Le storia dell’edificio Qui si sana è una delle tante che riguardano il territorio di Benevento, da sempre ricco di suggestioni, leggende, miti. Dal beneventano, infatti, provengono le famosissime streghe, utilizzate come minaccia per farci fare i bravi da bimbi, o ancora il noce, l’albero del demonio.
Pochi sanno che il territorio del Sannio è anche luogo di tantissime escursioni di luoghi abbandonati, a cui appartiene uno dei più celebri di Benevento: l’ex manicomio “Qui si sana”, la cui si confonde con la leggenda.
Proviamo insieme a delinearne i confini.
Qui si sana: uno dei segreti del Sannio
L’edificio non è sempre stato dimora per i malati di mente, perchè ha in realtà una tradizione ancora più antica. Le origini risalgono al VII secolo, quando sul territorio si stabilì l’ordine dei Gesuiti.
Il cambio di proprietà si avrà solo dopo l’Unità d’Italia, quando furono confiscati i beni ecclesiastici e ridati a signori e potenti vicino alla corona.
Il palazzo finisce poi nelle mani della nota famiglia Torre-Capasso diventando uno dei loro possedimenti, nonchè residenza. Le leggende e i racconti oscuri che riguardano il Qui si sana nascono in seguito alla seconda guerra mondiale, periodo in cui l’edificio diventerà ospedale per i feriti in guerra. Da qui ci sarà la conversione in ospedale psichiatrico ed, in tale occasione, verrà scritto “Qui si sana” sulla soglia del portone d’ingresso.
Fenomeni paranormali o suggestioni?
L’edificio verrà col tempo abbandonato e da qui iniziarono le sfide tra i giovani coraggiosi per entrare all’interno del Qui si sana. Molti, dopo aver provato ad accedere al palazzo, scapparono via impauriti.
L’edificio è sulla sommità di una collina e la sua forma cubica, grigia lo fa sembrare quasi un set cinematografico costruito con il fine di far spavento.
Anche se, in effetti, coloro che si sono avvicinati al Qui si sana hanno assistito ad ombre ed urla, fenomeni del tutto inspiegabili dato che intorno all’edificio non c’è nulla.
Avvolto da una fitta vegetazione, vane furono le opere di recupero avviate negli anni ’80, poichè ogni volta che si tentò di ristrutturare il palazzo, le impalcature cedevano inspiegabilmente. Dopo tre tentativi e tre crolli si decise di abbandonare l’opera.
Con il tempo e con la rinuncia a prendersene cura, il Qui si sana è diventato l’esatto contrario del suo nome, ovvero una discarica abusiva e dimora per senzatetto. Attualmente la proprietaria dell’edificio è la signora Carolina che ha 84 anni. Non ha mai chiarito realmente la storia del palazzo, ma per ironia della sorte, secondo un progetto e relativi fondi da poco stanziati, il Qui si sana diventerà in futuro una casa di cura.
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