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La Cattedrale di Salerno è la testimonianza più bella di quel potere antichissimo del Principato, che mille anni fa era una delle città più importanti del mediterraneo ed oggi, con migliaia di evoluzioni, ancora ci stupisce.

Ogni singolo dettaglio di questo luogo infatti ci racconta una storia di culture ed esperienze che hanno caratterizzato la città: dal campanile con fantasie orientali agli stemmi dei Normanni, arrivando alla poesia di D’Annunzio e fermandoci davanti alla gigantesca figura austera della Madonna, con il mosaico fatto negli anni ’50 dall’arte di Ravenna. E non dimentichiamo che l’intera chiesa è stata costruita su un antico tempio romano.

Chiostro cattedrale di Salerno
Il chiostro della Cattedrale di Salerno. Una curiosità: al centro c’era una fontana monumentale bellissima, poi Ferdinando IV ne ordinò lo spostamento a Napoli. Oggi è la fontana al centro del viale principale della Villa Comunale di Napoli

Una storia di quasi mille anni fa

Tutto cominciò nel 1080. O almeno sappiamo con una buona dose di certezza che il tempio cominciò ad essere costruito in quell’anno. Dopo una astutissima mossa degna della sua abilità politica e militare, Roberto il Guiscardo riuscì a conquistare Salerno dopo un lungo assedio. Decise che il centro del potere dell’antico principato longobardo sarebbe diventata anche la nuova capitale del Ducato di Puglia e Calabria, spostandola da Melfi.

Nessun potere che si rispetti nell’Italia del Medioevo, però, era lontano dal Papato. E il Guiscardo, ben consigliato dalla moglie Sichelgaita e dal vescovo Alfano I, che era anche poeta e medico della Scuola Salernitana, decise di finanziare un’opera degna del suo potere per avvicinarsi a quello che prima era il nemico.
L’all-in del condottiero normanno pagò bene: Salerno diventò infatti per un breve periodo anche sede del Papa, dato che fu salvato proprio dai Normanni. E in quell’occasione, nel 1084, Gregorio VII consacrò la Cattedrale appena costruita. Per giunta il papa morì proprio in città ed ancora oggi è sepolto all’interno della Cattedrale di Salerno: è un caso particolarissimo, in quanto si tratta di uno dei pochi papi non sepolti a Roma.

La chiesa fu inizialmente dedicata a Santa Maria degli Angeli, dato che fu costruita al posto di un antico tempio paleocristiano (che non fu del tutto demolito: alcuni pezzi ancora oggi compaiono in mezzo alle pareti della chiesa!). Poi furono ritrovate per puro caso le spoglie di San Matteo Evangelista, che era stato sepolto a Salerno nel 954 dopo essere stato portato a Velia (dalle parti dell’attuale Ascea) diversi secoli prima. Proprio per questa ragione, il santo diventò anche patrono della città (tant’è vero è che ancora oggi c’è il suo volto all’interno dello stemma cittadino).

Stemma città di Salerno Vescovo
San Matteo rappresenta ancora oggi Salerno in questa immagine. Nello stemma cittadino la scritta è sostituita da “HIPPOCRATICA CIVITAS”, per omaggiare la scuola medica

Tante ricostruzioni per la Cattedrale di Salerno

A ben pensarci, 4 anni sono davvero pochissimi per costruire un edificio monumentale. E probabilmente il tempo così breve per la costruzione fu anche la condanna nei secoli a venire: non abbiamo riferimenti tecnici precisi, ma sappiamo che nella sua lunga Storia, la Cattedrale di Salerno si trovò ad affrontare numerosi crolli e cedimenti, tanto da richiedere diversi interventi di ristrutturazione e restauro che, ad ogni passaggio, hanno cambiato i connotati della struttura.

Il più clamoroso intervento fu fatto nel XVII secolo quando in tutto il Regno di Napoli, che all’epoca era governato dai viceré spagnoli, si diffuse la moda delle ristrutturazioni barocche delle chiese. Fu chiamato Bartolomeo Picchiatti, che usciva dall’impresa straordinaria di ricostruzione del Duomo di Pozzuoli, ma la sua opera durò pochissimo: il terremoto del 1688 richiese un nuovo intervento, con Arcangelo Guglielmelli. E poi di nuovo un’altra scossa della terra nel 1694. E infine anche la mano di un’altra archistar: nel 1723 fu il turno di Ferdinando Sanfelice, che mise di nuovo mano al Duomo in chiave barocca. Poi nel 1930 e nel 1948 due restauri si occuparono di smontare tutto ciò che era stato fatto negli ultimi 300 anni, nella speranza di portare la struttura alle architetture antiche. Il problema è che invece fu fatto un vero caos di stili che, nella loro stranezza, rendono ancora più particolare la nostra esperienza mentre camminiamo fra pavimenti decorati, tombe di re normanni e iscrizioni antichissime. Qui passò anche San Tommaso d’Aquino.

Per aggiungere un’ulteriore confusione stilistica, fu completamente rifatto nel 1954 il mosaico originale, che ormai era completamente rovinato e quasi perduto. Quello nella navata destra, invece, è ancora originale, così come quello della controfacciata, sopra la porta principale della struttura.

Mosaici Cattedrale di Salerno
I due mosaici della Cattedrale di Salerno: quello con lo sfondo blu è del 1954, l’altro invece è originale.

La cripta, un luogo dalla bellezza infinita

Se le linee semplici, raffinate e chiare della cattedrale magari possono lasciar sorpreso chi si aspetta il classico duomo super barocco tipico della Campania, basta scendere nella cripta per rimanere commossi dalla bellezza di un’opera d’arte degna delle più belle chiese d’Italia. Non è un caso: la firma dietro a tanta bellezza è quella dello svizzero Domenico Fontana e di suo figlio, Giulio Cesare, che crearono una stanza scenografica e ricchissima di dettagli e colori che lasciano incantati. Nel frattempo, in quegli anni, da Napoli arrivarono anche diversi maestri come Solimena che fu chiamato per dipingere la chiesa di San Giorgio.

A far da padrone, ovviamente, c’è il sepolcro di San Matteo. Non viene però dimenticato chi l’ha preceduto: i salernitani sono infatti affezionati anche ai loro martiri, Caio, Ante e Fortunato, che erano considerati i patroni della città prima della riscoperta dei resti dell’Evangelista sotto la cattedrale di Salerno.

Cripta duomo di Salerno
L’interno della cripta

Leoni animati e farfalle dorate

La Cattedrale di Salerno ha due ingressi ed è abbastanza insolito trovare un duomo che accoglie i visitatori prima nel chiostro e poi nella chiesa e non viceversa. La cosa che deve catturare la nostra attenzione, però, sono i leoni all’ingresso, che oggi hanno i volti ormai consumati e mortificati dal millennio passato a guardia della città.

Sono un leone e una leonessa: quello alla destra, infatti, tiene sotto le zampe una preda appena catturata, mentre la leonessa sta allattando un cucciolo. Rappresentano i due aspetti del potere che proteggono la città e la religione: l’aspetto maschile è la potenza militare e politica della Chiesa che terrorizza i nemici, l’aspetto femminile è invece la carità e la protezione offerta da Roma che cura gli alleati.

In realtà, in tempi in cui si credeva in magie e storie incredibili, si racconta che i due leoni fisicamente presero vita per difendere la città in occasione di un assalto dei pirati saraceni che fece disperare i salernitani a tal punto da invocare una protezione divina che si dimostrò così. Altri credono che il miracolo sia opera di San Matteo. I più maligni, invece, pensano che sia stato Pietro Barliario, il mago di Salerno.

Un’altra leggenda ha per protagonista una farfalla: Guglielmo II, duca di Puglia e Calabria, volle farsi costruire un mausoleo funebre nella cattedrale di Salerno: non ebbe nemmeno il tempo di godersi l’opera d’arte perché morì immediatamente dopo la fine dei lavori.
Sua moglie, Guaidalgrima, si disperò a tal punto da tagliarsi i capelli, lasciandoli sul sepolcro del condottiero. Si dice che ogni 4 agosto, giorno della morte del marito, si aggiri una farfalla d’oro nei pressi della tomba: sarebbe l’anima della moglie che ancora oggi protegge il marito dopo la morte.

Leoni ingresso Duomo di Salerno
Il primo ingresso del Duomo di Salerno con i due leoni.

Un mix di architetture e di storie

Il Duomo di Salerno, nonostante sia finito in un vero e proprio frullatore di architetture che l’hanno completamente stravolto nel tempo, è rimasto un luogo dal fascino infinito perché non ha mai perso la sua identità originale, che va ritrovata in tutti i suoi dettagli. Pur non essendo più una chiesa normanna, infatti, regala emozioni diverse per ogni angolo, dai mosaici paleocristiani al campanile dai colori brillanti e toni orientali, arrivando al chiostro medievale. Un viaggio nella cultura, nelle bellezze e nei nomi di tutto il Mediterraneo.

-Chiara Sarracino

Riferimenti:
Cattedrale di Salerno
Rotary Club Salerno
Diocesi di Salerno

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