Il Golfo di Pozzuoli, circondato da morbide colline modellate, nel corso dei millenni d’attività vulcanica di questa focosa terra, è dominato da una maestosa costruzione: il Castello Aragonese di Baia.
Già in epoca romana questa collina era occupata da un complesso residenziale: Tacito riporta che la villa di Cesare sorgeva su un’altura dominante il Golfo di Baia ed è quindi molto probabile che tale complesso sia nei pressi della villa del condottiero romano o corrisponda proprio alla stessa.
Cosa resta però oggi di tale costruzione? Ben poco purtroppo, poiché gran parte dei resti andarono perduti durante i lavori di costruzione della fortezza.
Il castello aragonese di Baia venne fatto edificare da Alfonso II d’Aragona e la sua costruzione si ascriveva ad un piano più ampio di fortificazione delle coste dell’Italia meridionale, in maniera tale da preservarle dagli attacchi dei pirati saraceni. Per la sua edificazione il re si affidò all’architetto Francesco di Giorgio Martini, che si era già occupato dei lavori per rinforzare le cinta murarie dell’attuale Maschio Angioino.
Una fortezza rinnovata
Oggi purtroppo sono quasi scomparse le tracce della primigenia architettura del Castello Aragonese di Baia, in quanto questa è stata radicalmente modificata durante il periodo del vicereame spagnolo. Il vicerè Don Pedro Alvarez de Toledo, dopo l’eruzione del Monte Nuovo avvenuta nel 1538, diede inizio ad un’opera di ristrutturazione del castello, conferendogli la sua caratteristica forma a stella.
L’edificio continua ad avere un carattere militare durante il vicereame spagnolo, ma anche sotto il dominio austriaco e borbonico. Difatti il castello fu occupato per una trentina d’anni da truppe austriache, poi nuovamente assediato durante il breve periodo della repubblica partenopea e successivamente subì un’ulteriore occupazione da parte delle truppe di Giuseppe Bonaparte.
Il Museo dei Campi Flegrei
La fortezza cessò di avere funzione militare nel 1887, passando sotto l’amministrazione di diversi ministeri. Più tardi, nel 1927 si decise di riconvertirlo in un ospizio per gli orfani di guerra, funzione che rimase fino al 1975. Fu durante questo periodo che il castello subì un’opera di restauro e molti rifacimenti che inevitabilmente ne alterarono, in certi casi, la conformazione.
Nel 1984 è passato alla Soprintendenza Archeologica di Napoli e Caserta e dal 1993 è sede del museo archeologico dei Campi Flegrei.
Al di là dei reperti di importanza storica ineguagliabile presenti in questo museo, basta la sua posizione a fare di questo castello uno dei luoghi più belli della nostra terra; affacciarsi dalla terrazza di questa fortezza e ammirare il mare che si perde all’orizzonte e che ci fa davvero riconciliare col mondo.
– Gaia Borrelli
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