VITTORIA COLONNA
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Vittoria Colonna, nobile e poetessa italiana, è una delle voci più autorevoli della poesia italiana del ‘500.

Appartenente alla famiglia romana dei Colonna, è figlia di Fabrizio Colonna, principe di Paliano e Agnese di Montefeltro, figlia di Federico, duca di Urbino. A soli tre anni fu promessa in matrimonio a Ferrante d’Avalos, dinastia centrale nella storia del Regno di Napoli, ottenendo il titolo di Marchesa di Pescara.

Pur essendo legate a motivazioni fortemente politiche, il matrimonio ebbe un buon esito anche dal punto di vista sentimentale, influenzando fortemente la poetica di Vittoria Colonna.

Ritratto della marchesa Vittoria Colonna di Sebastiano del Piombo, 1520, Museo nazionale d’arte della Catalogna, Barcellona.

Il legame di Vittoria Colonna con il territorio partenopeo

Le nozze tra Vittoria Colonna e Ferrante d’Avalos si celebrarono a Ischia il 27 dicembre 1509, nel Castello Aragonese, con grande fasto. I due decisero di stabilirsi proprio sull’isola per godersi la vita matrimoniale, facendo del Castello stesso la propria corte e il centro della vita degli isolani. Pochi anni dopo però, nel 1525, Ferrante sarà ferito durante la battaglia di Pavia e perderà la vita.

La Colonnese dimora nel Castello di Ischia per circa un trentennio, quasi ininterrottamente dal 1509 al 1536.

Il Castello Aragonese di Ischia, foto di Federico Quagliuolo.

La poesia di Vittoria Colonna durante gli anni ischitani è influenzata dall’amore per il suo consorte e dalla sofferenza che gli arreca la distanza, a cui Ferrante è costretto dagli impegni istituzionali. Dopo la sua morte, il nucleo centrale della sua poesia diventa chiaramente il lutto: dopo la morte del marito scrisse alcune tra le sue poesie più famose, lasciandosi ispirare dall’ambiente ischitano e dal rumore del mare che s’infrangeva sul suo Castello.

Vittoria decise di onorarne la memoria del defunto Ferrante con una poetica nella quale si fa sempre più evidente il misticismo; le sue poesie segnano la fondazione del ‘petrarchismo sacro’, un genere letterario che riscuoterà molto successo.

I rapporti di Vittoria Colonna con gli intellettuali del tempo

Le Rime di Vittoria Colonna hanno una storia editoriale alquanto complessa: la poetessa non autorizzò nessuna stampa, le sue poesie circolavano solo attraverso uno scambio privato di codici manoscritti inviati in dono a importanti personaggi dell’epoca.

La sua vita si svolse in un momento culturalmente assai felice, in particolare sul territorio partenopeo. Infatti la poetessa fu circondata dai migliori artisti e letterati del secolo, tra cui Michelangelo BuonarrotiLudovico AriostoJacopo SannazaroGiovanni PontanoBernardo TassoAnnibale CaroPietro AretinoGirolamo BritonioAngelo di Costanzo e molti altri.

In particolare, l’amicizia con Michelangelo Buonarroti risulta fondamentale durante tutta la sua vita, fino a portare alla nascita di alcune leggende legate al loro rapporto.

Vittoria Colonna e Michelangelo Buonarroti

Nel 1536 o 1538 è da collocarsi il primo incontro con Michelangelo BuonarrotiMichelangelo, l’amò enormemente, almeno dal punto di vista platonico e religioso. A testimonianza dell’affetto e della stima che il Buonarroti provò per Vittoria si ricordano alcuni componimenti poetici, in particolare il madrigale 235, in cui le dedica queste parole: “Un uomo in una donna, anzi uno dio / per la sua bocca parla, / ond’io per ascoltarla, / son fatto tal, che ma’ più sarò mio.”

La Crocifissione per Vittoria Colonna, di Michelangelo Buonarroti, 1545, British Museum, Londra.

La leggenda racconta che per un periodo Michelangelo si stabilì nella torre che si erge esattamente di fronte al Castello Aragonese ad Ischia, detta Torre di Sant’Anna o di Guevara, sul promontorio di Cartaromana.

Questa Torre che è popolarmente nota come torre di Michelangelo per questo motivo, secondo la leggenda aveva una tunnel sotterraneo che collegava con il Castello. Percorrendo questo passaggio sottomarino Michelangelo avrebbe raggiunto nottetempo Vittoria Colonna, per congiungersi con lei.

In realtà, l’omosessualità di Michelangelo è cosa nota e probabilmente egli non è mai giunto sulle coste ischitane; resta però il fascino di un racconto che unisce due grandi personaggi storici in un intreccio peccaminoso.

Claudia Colella

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