Nel porto di Ischia e davanti al municipio di Los Angeles ci sono due frecce che si indicano a vicenda, anche se si trovano a distanza di oltre 10.000km. Ricordano infatti il gemellaggio fra l’isola d’Ischia e Los Angeles, la seconda città più popolosa d’America.
Non è un caso questo legame: nacque circa 120 anni fa a causa di un evento drammatico, ma oggi lascia spazio solo all’amicizia.
Fra cataclismi e povertà
All’origine di un’emigrazione non c’è quasi mai nulla di buono. E la prima ondata di migranti meridionali che lasciarono la propria terra per sbarcare in America, in effetti, non fu affatto mossa da voglie improvvise di turismo.
Dopo l’Unità d’Italia, infatti, Napoli (e più o meno anche buona parte del suo regno) affrontò un vero e proprio crack economico, con il tessuto industriale che resse a fatica l’impatto dell’annessione al regno di Sardegna e delle sue regole di mercato completamente diverse. Furono infatti tantissimi gli interventi di autorevoli economisti, come ad esempio Antonio Scialoja, per riuscire a risollevare le sorti delle imprese napoletane.
Il problema della “questione meridionale” cominciò ad essere definito già dieci anni dopo l’Unità (e la prima legge speciale arrivò solo nel 1904). A far piovere sul bagnato ci pensarono due eventi apocalittici che si abbatterono su Napoli e provincia: da un lato il terremoto di Casamicciola del 1883, che rase al suolo l’Isola d’Ischia, e dall’altro lato il colera del 1884, che ridusse in ginocchio la città di Napoli economicamente e socialmente, tanto da dare inizio al Risanamento.
Fu proprio dopo il terremoto di Casamicciola che l’enorme massa di cittadini ischitani, che fu evacuata inizialmente a Napoli, si trovò improvvisamente senza terra, senza lavoro e con miseri incentivi da parte dello Stato per poter riprendere le proprie attività. Molti giovani scelsero di emigrare all’estero in cerca di una nuova vita e fu così che l’America, con i suoi immensi orizzonti, le terre inesplorate e le grandi opportunità, diventò la terra promessa dei disperati da ogni parte del mondo. Il primo flusso migratorio verso le americhe è infatti databile XIX secolo e vide un flusso consistente di cittadini meridionali che si trasferirono in egual modo fra il nord e il Sud America: all’epoca infatti il Brasile era uno stato amico e l’Argentina era luogo prediletto per il suo clima accogliente.
La nostra storia, però, è ambientata in California.
Una colonia ischitana in America
Los Angeles sul finire del XIX secolo era una piccola città coloniale di poco più di 40mila abitanti, in fortissima crescita grazie all’avviamento delle prime industrie. Fu qui che un primo gruppo di emigranti ischitani decise di stabilirsi, precisamente dalle parti del distretto di San Pedro.
C’è chi sostiene che gli ischitani abbiano portato la tecnica della pesca con la lampara (una grossa lampada piazzata sulle barche di notte, che aiuta i pesci a venire a galla). In realtà, leggende metropolitane isolane vogliono che siano stati proprio i pescatori ischitani ad aver inventato questa tecnica.
D’altro canto, a San Pedro fino agli inizi del XX secolo si parlava in dialetto ischitano e ancora oggi nella City of Angels c’è una presenza di cognomi originari dell’isola, fra i vari Mazzella, Di Meglio, Ferrandino e Buono.
Ischia e Los Angeles: parenti ritrovati
Il gemellaggio fra le due città fu suggellato solo nel 2006, a distanza di oltre un secolo dai drammatici avvenimenti che separarono tante famiglie isolane.
Ed oggi, in tempi nuovi e con alle spalle il passato, c’è solo spazio per l’amicizia fra due territori lontani che si scoprono imparentati.
-Chiara Sarracino
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