Il Comune di Napoli il 4 dicembre 2020 ha ufficialmente intitolato lo Stadio cittadino a Diego Armando Maradona. L’Amministrazione comunale ha voluto omaggiare così il calciatore riconosciuto come il più grande di tutti i tempi. Pochi sanno che nella seconda metà degli anni Ottanta a Pagani, in provincia di Salerno, erano già stati inaugurati i Campetti Maradona.
La nascita dei Dalmita Maradona
La struttura nacque come un impianto sportivo dedicato alla famiglia Maradona, nel periodo in cui Diego militava tra le fila del Napoli. Fu proprio il Pibe de Oro in persona a battezzare il centro, che sarebbe stato dedicato non a lui ma a sua figlia, quasi a voler dare una testimonianza del lascito che avrebbe dato Diego ai posteri. Pagani diede così i natali ai Dalmita Maradona, noti per i paganesi semplicemente come “Campetti Maradona”.
Si trattava essenzialmente di una piccola realtà di provincia, nel cuore di un paese a metà strada tra Napoli e Salerno. I Dalmita Maradona furono collocati nel centro cittadino, in modo da essere raggiungibili a piedi dai tanti bambini che abitavano nei dintorni. Un’idea di sviluppo urbano molto diversa dai grandi impianti fuori dai centri abitati che sarebbero nati in seguito.
Un ritrovo per i giovani paganesi
I giovani cresciuti negli anni Novanta avrebbero vissuto intensamente quell’impianto. I Campetti Maradona divennero una sorta di istituzione per tutti i ragazzini di Pagani che sognavano di diventare calciatori, sulle orme di Diego e dei tanti altri campioni che avrebbero calcato i campi della Serie A.
La struttura era costituita da due piccoli campi adatti al calcio a 5, utilizzati dalle scuole calcio locali o per le classiche partitelle tra amici del fine settimana. Qua e là si vedevano appiccicate sui muri alcune foto ritraenti un Maradona giovane e sorridente, come ricordo dell’inaugurazione dell’impianto.
L’entrata di Maradona nella cultura di Pagani
Le generazioni successive frequentarono i Campetti Maradona senza però conoscere effettivamente il campione argentino, se non attraverso i vari speciali televisivi o le videocassette conservate dai genitori. La figura di Maradona era comunque ben nota e familiare, faceva in un certo senso parte del contesto, come il nome della chiesa cittadina o delle scuole elementari. Cose a cui tutti i bambini sono abituati anche senza conoscerne intrinsecamente la storia. Nessuno ci vedeva nulla di strano nel fatto che i campetti si chiamassero così e a pensarci bene nessuno si era mai interrogato su chi fosse Dalmita.
Maradona a Pagani era insomma diventato qualcosa che più che alla realtà terrena apparteneva all’immaginario collettivo, quasi qualcosa di astratto. Faceva ormai parte del linguaggio paganese e i bambini ne imparavano da piccolissimi il significato. I giovani si davano appuntamento ai Maradona, diventati un luogo di ritrovo al di là dei campetti. Il nome del calciatore era inoltre diventato in fretta il riferimento di qualsiasi giocata effettuata sui campi. Quando qualcuno esagerava veniva subito ridicolizzato con frasi tipo “Non sei Maradona tu” o “Vuoi fare Maradona con il pallone“, seppur nessun nato negli anni Novanta avesse davvero vissuto le gesta dello storico numero 10.
I Campetti Maradona di Pagani rappresentarono così proprio i valori di Diego. Una naturale idea di calcio, la spontaneità con cui un bambino si avvicina a un pallone con la voglia di non staccarsene più. Un concetto che i paganesi sono stati abituati a comprendere fin da piccolissimi, attraverso i racconti dei genitori e quel popolare punto d’incontro che divennero i campetti.
Era proprio nelle realtà di provincia che si capiva l’impatto che Maradona aveva avuto nel tessuto sociale napoletano, già più di trent’anni prima che il San Paolo gli venisse intitolato.
I Campetti Maradona oggi
Oggi i Campetti Maradona sono finiti in disuso, trasformandosi in un monotono parcheggio del corso cittadino. L’ultima volta che ci sono stato vidi che non era stata nemmeno rimossa l’erba sintetica e in alcuni punti c’era ancora la linea della rimessa laterale. Le auto erano tranquillamente parcheggiate nel campo che aveva fatto sognare centinaia di giovani. Più romanticamente forse l’erba è ancora lì per non dimenticare del tutto l’essenza di quel luogo.
Anche i campetti sono diventati così qualcosa di astratto, un nostalgico ricordo della primissima giovinezza dei paganesi cresciuti negli anni Novanta. La figura di Maradona a Pagani racconterà sempre, oltre gli scudetti del Napoli, la spensieratezza di un ragazzino libero di giocare a pallone a pochi passi da casa.