Fotografia di Mena Leccisi

Napoli e il Carnevale hanno, da sempre, avuto un rapporto strettissimo. D’altronde, la nostra città ha un legame profondissimo con il trambusto, lo scherzo, la maschera, e lo sfarzo.

Classiche parole per descrivere proprio il il Carnevale, la cui storia ha origini antichissime che ovviamente riguardano anche la nostra amata città.

L’etimologia della parola non è ancora molto chiara: forse “Carne levamen” o “Carrum novalis”, ma non è da sottovalutare l’idea di molti, che sostengono che possa essere “Carnem levare”, letteralmente “Addio alla carne”, poiché la cerimonia prevede un periodo di lunga astinenza dai prodotti di macelleria.

Si pensi che agli inizi del XVI secolo non erano le maschere e le sfilate di carri le maggiori attrattive. Erano previste gare in cui prevaleva la maestria del cavalcare e di guerreggiare di chiunque vi partecipasse.
Dal ‘600 anche il popolo fu affascinato dalla bellezza delle mascherate ed allora salumieri, vinari e pescivendoli organizzavano gare di pesca distribuendo il ricavato agli spettatori. Non mancavano i costumi tradizionali, balli molto coreografici caratterizzati anche da movimenti volgari, canti e commedie popolari.


Ma è durante il regno dei Borbone che il Carnevale ebbe un gran successo. Difatti essi non badavano a spese pur di mantenere il popolo fedele al Regno. Proprio in questo periodo fu istituito il gioco chiamato: “Albero della Cuccagna” o anche detto “ palo di sapone” poiché i concorrenti dovevano raccogliere le numerose prelibatezze poste in cima ad un palo interamente insaponato. Questo gioco, ancora oggi visto come festoso e divertente
, prima della monarchia borbonica era in realtà una festa di morte e vendette fra poveri e si “giocava” a Piazza del Plebiscito (allora Largo di Palazzo), sotto gli occhi divertiti dei nobili.


Ma il Carnevale è anche, e soprattutto, maschere: siete sicuri di conoscere tutte le maschere della tradizione Partenopea? Se Pulcinella è il più famoso, non dobbiamo dimenticare tutti i suoi amici, che abbiamo raccontato in quest’altra storia.

-Valerio Iovane

Fotografia di Mena Leccisi dal nostro gruppo “Innamorati della Campania!

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