“Ma quale idea” è molto più di una semplice canzone: è l’inno di una generazione e la consacrazione di un artista visionario, Pino D’Angiò. Nato Giuseppe Chierchia a Pompei nel 1952, Pino D’Angiò è diventato uno dei nomi più iconici (e questo è davvero l’unico aggettivo possibile) della scena musicale italiana degli anni ’80, nonché uno dei pochi italiani a conquistare le classifiche internazionali con un brano che ha saputo mixare sapientemente funk, soul e disco.
Il boom internazionale con “Ma quale idea”
Nel 1980, in piena era disco, D’Angiò lancia quello che diventerà il suo cavallo di battaglia: “Ma quale idea.” La canzone, costruita su un riff di basso irresistibile, riesce a unire ironia e groove in una maniera del tutto nuova per il panorama musicale italiano. Non si tratta di una canzone d’amore, ma di un racconto scanzonato che riflette l’attitudine rilassata e disinvolta di quegli anni.
La semplicità del testo, in contrasto con l’elaborata produzione musicale, è uno degli elementi che rende “Ma quale idea” un fenomeno trasversale. Il brano non si ferma ai confini italiani: conquista le piste da ballo di tutta Europa, scalando le classifiche in Francia, Germania, Spagna e persino in America Latina. È l’epoca delle disco, dei club affollati e delle notti che sembrano non finire mai, e l’artista diventa il simbolo di questo momento dorato.
Pino D’Angiò, il pioniere del rap italiano
Oltre al successo nelle classifiche, Pino D’Angiò può vantarsi di un altro primato: essere uno dei precursori del rap in Italia. Il suo stile vocale in “Ma quale idea” – un parlato ritmato e cadenzato – anticipa quella che diventerà una delle forme d’espressione più potenti degli anni a venire. Anche se lui stesso non si sarebbe mai definito un rapper, è innegabile che abbia aperto una strada, rendendo il parlato uno strumento musicale a tutti gli effetti. Questo approccio innovativo ha contribuito a svecchiare la musica italiana, portando una ventata di freschezza e modernità in un panorama ancora legato a schemi tradizionali.
L’ironia il suo marchio di fabbrica
Artista poliedrico e infaticabile, ha fatto dell’ironia il suo segno distintivo. Le sue canzoni, apparentemente leggere, nascondono una sagace critica sociale. Nei testi di D’Angiò si riflettono le contraddizioni di un’Italia in rapida trasformazione, che passa dalla provincia alla metropoli, dall’artigianato alla grande industria, con tutte le tensioni e le promesse di progresso che questo comporta.
La sua capacità di raccontare storie con leggerezza, senza mai prendersi troppo sul serio, lo rende un personaggio unico nel panorama musicale italiano. Anche quando il successo di “Ma quale idea” si affievolisce, Pino D’Angiò continua a produrre musica, esplorando nuovi generi e mantenendo intatta quella vena di irriverenza che lo ha sempre contraddistinto.
L’eredità di un artista indimenticabile
Dopo il boom iniziale, Pino D’Angiò ha continuato a scrivere e produrre musica, sperimentando con diversi generi e collaborando con artisti italiani e internazionali. Sebbene nessuno dei suoi successi successivi abbia mai eguagliato la popolarità di “Ma quale idea,” il suo impatto sulla scena musicale italiana è rimasto intatto.
Negli anni ’90, con l’arrivo di nuove tendenze musicali e l’evoluzione del mercato discografico, si è allontanato dalle luci della ribalta, dedicandosi a progetti più intimi e meno commerciali. Tuttavia, il richiamo delle sue origini musicali è sempre rimasto forte, e l’artista ha spesso reinterpretato i suoi successi, portandoli in tour per tutto il mondo, ricordando al pubblico il suo ruolo fondamentale nella storia della musica italiana.
Pino D’Angiò, l’ultimo saluto dal palco dell’Ariston
Pino D’Angiò ha fatto la sua ultima apparizione pubblica al Festival di Sanremo 2024, partecipando alla serata delle Cover con i Bnkr44. La sua “Ma quale idea”, rivisitata insieme al gruppo di giovanissimi artisti, ha conquistato il pubblico in platea e i telespettatori: per i più agé si è trattato di fare un salto nel passato e per i più giovani di una scoperta entusiasmante.
Pochi mesi dopo, il 6 luglio 2024, Pino D’Angiò scompare all’età di 72 anni, dopo una lunga battaglia contro problemi di salute.
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