Al Capone, il più celebre criminale della storia contemporanea, era originario di Angri.
Le origini italiane del famoso gangster sono facilmente intuibili dal suo stesso nome. Ma su di lui e sulla sua famiglia si hanno diverse notizie. D’altronde la celebrità raggiunta da Al Capone anche dopo la morte ha alimentato l’interesse verso ogni elemento della sua biografia.
Andiamo dunque alla scoperta delle vere origini di “Scarface“.
Gabriele e Teresina: due genitori alla ricerca della felicità
Alphonse Gabriel Capone nasce nel gennaio 1899 a Brooklyn ma le sue origini sono tutt’altro che americane.
Il padre Gabriele era un barbiere (panettiere per alcuni) originario di Angri che aveva vissuto per un periodo a Castellammare di Stabia. Anche la madre Teresina Raiola, casalinga e sarta di professione, proveniva dallo stesso paese.
Emigrarono negli Stati Uniti d’America alla fine dell’800. Come molti emigranti del Sud Italia, Gabriele e Teresina partiroo con la speranza di un futuro migliore per loro e per i figli.
Al Capone: dalle strade di Brooklyn alla costruzione di un impero
E di figli ne ebbero nove. Il quarto, Alphonse, mostrò sin da subito una propensione diversa rispetto a quella dei genitori.
Dopo aver lasciato la scuola cattolica in tenera età all’età di 14 anni conobbe John Torrio, un famoso criminale di cui sarebbe diventato il fedele braccio destro.
Con lui si trasferisce a Chicago e, nel giro di qualche anno, i due mettono in piedi un impero fondato sui ricavi della prostituzione, del gioco d’azzardo e sulla vendita illegale degli alcolici. Non bisogna infatti dimenticare che nel 1920 entrò in vigore il Volstead Act che instaurò il proibizionismo, ovvero il divieto e la vendita di alcool.
Dopo il ritiro dalle scene di Torrio, Al Capone all’età di 26 diventò il capo di un impero ricchissimo, esercitando una forte influenza non solo su Chicago. Corruppe gran parte dei corpi di polizia e uomini della politica, riuscendo così a sfuggire a ogni tipo di imputazione di reato per molto tempo.
Il suo potere fu messo a dura prova soprattutto da due elementi: la malattia e l’evasione fiscale. La sifilide non curata in giovane età, infatti, fu la causa dei suoi problemi di salute non solo fisica ma anche mentale. Nel 1931, inoltre, fu condannato a 11 anni per evasione fiscale a seguito di un processo celeberrimo che ebbe grande risonanza mediatica.
Questi due aspetti segnarono il lento declino di Al Capone che morì nel 1947 a seguito di complicanze di un infarto.
L’immagine di “Scarface” nella società
La figura di Al Capone entrò presto nell’immaginario collettivo. Divenne il prototipo del gangster italo-americano, attirando sia critiche che consensi.
Il suo stile di vita mondano, le attività filantropiche verso la comunità urbana e l’immagine che si creò furono al tempo stesso il suo punto di forza ma anche la crepa che incrinò irrimediabilmente i suoi ricchi affari illegali.
Dal film di Bryan De Palma “Gli intoccabili” passando per numerosi romanzi e biografie, il suo fascino malavitoso permane ancora oggi.
Un personaggio storico che ha segnato un’epoca, dal sangue in parte americano e in parte angrese!
Foto di copertina di Recuerdos de Pandora, CC BY-SA 2.0/modified
Fonti
- S. RUBINSTEIN – I. BERKOWITZ, Al Capone. Il re dei gangster, La Case Production 2013.
- D. BAIR, Al Capone. His life, legacy and legend, Knopf Doubleday Publishing Group 2016.
- La storia di Al Capone, su “Il Post”, 25 gennaio 2017.
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