L’aggettivo ‘nzallanuto viene comunemente usato per indicare una persona confusa, distratta, stralunata. Ed in questo caso il termine ha un collegamento speciale con la luna che risale addirittura all’antica Grecia, ma oltre a questa ipotesi, all’epiteto è attribuita un’ ulteriore origine lasciataci in eredità dai nostri benamati avi Elleni.
Lo ‘nzallanuto tra la Luna e le tempeste
A chi non è capitato almeno una volta di sentire, o meglio di sentirsi dire “si proprio nu ‘nzallanuto“, in momenti in cui ci si sentiva intontiti, distratti, goffi nei movimenti, questo termine cade proprio a pennello. All’aggettivo vengono attribuite ben due etimologie differenti, che hanno però la stessa radice proveniente e persistente nei secoli.
L’ipotesi più accreditata attribuisce l’origine dell’epiteto a Selene, la dea che gli antichi Greci pensavano abitasse sulla Luna. La divinità era di una bellezza mozzafiato, tant’è che chiunque la guardava anche per pochi secondi restava assuefatto da cotanta bellezza, tanto da lasciare l’osservatore intontito: da qui è nata la parola inselenito, che in napoletano è poi diventato il nostro essere ‘nzallanuto.
Si pensa che il termine possa derivare anche dall’unione di due parole greche: la prima “zän;zale” cioè tempesta e l’altra “vòos;noos” che vuol dire mente, insieme le due parole andrebbero a disegnare uno stato d’animo di disagio e di offuscamento mentale, da cui prenderebbe origine il nostro ‘nzallanuto, che vede in concomitanza alla sua nascita anche il verbo ‘nzallanirsi.
Sono queste le ipotesi d’origine dell’epiteto dialettale, utilizzato in contesti diversi e con significati diversi. Ci auguriamo di aver dato una spiegazione chiara, avendo sciolto ogni dubbio sul termine evitando così la possibilità di “‘nzallanirsi“.
Bibliografia
Renato Rutigliano, la saggezza antica dei proverbi napoletani, Edizioni Marotta.
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