Se vi siete mai ritrovati a mangiare sushi sicuramente ricorderete, della prima volta che l’avete fatto, la difficoltà nell’usare le bacchette. E quasi certamente nella vostra mente avreste voluto invocare in soccorso la tanto pratica forchetta, un elemento così usuale delle nostre vite che quasi si dà per scontato esista da sempre.
In realtà questo oggetto, almeno come lo conosciamo oggi, fu inventato verso la fine del XVIII secolo da Gennaro Spadaccini, ciambellano di corte di Ferdinando IV di Borbone.
Storicamente la prima apparizione delle forchette risale ai greci ed ai latini, che le affiancavano a ditali d’argento usati per non ustionarsi le dita durante i pasti.
Dopo il crollo dell’Impero romano quest’oggetto cadde in disuso in Europa, conservando però il suo utilizzo nell’Impero Ottomano. In seguito furono i veneziani a riportare alla luce le forchette, che però avevano due o tre rebbi (parola tecnica per chiamare le punte).
Ma quasi 800 anni dopo, esse risultavano decisamente poco pratiche per mangiare il piatto preferito del re delle due Sicilie: gli spaghetti.
La ricetta tradizionale che associa a questa pasta il pomodoro iniziò a circolare sulle tavole intorno alla seconda metà del 1600, dopo l’importazione di questo condimento dal nuovo continente: l’America.
Inizialmente il piatto venne però relegato al consumo del ‘popolino’: era infatti scomodo e sconveniente mangiare con le mani questi lunghi filamenti di pasta in un pranzo ufficiale, e le forchette a due rebbi, che erano anche molto più lunghe delle attuali, non riuscivano a far mantenere all’aristocrazia un certo decoro al cospetto di principi stranieri e ambasciatori papali.
In più i nobili erano restii ad abbandonare quell’abbondanza di tovaglie, tovaglioli e abluzioni che costituivano un vero e proprio rituale del pranzo.
Ma re Ferdinando non volle assolutamente rinunciare al gustoso piatto che andava diffondendosi in quegli anni ed incaricò il suo ciambellano di trovare una soluzione.
Egli cominciò a pensare al da farsi ed ebbe un’intuizione che risolse tutti i problemi: accorciò i rebbi e la lunghezza della forchetta stessa, mise quattro punte per far sì che gli spaghetti potessero attorcigliarsi meglio e le rese meno appuntite, in modo da renderle più sicure da avvicinare alla bocca.
Così, quasi tre secoli fa, iniziò l’intramontabile successo degli spaghetti, che sicuramente devono un po’ della loro fortuna anche alla loro fedele compagna.
-Federica Russo
Il bellissimo disegno è di Lisa Mocciaro
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