote. E poi ancora lunghissimi assedi, terribili torture e scomuniche a pioggia. Una delle ambientazioni principali di queste incredibili vicende è la città di Nocera Inferiore e più precisamente una sua porzione che accoglie il convento di S. Antonio e l’antico Castello del Parco.
Urbano VI e Carlo Durazzo
I principali protagonisti di questa storia sono il papa Urbano VI e Carlo d’Angiò-Durazzo. Il loro sodalizio inizia con il migliore degli auspici ma precipita rovinosamente. E il Castello del Parco di Nocera Inferiore rappresenta il punto esatto in cui il rapporto si incrina in maniera irreparabile. Ma procediamo con ordine.
Nel 1378 ha inizio lo Scisma d’Occidente della Chiesa Cattolica. Da un lato l’antipapa Clemente VII, sostenuto da alcuni cardinali dissidenti e dalla regina di Napoli Giovanna d’Angiò. Dall’altro Urbano VI (al secolo Bartolomeo Prignano), legittimamente eletto e dal carattere piuttosto tenace, sostenuto da Carlo, nipote di Giovanna e desideroso di troneggiare su Napoli.
Carlo si sbarazzò della Regina Giovanna e di Luigi d’Angiò, altro pretendente al trono di Napoli, e si fece incoronare nel 1382 assumendo il nome di Carlo III. Importante era stato l’appoggio di papa Urbano VI, che a sua volta aveva giovato del sostegno del nuovo re. Alla base del loro sodalizio vi era un accordo di spartizione di potere, latifondi e ricchezze. E proprio questo accordo fu motivo di discordia tra i due potenti.
Pare che Carlo III fosse venuto meno a una delle promesse fatte al papa: cioè quella di assicurare al nipote del pontefice, Francesco Prignano detto Butillo, il possesso della città di Nocera, incluso il Castello del Parco. Non fu certa questa l’unica motivazione. Le fonti raccontano anche di un condanna che il re proferì proprio a Butillo, reo di aver rapito una religiosa appartenente a una nobile famiglia napoletana. Fatto sta che Urbano VI, indignato, scese in campo in prima persona prima recandosi ad Aversa, poi dimorando per un po’ a Castelnuovo e infine, non sentendosi sicuro a Napoli, accampandosi nel 1384 proprio nel Castello del Parco di Nocera, di proprietà del nipote.
La congiura dei cardinali
I rapporti tra Urbano VI e Carlo III si ruppero definitivamente. Ma i problemi per il pontefice non finirono qui. A Napoli alcuni cardinali iniziarono a tramare una congiura ai suoi danni, convinti ormai della sua inaffidabilità e instabilità. Bartolino da Piacenza, giurista della corte pontificia, giustificò il tutto con queste parole:
“Se un papa fosse troppo negligente, ovvero inetto a governare, o se, troppo tenace della propria opinione volesse far prevalere il suo capriccio, senza il consiglio dei cardinali, e che perciò la Chiesa universale riducesse in grave pericolo, sarebbe permesso dargli uno o più curatori, scelti fra i cardinali, senza dei quali non potesse sbrigare gli affari?
Il piano era pronto! I sei cardinali congiurati si sarebbero recati presso il Castello del Parco di Nocera, dove dimorava Urbano VI, in compagnia di uomini armati. Da lì avrebbero condotto con la forza il pontefice fino alla Chiesa di San Francesco (l’attuale convento di Sant’Antonio che si trova proprio alle pendici della collina sovrastata dal Castello del Parco). Lì lo avrebbero dichiarato eretico e immediatamente condannato al rogo.
Peccato però che Urbano VI fu avvisato di tutto ciò tempestivamente dal Cardinale Orsini. Con una contromossa riuscì quindi a imprigionare i cardinali traditori nelle segrete del Castello del Parco, sottoponendoli a indicibili torture e pesantissimi interrogatori. Le fonti raccontano quindi di un papa letteralmente infuriato che un giorno, radunata la popolazione di Nocera nel Castello del Parco in una fredda giornata, salì sul torrione e da lì, contornato da croci e ceri accesi, scomunicò re Carlo III, la regina Giovanna, l’antipapa Clemente VII e tutti i cardinali congiurati, aizzando la folla affinché proteggesse il suo legittimo papa.
Storie di un assedio
Le truppe di re Carlo III, guidate dal Conte Alberico da Barbiano, giunsero a Nocera e presero d’assedio il Castello del Parco. L’attacco durò sette mesi, durante i quali Urbano VI continuava a lanciare scomuniche a tutti i suoi nemici affacciandosi dalle finestre del forte. E sebbene la sua corte lo implorasse affinché trovasse un accordo, il funesto e imperterrito pontefice continuò a torturare senza alcuna pietà i cardinali prigionieri nel tentativo di estorcere qualche confessione, sfidando anche la fame che la mancanza di scorte comportava.
Insomma il Parco del Castello divenne teatro di una vicenda a dir poco surreale e leggendaria. In sostegno a Urbano VI giunsero gli eserciti della Repubblica di Genova, del condottiero Raimondello Orsini e di Tommaso Sanseverino. L’8 agosto 1385 l’esercito di Carlo III fu preso alle spalle. Il papa approfittò del momento per fuggire portando via con sè i tesori e i cardinali prigionieri. Giunse infine sulle coste di Paestum da dove partì con l’aiuto di navi genovesi.
Il Parco del Castello di Nocera Inferiore: un luogo che trasuda storia
Una storia davvero avvincente, ricca di personaggi e di intrighi. Un papa irascibile, un re orgoglioso, cardinali traditori, assedi, scomuniche ed eserciti. Sembra proprio che non manchi nulla!. Ed è stupefacente pensare che tutte queste vicende abbiano il loro fulcro nel Castello del Parco di Nocera Inferiore, piccola città dell’attuale Agro Nocerino-Sarnese.
Oggi di quel castello resta poco di originale. Rifacimenti, restauri e incuria hanno profondamente inciso sul territorio che, nonostante tutto, trasuda ancora oggi, a distanza di secoli, storia e cultura!
Foto di copertina di Ciro Paolillo.
Fonti
- G. Orlando, Storia di Nocera de’ Pagani, Editrice Gaia, 2018.
- S. Somma – C. Zarra (a cura di), Giuseppe Messina. Storia Nocerina Sagra, Printart Edizioni, 2018.
- G. Salierno – V. Piccolo, La pinacoteca (ed altre opere conservate) nel convento di S. Antonio, Nocera Inferiore, MediaCom, 1997.
- S. Bongi (a cura di) – Le croniche di Giovanni Sercambi, Lucca 1892.
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