Esistono ciliegie gialle? Nessun fotoritocco e nessun prodotto chimico. Il frutto nasce proprio così ed è una delizia che cresce nell’orto di casa nostra. Si tratta infatti della “Ciliegia Imperiale” o “Ciliegia di Formicola” e cresce nelle fertilissime campagne della Terra di Lavoro.
La peculiarità di queste particolarissime ciliegie è il loro sapore, ancora più dolce e zuccherino delle normali cerase napoletane, e rappresentano solo una delle 50 varietà della Campania. Fino agli anni ’80 la regione è stata il maggior produttore nazionale dando vita, nei periodi della fioritura, a coreografie meravigliose di ciliegi in fiore in tutti i borghi della provincia di Caserta e di Napoli.
La Ciliegia Imperiale, principessa della Terra di Lavoro
Merita la ribalta la cerasa più sgargiante e particolare: l’Imperiale di Formicola. Nasce in provincia di Caserta ed ha la peculiarità di essere multicolore, a volte completamente gialla, mentre altre volte rossa e gialla. Probabilmente fu portata a Formicola e dintorni dai Carafa, che erano proprietari di buona parte della Terra di Lavoro e, tramite innesti e attente tecniche di coltivazione, nacquero le varietà gialle. Questi frutti, che si stima abbiano circa 600 anni, maturano a giugno e si trovano esclusivamente nei territori del casertano. Più in generale, la provincia di Caserta produce il 60% delle ciliegie di tutta la Campania.
L’Imperiale ebbe il suo periodo di gloria negli anni ’70 del secolo passato, quando le industrie dolciarie del Nord Italia cercavano nuovi ingredienti per prodotti zuccherati e trovarono nel casertano la risposta a tutti i loro problemi.
Non era difficile infatti trovare “Ciliegia Imperiale” indicata fra gli ingredienti dei Boeri, cioccolatini tradizionali della Lombardia che furono trasformati nel famoso Mon Cheri della Ferrero, oppure nelle altre preparazioni dolciarie con prodotti a base di ciliegia, come le crostate preconfezionate.
Quante ciliegie in Campania?
La Campania, fino al 1986, aveva il primato italiano nella coltivazione delle ciliegie, con ben 8.277 ettari di campi coltivati. Questo primato fu ceduto alla Puglia a causa dell’altissimo costo di manutenzione e raccolta dei frutti, che portò gli imprenditori locali a cambiare destinazione dei terreni. Ad oggi moltissime coltivazioni stanno avendo un forte periodo di declino e rischiano l’estinzione. Come denunciano diverse riviste scientifiche di settore, il declino delle ciliegie regionali, specialmente nella varietà gialla, è un fenomeno diffuso in tutta Italia ed è proprio per questa ragione che oggi ci meravigliamo nel trovare frutti dai colori “anomali”.
Questo però non ha intaccato un altro vanto della Regione: sul solo territorio locale sono presenti ben 50 varietà differenti di ciliegia. A titolo meramente esemplificativo ci sono la Ciliegia della Recca, la Maiatica di San Potito Sannitico, la Bertiello di Somma Vesuviana, la Duroncella Nera o l’eccellentissima Spernocchia di Bracigliano, prodotta in provincia di Salerno e premiata nel 2011 come “migliore ciliegia d’Italia”.
Addirittura i Comuni della Campania produttori di cerase si sono consorziati, formando un marchio chiamato “Città delle Ciliegie”.
-Federico Quagliuolo
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Riferimenti:
https://www.freshplaza.it/article/4044947/le-ciliegie-di-formicola-ce-protagoniste-nell-enogastronomia-e-nella-cultura/
https://caserta.italiani.it/ciliegia-imperiale/#:~:text=%C3%88%20il%20caso%20della%20Ciliegia,produzione%20di%20cioccolatini%20al%20liquore.
http://www.italiafruit.net/DettaglioNews/50027/lapprofondimento/campania-le-ciliegie-autoctone-hanno-un-futuro-in-montagna
https://www.freshpointmagazine.it/produzione-mercati/innovazione/ciliegie-ci-piaceranno-bicolore/