Vittorio Imbriani (Napoli, 1840 – Pomigliano D’Arco, 1886) è stato un letterato, filosofo, filologo e politico strettamente legato al mondo del giornalismo. Infatti, dedicò gran parte della sua carriera alla stesura di articoli su giornali letterari e politici (articoli ripubblicati ad oggi in volumi). L’attività di giornalista fu sfruttata da Imbriani anche per motivi economici: collaborò perciò con numerose testate napoletane.

Vittorio imbriani

La concezione del giornalismo di Imbriani

Vittorio Imbriani non si sentì mai un giornalista professionista, anche se per impegno e produzione fu tale. Ciò che lo distinse dagli altri giornalisti del secondo Ottocento fu la sua attitudine da pedagogo e da moralista. Per lui il giornale era l’unico mezzo per educare il popolo e per dialogare con questo. Inoltre, l’articolo gli serviva per esporre le proprie e le altrui opinioni, e spesso per criticare la forma letteraria con cui il pensiero degli avversari veniva espresso.

In particolare, gli ideali politici di Imbriani, come l’amore per la monarchia, erano molto forti e venivano continuamente fuori nei suoi articoli sui quotidiani. Nei periodici, invece, mostrava maggiormente un impegno letterario, filosofico, artistico e demologico.

Gli pseudonimi di Vittorio Imbriani

Per più di un ventennio, negli anni 1861-1885, Vittorio Imbriani si dedicò costantemente all’attività di redattore, tanto che ancora oggi è difficile definire precisamente quante furono le testate per cui scrisse.

Imbriani si firmava spesso con pseudonimi: ad esempio, “Un Italianissimo” per gli articoli politici e polemici, o in cui difendeva il genio artistico italiano contro quello d’oltr’Alpe; “Un Monarchico” per evidenziare la sua fede alla monarchia. O ancora, “Ugo di Napoli” (Ugo era il suo secondo nome), “WHY” (americanizzazione delle iniziali Vittorio Ugone Imbriani) , “Il Misantropo napolitano” (usato sarcasticamente contro quelli che lo ritenevano tale). “Quattrasterischi” era un altro pseudonimo utilizzato spesso da Imbriani, il quale scriveva della moglie chiamandola “Quattrasterischessa”, della figlia, “Quattrasterischina”, di Pomigliano d’Arco, “Quattrasteriscopoli”.

Infine, nel 1882 coniò quello di “Jacopo Moeniacoeli” (Jacopo Porta del cielo”) per firmare gli articoli sul “Giornale napoletano della Domenica”). Secondo lo studioso Benito Iezzi, le porte del cielo, per un polemista pieno di nemici e avversari come Imbriani, non erano affatto temute.

Gli inizi dell’attività di Vittorio Imbriani

A partire dal 1861, Vittorio Imbriani iniziò a collaborare con diversi quotidiani politici. Dal novembre 1886 al gennaio 1867 condusse il giornale la “Patria” dandogli un’impronta polemica a aggressiva, come testimoniato dai numerosi articoli di invettiva contro la Sinistra. I contenuti erano spietati e crudeli, e il padre di Vittorio lo persuase ad abbandonare la direzione del giornale e il mondo del giornalismo politico.

Dal 1870, Imbriani si dedicò soprattutto ad articoli di stampo critico-artistico. Solo in seguito riprese la stesura di articoli politici, in cui commentava i vari avvenimenti della politica italiana e straniera, seppure in un tono leggermente più mite rispetto a quello violento degli inizi.

Il “Giornale Napoletano di Filosofia e di Lettere” di Vittorio Imbriani

Vittorio Imbriani, come accennato poco sopra, non solo si dedicò ai quotidiani politici, ma anche ai periodici letterari e filosofici, in cui meglio riuscì a far trapelare le sue potenzialità e la sua bravura di scrittore.

La svolta vi fu nel 1872, quando fondò il “Giornale Napoletano di Filosofia e Lettere” in collaborazione con Bertrando Spaventa e Francesco Fiorentino. Nella prima serie di articoli (anno 1872), Imbriani pubblicò articoli di rilievo come quello riguardante le pastorali italiane del Cinquecento e la dieresi. Invece, nella seconda serie (1875-1878), presentò uno studio sull’autore napoletano Giambattista Basile, su Brunetto Latini e su Daniele Manin. Nella terza serie (1879-1884), gli articolo si concentrarono specialmente su Dante, poi su Lucrezio e sulle pastorali dei Seicento.

La quarta serie (1884-1885) fu incompleta: Imbriani si ritrovò a dirigere il giornale nonostante le gravi condizioni di salute (fu affetto da un tipo di sifilide). Il “Giornale Napoletano di Filosofia e di Lettere” diventò bimestrale, fino ad estinguersi con la morte del direttore.

“Il Giornale Napoletano della Domenica”

Settimanale fondato da Vittorio Imbriani e Francesco Fiorentino, “Il Giornale Napoletano della Domenica” fu pubblicato dal 1^ gennaio 1882 al 17 dicembre dello stesso anno. Inizialmente, Imbriani si trovò a scrivere molti articoli; però, a partire dal luglio del 1882, cioè con l’aggravarsi della sua malattia, il giornale visse un continuo decadimento, fino alla chiusura alla fine dell’anno.

Il settimane si presentava come “scientifico, artistico, critico, letterario”. Imbriani scrisse molti articoli di critica letteraria: su Dante, Vincenzo Monti, Carlo e Alessandro Poerio, Giuseppe Giusti, Tommaso Campanella e molti altri autori ancora.

Vittorio Imbriani è l’esempio di chi, fino all’ultimo dei suoi giorni, si è dedicato alla sua passione: quello per la cultura a tutto tondo e per la scrittura. Resta tutt’oggi uno dei massimi rappresentanti del giornalismo partenopeo.

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