La volpe pescatrice è un animale raffigurato in diversi borghi della Costiera Amalfitana. Rappresenta la duplice natura degli abitanti di queste terre, formate dalla dirompente unione del mare con le rocce dei Monti Lattari. Per secoli infatti la popolazione locale ha costruito la propria economia grazie alla sapiente agricoltura e all’allevamento, ma anche grazie alla pesca e al commercio marittimo. Quasi come una volpe che, furba e affamata, decide di spingersi oltre i monti e raggiungere le acque per cercare nuove prede. Niente meglio della volpe pescatrice riassume la doppia identità dei popoli amalfitani: un po’ contadini e un po’ pescatori.
Il pistrice
La figura della volpe pescatrice deriva dal pistrice, mostro marino con testa di drago e coda di serpente. La volpe accompagna infatti il pistrice in vari bassorilievi e decorazioni.
Il mostro è al centro di un importante episodio biblico connesso a Giona, profeta ebraico. Nell’Antico Testamento Giona vorrebbe sottrarsi alla missione che Dio gli ha affidato, ma viene inghiottito da un mostro marino che lo tiene tre giorni nel suo ventre, per poi vomitarlo incolume su una spiaggia. Il mostro è stato nel tempo identificato in una balena, ma nelle rappresentazioni amalfitane è frequente la raffigurazione di Giona tra le fauci del pistrice.
Ravello e Positano
A Ravello troviamo tre rappresentazioni del pistrice. Due sono i mosaici speculari del Duomo, dove si vede Giona uscire vivo dalle fauci canine del mostro. Un altro mosaico che raffigura la stessa scena, in uno stile diverso, è invece presente nella Chiesa di San Giovanni del Toro.
È a Positano che troviamo invece la più nota rappresentazione del pistrice accompagnato da una volpe. Si tratta del Pistrice Immane presente sulla parete del campanile della Chiesa di Santa Maria Assunta, conosciuta anche come Chiesa Madre di Positano. Lungo il vicolo che conduce alla chiesa troviamo invece una più piccola opera dedicata a questa strana coppia, dove la volpe sembra essere una sorta di cane da riporto per pesci, a servizio del pistrice. Avventurandosi tra le strade di Positano si trova anche un pistrice più “contemporaneo”, abbinato a una sirena oltre che alla volpe.
Furore: il Sentiero della Volpe Pescatrice
La volpe pescatrice è fortemente associata anche al borgo di Furore. Qui troviamo infatti il Sentiero della Volpe Pescatrice, che parte in località Sant’Elia e raggiunge, attraverso una lunga scalinata, l’incantevole Fiordo di Furore. Il percorso dura circa 40 minuti e conduce al mare silenziosamente, insinuandosi come una sottile spaccatura all’interno della montagna, al passo di una volpe che si inoltra in una segreta via di fuga. Fa parte del sentiero 354 della rete CAI – Monti Lattari.
Il borgo è letteralmente arrampicato sulla montagna e non sembra per nulla una località marittima. Il fiordo si insinua quasi di nascosto nelle rocce montane, rivelando il sentiero che più di tutti racconta la strada percorsa dai contadini che diventano pescatori. Tra le panoramiche strade montane di Furore non è raro incontrare delle imbarcazioni “parcheggiate”. La montagna utilizzata come deposito per una barca può essere considerata una versione attualizzata dell’affascinante volpe pescatrice.
Dal pistrice a Pinocchio
La parabola di Giona ha probabilmente ispirato l’episodio in cui Pinocchio viene ingoiato dal Terribile Pesce-Cane, dove ritrova poi Geppetto. Il pesce gigante diverrà poi una balena nel celebre film Disney. Una figura, quella del mostro delle acque, molto utilizzata nel filone della letteratura fantastica oltre che nella costruzione dell’identità territoriale della costiera amalfitana. Un essere che si trasforma, che racchiude più elementi, capace di ospitare storie spaventose quanto avventurose.
Pinocchio e Geppetto sono inoltre i protagonisti di un murales a Figlino, frazione di Tramonti, dove troviamo anche un vero e proprio monumento dedicato al più famoso burattino italiano.
Un po’ contadini e un po’ pescatori
Contadini e pescatori si muovono tra le terre dei Monti Lattari e della Costiera amalfitana, con pazienza ma sopratutto con tanta fantasia. Sono questi gli elementi alla base della filosofia del territorio, uno luogo dove si coltivano spazi ostici con eroismo e creatività e dove ci si è inventati nel tempo commerci e forme d’arte apparentemente impensabili. Un po’ spinti dalla necessità di stimolare economie sempre nuove, un po’ ammaliati da una bellezza tutta da esplorare e dipingere tra terra e mare.
Riferimenti:
Louis Charbonneau-Lassay; Il Bestiario del Cristo; 1944
Antonio Parlato; Del Pistrice immane di Positano e di altre mostruose creature delle acque; 2012
Gillian Price; Walking on the Amalfi Coast; 2017
Parco dei Monti Lattari. Costiera sorrentina e amalfitana; La Repubblica – Le guide ai sapori e piaceri; 2021
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