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Il Fiordo di Crapolla è un’incantevole insenatura della penisola sorrentina, raggiungibile a partire da Torca, frazione di Massa Lubrense. Affaccia sul golfo di Salerno e fa parte della più ampia Area Marina Protetta di Punta Campanella. Si raggiunge a piedi, attraverso un affascinante quanto impegnativo percorso montano. Nell’insenatura sarà poi possibile sostare su una piccola spiaggia, isolata e tranquilla.

Fiordo visto dai gradini. Ph. Associazione Torca Crapolla.

Come arrivare

Punto di partenza ideale per raggiungere Crapolla e la sua spiaggia è la piazza di San Tommaso Apostolo a Torca. Da lì si imbocca, rigorosamente a piedi, Via Nula, per proseguire per altre stradine di Torca che si intersecano, cioè via Gesine e Via Casalvecchio.

Ci si inoltra poi progressivamente in un sentiero dell’immensa area dei Monti Lattari, che si trasforma in una lunga discesa composta da 700 gradini in pietra calcarea, sebbene chi li percorre con frequenza, divertendosi a contarli, sostiene che siano 668 o 669. I gradini condurranno poi fino all’antico borgo di pescatori di Crapolla, oggi disabitato, e alla spiaggia ricca di ciottoli del fiordo, punto di arrivo dell’itinerario.

Lungo il percorso si incontra la Cappella di San Pietro, su un’altura posta appena 30 metri sopra l’insenatura di Crapolla. La cappella è ciò che resta dell’antica Abbazia di San Pietro, sorta nell’anno Mille come Monastero dei Benedettini Neri. Dal lato opposto dell’insenatura si trova invece un’antica torre difensiva. La tradizione vuole che San Pietro sia sbarcato qui nel suo viaggio dalla Palestina a Roma.

Spiaggia vista dalle scale. Ph. Associazione Torca Crapolla.

La lunghezza del percorso, da Piazza San Tommaso Apostolo, è di 1,7 km, partendo da un’altitudine di 350 m. La discesa potrebbe far sembrare apparentemente semplice il percorso, che però al ritorno si rivelerà massacrante, in una difficoltosa e impegnativa risalita da compiere per tornare al punto di partenza. All’andata potrebbe bastare anche una passeggiata di 30 minuti per raggiungere la spiaggia, mentre al ritorno potrebbe essere necessario almeno il doppio del tempo, senza considerare le necessarie pause. La gradinata può diventare particolarmente complicata se si sceglie di percorrerla nell’orario sbagliato, in quanto non ci sono ripari dal sole nelle ore calde. Sono inoltre assenti punti di rifornimento per l’acqua.

Un sito invisibile quanto antico

L’insenatura si poi presenta molto stretta, lunga circa 160 metri, con l’acqua che insinua quasi segretamente al suo interno. La spiaggia, difficilmente avvistabile dal mare, è delimitata e protetta dalle rocce, potendo così godere di poche ore di luce al giorno.

Sono presenti nel sito anche i resti di alcune costruzioni romane. Alcune antiche strutture, dette “munazzeri“, nel tempo sono state utilizzate dai pescatori come abitazione o ricovero per le barche.

Munazzerri. Ph. Associazione Torca Crapolla.

Le isole

Lungo il percorso che porta al Fiordo di Crapolla è possibile ammirare diverse isole. Sul versante di Positano si avvista l’arcipelago de Li Galli, che si lega al mito di Ulisse e delle sirene. Anche Crapolla si lega alla mitologia, se si pensa che il toponimo deriverebbe dal dio Apollo. C’è poi Vetara, isolotto disabitato. Mentre dista poche centinaia di metri lo Scoglio Isca, che fu abitato da Eduardo De Filippo. Una nuotata energica, a partire dalla spiaggia di Crapolla, permette di arrivare ai piedi dell’isola abitata dal celebre drammaturgo napoletano, sebbene le acque siano spesso attraversate da veloci motoscafi che rendono la traversata più complicata.

Scoglio Isca visto dalla Torre di Crapolla. Ph. Associazione Torca Crapolla.

Lo scoglio Isca è stato scelto come location nel film di Paolo Sorrentino È stata la mano di Dio. Difficile non vederci un omaggio a Eduardo da parte del pluripremiato regista napoletano. Proprio nelle acque che separano Isca dal Fiordo di Crapolla sono quindi ambientate alcune scene del film. Qui si ha anche l’incontro tra Fabietto, il protagonista, con un contrabbandiere a bordo di un motoscafo, che diventerà poi suo amico.

Una bellezza difficile da raggiungere

I gradini che conducono al fiordo sono numerati, come a incoraggiare l’escursionista a raggiungere la fine, aiutandolo a non sentirsi completamente disperso. Anche sulla spiaggia, un posto dove sembra essere completamenti dimenticati dal mondo circostante, potremmo essere sorpresi da un’imbarcazione privata giunta lì per vendere bevande o gelati ai viaggiatori distratti, arrivati fin laggiù senza viveri.

La numerazione dei gradini. Ph. Associazione Torca Crapolla.

Un luogo ameno che si colora di un tocco umano variopinto, fin dall’antichità, dai pescatori coraggiosi che si inoltravano fino alla spiaggia, ai romantici motoscafisti ritratti da Paolo Sorrentino.

Riferimenti:

Si ringrazia l’Associazione Torca Crapolla per le immagini fornite.

Massimo Caimmi; Il Tirreno centrale: Da Anzio a Capo Palinuro, Pontine, Flegree e Capri; 2018

Maria Mautone; I beni culturali: risorse per l’organizzazione del territorio; 2003

https://www.puntacampanella.org/escursione-al-fiordo-di-crapolla

https://www.torca.it/file_htlm/topo%20torca%20crapolla.html

https://www.crapolla.it/index.html

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