Da Sapri a Maratea. Dal Cilento alla Basilicata. Il sentiero “Apprezzami l’asino” ricalca il tracciato di un’antica mulattiera, utilizzata per collegare Sapri con Acquafredda di Maratea. Si trattava di una piccola strada rurale, percorribile solo a piedi o con animali da soma, che serviva da arteria di collegamento per gli scambi commerciale tra le due aree.

Oggi il percorso si è trasformato in un itinerario più agevole, panoramico e naturalistico. Deve il suo nome alla tradizione che riporta l’abitudine di sacrificare un asino, nei casi in cui due animali si incontrassero faccia a faccia lungo l’angusto sentiero, rendendo impossibile il passaggio di entrambi.

Apprezzami l'asino
Partenza del sentiero Apprezzami l’asino – Ph. Gerardo Russo.

L’origine del nome

Il sentiero Apprezzami l’asino, detto anche nel parlato locale Apprezzam’ u ciucc’, fino agli inizi del Novecento e prima della costruzione della SS18, era l’unica via costiera che collegava Sapri e Maratea, permettendone scambi economici e commerciali.

È storicamente legato alla ristrettezza di alcuni suoi tratti. Quando lungo il percorso si incontravano due asini provenienti dai sensi opposti, occorreva ricorrere a una valutazione del valore degli animali. I due commercianti, proprietari dei rispettivi asini, giungevano a una stima su quale fosse il meno costoso, così da poterlo sacrificare, spingendolo in mare, giù dalla rupe. Il proprietario dell’asino meno costoso sarebbe stato preventivamente risarcito della metà del valore dell’animale, mentre il carico che trasportava sarebbe stato poi riportato al punto di partenza.

Secondo alcuni non si tratterebbe altro che di una leggenda, ricamata dalla fantasia popolare. C’è chi invece da una spiegazione meno crudele al nome “Apprezzami l’asino”, credendo che, una volta ultimata la trattavia, l’asino meno costoso sarebbe stato costretto a tornare indietro, senza precipitare in mare ma garantendo comunque il risarcimento al suo proprietario. Allo stesso tempo, altre teorie sostengono che il sacrificio dell’asino avveniva proprio per la difficoltà dell’animale nel camminare all’indietro.

La statua della Spigolatrice

Apprezzami l'asino
Scoglio dello Scialandro, visto dal sentiero – Ph. Gerardo Russo

Il percorso permette di ammirare lo scoglio dello Scialandro, dove si trova la scultura dedicata alla Spigolatice di Sapri, la famosa poesia di Luigi Mercantini.

Si tratta della prima delle due opere presenti a Sapri che raffigurano la Spigolatrice. In questo caso si tratta della più antica, realizzata nel 1994 dall’artista battipagliese Gennaro Ricco, che vede la figura protagonista della poesia sdraiata sullo scoglio, con lo sguardo rivolo verso la baia.

Dal sentiero la spigolatrice sembra piccola e lontanissima, quasi a diventare essa stessa la barca in mezza al mare che ella avvista lavorando tra i campi.  Un’altra statua dedicata alla Spigolatrice, molto meno romantica della prima, è presente sul lungomare di Sapri ed è stata realizzata nel 2021.

Il testo de La Spigolatrice di Sapri fu scritto nel 1858 in memoria della tragica spedizione di Carlo Pisacane, storico rivoluzionario che tentò di stimolare un’insurrezione antiborbonica. Particolarmente noto è il ritornello della poesia: “Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!”.

Inizio del percorso

“Apprezzami l’asino” inizia nei pressi del Porto di Sapri e presenza una prima parte molto ampia e abbastanza pianeggiante, compreso il tratto da cui ammirare la statua della Spigolatrice, per poi diventare progressivamente più stretto e difficile da percorrere.

A sua volta, si può accedere al porto mediante una scala in pietra denominata Sentiero degli innamorati, che parte dalla SS18.

Apprezzami l'asino
Percorso del sentiero Apprezzami l’asino – Ph. Gerardo Russo

L’essenza di una strada

Il sentiero Apprezzami l’asino riesce, nelle sue molteplici sfaccettature antropiche e storiche, a caricarsi di significati che vanno al di là dell’ambiente che attraversa. Il mare non è solo l’incantevole panorama di chi si muove a mezzacosta, ma anche il destino degli sventurati asini, oltre a essere l’orizzonte che sorprese la protagonista della celebre lirica risorgimentale. Il tracciato poi, immerso in un paesaggio mediterraneo, racconta invece il sudore e le difficoltà del commercio di un tempo, prima che le infrastrutture lo aiutassero o lo condizionassero.

Percorrendo il sentiero si rivive l’idea pura di una strada, mezzo di comunicazione per eccellenza tra due luoghi apparentemente lontani. Il mare e la terra smettono di essere di natura e si trasformano in strade, così come le persone che li attraversano non hanno neanche bisogno di chiedersi cosa diventeranno continuando a camminare.

Bibliografia:

Francesca Filippi; Matera e la Basilicata – Lonely Planet; 2015

Renato Nicodemo; Nicodemate; 2019

Sitografia:

https://www.comune.sapri.sa.it/percorso-apprezzami-lasino/

https://www.cai.it/sezione/potenza/incontri/sapri-sentiero-degli-innamorati-apprezzami-lasino/

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