L’estro è una delle caratteristiche peculiari del popolo napoletano, sempre pronto a sorprendere. Ma ci sono volte in cui la realtà supera la stessa immaginazione. È il caso di Ferrante Imperato, farmacista ed erborista napoletano che in una delle sue stanze private aveva un coccodrillo sul soffitto, e non solo!

La curiosità di un farmacista sui generis

Ferrante Imperato nasce intorno al 1520 a Napoli. Non si sa molto sulla sua vita: fu uno stimato farmacista e speziale con un’attività ben avviata nel centro storico di Napoli, appassionato escursionista, curioso studioso di geologia, erboristeria e paleontologia. Realizzò un erbario: una raccolta di piante ed erbe trattate e sistemate su fogli di carta. Secondo alcune testimonianze la collezione era composta da 80 volumi (dato che lo renderebbe il più importante erbario del suo tempo). L’unica copia superstite si conserva oggi alla Biblioteca Nazionale di Napoli.

In aggiunta, Ferrante Imperato pubblicò nel 1599 una Historia Naturale, trattato scientifico su pietre, minerali, piante, animali e molto altro. Un progetto ambizioso ma mai completato che alle citazioni di antichi studiosi affianca originali commenti di grande arguzia. La prima edizione ebbe una tiratura molto bassa, circolando soprattutto tra amici e conoscenti dello studioso.

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Tanzio da Varallo (o copia da), Ritratto di Ferrante Imperato, 1610/20, Pisa, Museo dell’Orto Botanico

Nel frontespizio di questo trattato è raffigurato un coccodrillo che azzanna un cartiglio con la scritta “In dies auctior. E il minaccioso rettile sembra essere proprio l’animale preferito di Ferrante Imperato. Girando la pagina del trattato, infatti, ci si imbatte in una tavola illustrata: raffigura un interno con diversi personaggi intenti ad ammirare una serie di oggetti tra cui… un coccodrillo appeso al soffitto. È giunto dunque il momento di spiegare questa insolita curiosità!

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La “camera delle meraviglie”: un’attrazione squisitamente rinascimentale

Nella seconda metà del ‘500 si diffondono in tutta Europa le Schatzkammer, camere del tesoro, e le Wunderkammer, o camere delle meraviglie. Antenate dei moderni musei di storia naturale, altro non erano che stanze private che venivano riempite di oggetti strani e singolari di varia natura. Proprietari di questi proto-musei erano intellettuali, nobili, scienziati o semplici appassionati. Quella di Ferrante Imperato, nella sua dimora nei pressi di piazza Santa Chiara, era una delle “camere delle meraviglie” più note e quotidianamente riceveva visitatori da ogni luogo.

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Ricostruzione in scala della “camera delle meraviglie” di Francesco Calzolari a Verona nel ‘600

Questi singolari luoghi esponevano: mirabilia, oggetti singolari che colpivano il visitatore per la loro straordinarietà; naturalia, prevenienti dal mondo animale, vegetale e minerale; artificialia, manufatti realizzati dall’uomo. La componente magica ed esoterica si mischiava senza remore con la tecnologia e le scienze naturali. Era cosa comune nelle Wunderkammer osservare opere d’arte, conchiglie, libri antichi, denti di drago, piante miracolose, oggetti esotici, carte geografiche, invenzioni meccaniche, animali impagliati e ogni tipo di stranezza. Tutto allestito con un gusto per l’eccesso e per la superfetazione che si estendeva fino a occupare ogni angolo della stanza, anche il soffitto. Una scelta espositiva ben lontana dalla filosofia less is more!

L’immagine d’apertura dell’Historia Naturale di Ferrante Imperato, dunque, non dovrebbe discostarsi molto dall’effettiva distribuzione degli oggetti nella “camera delle meraviglie” del farmacista napoletano. Le pareti presentano scaffali in legno, boccette, coralli, uccelli impagliati, ossa animali, libri e tanto altro. Il soffitto, al cui centro troneggia un gigantesco coccodrillo a testa in giù, è tempestato di conchiglie marine. Tutto sotto lo sguardo attento e incuriosito di Ferrante e dei suoi ospiti.

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Il disegno che rappresenta la “camera delle meraviglie” di Ferrante Imperato

L’eredità di Ferrante Imperato

Ferrante Imperato ebbe molto successo e prestigio al suo tempo, diventando anche membro del Consiglio d’ispezione e sorveglianza dell’arte degli speziali a Napoli. Il suo studio privato divenne celebre in tutta Europa e fu ereditato dal figlio Francesco. Siamo certi che, sebbene quello di Ferrante non fosse l’unico coccodrillo presente a Napoli, per le strade della città e per i circoli più altolocati non si facesse altro che parlare del rettilone sul soffitto di un farmacista.

Fonti

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