Tregua dai dolori. Questo è il significato del nome che gli antichi greci, ancor prima dei romani, diedero al promontorio di Posillipo. E il Parco del Pausilypon oggi è esattamente così: dopo una lunghissima camminata nello straordinario Tunnel di Seiano, una delle opere di ingegneria più interessanti del mondo antico, ti ritrovi davanti a un luogo che ha conservato esattamente i canoni della bellezza antica: semplici, puri, in perfetta unione con la natura.
E non poteva essere altrimenti, dato che è stato dimenticato per secoli, tagliato fuori dal resto della vita napoletana e riscoperto solo recentemente.
Il Pausilypon, più dolori che pace: la villa di Pollione
In realtà, nonostante il nome rassicurante, la villa romana che troviamo appena ci si trova sul piccolo pianoro alla fine della grotta, storicamente la si attribuisce alla figura di Publio Vedio Pollione, governatore e cavaliere del’Impero Romano, sotto Ottaviano Augusto.
Di lui non si parlava affatto bene, anzi, era famosissimo per la sua crudeltà immane, la totale assenza di moralità e la corruzione senza fine.
Aveva fatto allestire una piscina stracolma di murene dove faceva gettare i suoi servitori che, durante i banchetti con amici, non lo facevano divertire o che in qualche modo disubbidivano.
Insomma, almeno si consolava nel vederli sbranati dagli animali marini.
Seneca ci racconta che un giorno, durante un banchetto in presenza di Augusto in persona, un giovane servo fece cadere per terra una coppa con il vino. Pollione andò su tutte le furie per la figuraccia ed ordinò l’esecuzione più dolorosa possibile per il ragazzo, in modo da regalare uno spettacolo cruento al suo Imperator. Il giovane si disperò, cercò in ogni modo di chiedere pietà, ma il padrone non aveva alcuna intenzione di andarci piano.
Alla fine intervenne Augusto, commosso dal povero ragazzo: ordinò ai servitori di portargli qualsiasi cosa di valore all’interno della casa di Pollione. Poi, davanti all’ospite sconvolto, ruppe uno ad uno tutti gli oggetti. Lo schiavo fu così risparmiato grazie all’intervento dell’imperatore.
Sappiamo che, alla morte di Pollione, l’attuale Parco del Pausilypon diventò residenza imperiale grazie alle disposizioni testamentarie del crudelissimo governatore dell’Asia in pensione.
La villa più bella della Campania Felix
Il Parco del Pausilypon, nei resti ancora in buone condizioni, mostra il gusto del suo proprietario: occupa un’area di nove ettari e, al tempo di Roma, comprendeva anche l’isolotto della Gaiola.
Oggi vediamo edifici spogli e in condizioni decisamente poco appariscenti. Due millenni fa erano invece una delle ville più belle dell’intero Impero: i pavimenti erano lastricati in marmo, erano presenti statue, terrazze, ringhiere finemente decorate, fontane e vigneti. C’era un Odeion, che oggi è stato ricostruito ed ancora adesso svolge la funzione di teatro, con una capienza di quasi 2000 posti.
Si riconoscono tracce anche di altri edifici: probabilmente era presento un piccolo stadio per le gare atletiche.
L’abbandono, il ripristino borbonico, il nuovo abbandono
Dopo il collasso dell’Impero Romano, le strutture e le meraviglie che avevano reso invidiata l’intera Italia nel mondo intero finirono ricoperte da piante e rovi, poi crollarono fra terremoti, abbandono e inesorabile progressione del tempo.
La villa di Pollione fece proprio questa fine. Anche perché la grotta di Seiano, rimasta senza proprietario, fu presto coperta dalle erbacce e poi chiusa. E di tutte le strutture in riva al mare rimasero solamente scheletri visibili dalla costa. Emblematica è ad esempio la storia del Palazzo degli Spiriti di Marechiaro, diventato sede di falsari.
Se la villa tornò famosa nel ‘700, e la troviamo anche in alcune litografie, la grotta fu riscoperta per puro caso nel 1841, nell’ambito della costruzione di Via Coroglio, mentre gli operai stavano disboscando il territorio e creando la traccia per la strada che ancora oggi collega Posillipo con Bagnoli.
Sotto Ferdinando II, che puntò fortemente sulla promozione dell’immagine di Napoli come città turistica, la Grotta di Seiano e il Parco del Pausylipon diventarono un luogo gettonatissimo: fu così che ad esempio abbiamo cronaca di Edgar Allan Poe che si incastrò all’interno del tunnel.
Dopo la II Guerra Mondiale ci fu di nuovo l’abbandono: prima servì come rifugio antiaereo per i cittadini, poi diventò deposito di materiali di risulta per gli edifici che, crudelmente, stavano per essere costruiti fra il promontorio e Coroglio.
Lo schiaffo più grande al territorio: Posillipo e Bagnoli, nati come casa delle bellezze e dei vizi dei romani si sono trasformate in un paradiso con alle spalle una spiaggia deturpata da una fabbrica sgraziata e orribile.
Oggi, in tempi nuovi e con moralità diverse, il Parco del Pausylipon è stato completamente recuperato e restaurato e, dal 2009, è stato restituito alla cittadinanza dopo sessant’anni di abbandono.
Per info e visite: Parco Archeologico del Pausilypon (areamarinaprotettagaiola.it)
-Chiara Sarracino
Riferimenti:
Achille Della Ragione, Posillipo e Mergellina tra arte e Storia, Napoli, 2017
Vittorio Gleijeses, La Regione Campania, Storia ed Arte, Edizioni del Giglio, Napoli, 1972
Art Bonus – Parco Archeologico del Pausilypon
https://www.romanoimpero.com/2018/03/villa-del-pausilypon-posillipo-campania.html
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