La “Battaglia di Isso” è un mosaico conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Senza dubbio è un capolavoro di grande impatto, che stupisce ogni visitatore che gli si pari davanti. Più di un milione di tessere giustapposte che raccontano un fatto realmente accaduto, con protagonista il leggendario condottiero Alessandro Magno.
La battaglia di Isso: un evento storico
La battaglia di Isso fu combattuta nel novembre del 333 a.C. nell’ Anatolia meridionale, tra la Cilicia e la Siria. Le forze in campo vedevano da un lato l’esercito del Regno di Macedonia, guidato dal sovrano Alessandro Magno e dall’altro i persiani di Dario III. Pare che l’esatta collocazione corrisponda grossomodo ai territori vicini all’odierna Alessandretta.
Il motivo dello scontro è da ricondurre alle mire espansionistiche dell’impero macedone nel territorio, ostacolato dal fortissimo e storico esercito persiano. Le due fazioni avanzarono una opposta all’altra, schierandosi sulle rive del fiume Pinarus. È il preludio alla battaglia di Isso!
Le fonti storiche riportano una netta supremazia numerica dell’esercito di Alessandro Magno. Non è un caso, dunque, che la battaglia di Isso si concluse con una vittoria del Regno di Macedonia. A dir la verità, si trattò di una vera e propria disfatta per i persiani con oltre 110 mila morti. La vittoria aprì la strada ad Alessandro Magno per la conquista definitiva della penisola anatolica.
La battaglia di Isso nell’arte
La notorietà dell’avvenimento storico fu il pretesto per una serie di opere d’arte realizzate da importanti artisti. A incrementare l’interesse per la battaglia di Isso contribuì non poco anche il carisma di Alessandro Magno, assorto come vero e proprio protagonista del periodo ellenistico.
Al Museo del Louvre, ad esempio, è conservato un grande dipinto di Jan Brueghel il Vecchio del 1602; un olio su tela che rappresenta con ardore il concitato clima della battaglia. Allo stesso modo l’attenzione del tedesco Albert Altdorfer si concentra su una visione “a volo d’uccello” della battaglia, che però assume una dimensione più onirica.
Il capolavoro conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Il capolavoro che racconta meglio di qualunque altra rappresentazione le vicende della battaglia di Isso è il grande mosaico esposto al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Si tratta di una copia romana della fine del II secolo a.C., ricavata da un originale greco di Filosseno di Eretria della fine del IV secolo a.C.
Un pannello di 317 x 555 cm che proviene dal pavimento dell’esedra della casa del Fauno di Pompei. Fu rinvenuto nel 1831 durante gli scavi dell’edificio e costituisce uno dei più interessanti cicli musivi dell’antichità.
Le milioni di tessere accostate tra loro rappresentano la scena culminante della battaglia di Isso, quando Alessandro e Dario III stanno per scontrarsi, seguiti dai rispettivi eserciti. Il condottiero macedone tenta di raggiungere il rivale che si appresta a fuggire. La parte sinistra del mosaico, corrispondente all’esercito macedone, è quella peggio conservata, ma ciò non inficia la comprensione della scena.
Il caos dello scontro è reso attraverso una serie di dettagli: l’incrociare delle lance, le armi cadute al suolo, l’incedere dei cavalli in varie direzioni (quello di fronte Dario reso con uno spettacolare scorcio prospettico), i caduti riversi a terra con lo sguardo terrorizzato. Il tutto è ambientato in uno spazio neutro, con nessun riferimento paesaggistico se non un albero rinsecchito alle spalle di Alessandro.
Senza dubbio il mosaico della battaglia di Isso è un manufatto di grande pregio che meraviglia non solo per le sue dimensioni ma anche per la modalità di rappresentazione del celebre evento storico. Un insieme di milioni di piccole tessere che riportano con maestria l’acme di una battaglia leggendaria che ha dato il via all’affermazione del grande regno macedone di Alessandro Magno.
Fonti
- Corriere della Sera, I capolavori dell’arte–Musei del mondo. Museo Archeologico. Napoli, 2016
- Bora – Fiaccadori – Negri, I luoghi dell’arte. Dalla Preistoria al VI secolo d.C., Electa Scuola, 2009.
- S. De Caro (a cura di), Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Electa Napoli. Soprintendenza archeologica di Napoli e Caserta 1999.
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