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Entrare nella stanza del Museo Bonelli è un viaggio nella vita quotidiana del passato: dai biglietti dell’autobus ai decreti originali di Francesco II di Borbone, arrivando ai sanitari di fine ‘800 e ai souvenir americani del 1944.

Nella raccolta ci sono più di 30.000 reperti e ricordi della vita di tutti i giorni, quelle cose che passano fra le mani e caratterizzano le nostre vite, ma che sfuggono all’attenzione e, quando li ritroviamo, ci riportano indietro antichi ricordi, un po’ come quando compare in casa un vecchio gettone delle cabine telefoniche e ci strappa un sorriso.

La missione di una vita

Il padrone di casa, Gaetano Bonelli, ci accoglie con un sorriso. La sede provvisoria del museo Bonelli si trova all’interno della Casa dello Scugnizzo di Materdei, una sede ottenuta dopo anni di battaglie per riuscire a trovare un luogo in cui posizionare l’enorme collezione raccolta in anni di lavoro.

Sin da quando ero adolescente mi divertivo a collezionare oggetti con un’animaspiega Gaetano – e tutto ciò che vedi è il frutto di una vita intera passata a studiare, selezionare, scoprire reperti legati alla Storia di Napoli: per me tutto ha un valore, perché racconta una storia“. Un manifesto alla sensibilità.

Ed effettivamente è proprio vero ciò che dice: nello studio della Storia, grazie al lavoro degli studiosi, riusciamo a riscoprire le abitudini degli antichi tramite un pezzo di coccio ritrovato per caso o una moneta dall’aspetto insospettabile. Lo stesso può dirsi per gli oggetti del secolo appena passato: negli ultimi cent’anni ci sono numerosissime abitudini, mestieri e interessi che sono cambiati e spariti. E grazie all’opera di Gaetano Bonelli, sarà più facile riprendere pezzi lungo la strada.

Museo Bonelli cessi gabinetti
“Premiata fabbrica di cessi V. Coccoli”

Partiamo proprio da ciò che strappa un sorriso: i gabinetti. Gli stessi che Clemente Esposito trovava nelle sue esplorazioni sotterranee, oggi sono in bella mostra nel Museo Bonelli, facendoci scoprire retroscena della vita quotidiana napoletana. Erano infatti chiamati con grande naturalezza “cessi”, come ci raccontano le etichette, e ognuno di questi faceva bella mostra delle proprie capacità, da quello “comodissimo” al “premiato cesso inodore” di una fabbrica non più esistente a Capodichino.

E ancora: all’interno di un armadio c’è un archivio pressoché infinito di documenti legati a vari ambiti storici del passato: dalle minacce lanciate agli avvocati durante il Processo Cuocolo ai manifesti del teatro dei primi del ‘900. Non dimentichiamo poi la collezione di biglietti e atti della Società Belga dei Tramways, l’antenata dell’ATAN che poi è diventata la nostra ANM: conosciamo le tariffe, le abitudini e gli orari dei napoletani anche di 100 e più anni fa.

Un altro utilizzo fondamentale di questi reperti? L’arte dei film. È infatti grazie agli archivi storici che i più attenti riescono a ricreare quei dettagli che ci sbalordiscono in un film ambientato in tempi passati.

Locomotiva Duca di Calabria
La locomotiva di Pietrarsa

Il Museo del Banco di Napoli

L’orgoglio più grande di Gaetano Bonelli, però, è legato al Banco di Napoli: Parliamo di un’istituzione che ha segnato la storia di tutto il Sud Italia. Ho raccolto documenti unici, solo da me si possono trovare“.

La sua collezione è pressoché sterminata. Dai libretti di assegni ai progetti originali delle varie sedi, arrivando a registri, timbri, documenti, astucci e tutto ciò che può essere ricollegato all’attività. L’esposizione è in bella mostra nelle vetrine centrali della stanza e sono presenti anche numerosi documenti dal valore storico importantissimo.

Ciò che sorprende, inoltre, è la totale autonomia economica del Museo Bonelli. Orgogliosamente Gaetano ci spiega che tutto ciò che vediamo è gestito esclusivamente con le sue forze, guidato dall’amore immenso verso la Storia cittadina. Spesso ha lanciato appelli a istituzioni e privati per cercare finanziamenti e sostegni.

In attesa di una sistemazione ancora più grande, dove è possibile esporre l’intero patrimonio della più grande collezione di reperti, si tratta di una tappa da non perdere per napoletani e turisti. Liberamente visitabile.

Fondazione “Casa dello Scugnizzo”, Piazzetta San Gennaro a Materdei,

Recapiti: g.bonelli72@gmail.com – 340/4844132

Museo di Napoli | Facebook

Museo Bonelli
il Museo Bonelli

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