Guappo
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Cercare di risalire al significato di una parola utilizzata comunemente è una “sfida” piacevole.

È molto interessante infatti cercare di capire quale sia la storia che abbia portato una parola ad avere questo tipo di accezione, in questo caso il significato di “guappo“.

Qual è l’etimologia della parola guappo?

Una delle risposte più probabili per le origini di questa parola si deve alla permanenza spagnola a Napoli, come del resto molti altri termini.

Molto probabilmente “guappo” è una napoletanizzazione della parola spagnola “guapo“, ovvero “bello“, ma può avere anche un’accezione comportamentale, può essere utilizzato per definire l’uomo o il ragazzo “spavaldo“, “sfrontato”, “arrogante”.

Tutti atteggiamenti categorizzati nella “guapperia“, ovvero quelle azioni o comportamenti da guappo, tuttavia questo termine può indicare anche un’insieme o un gruppo di “guappi”.

Tuttavia è curioso notare come anche altre zone, come la Sardegna ad esempio, che pure hanno avuto una forte influenza spagnola, non abbiano nel loro lessico l’uso di questa parola.

Molto probabilmente l’etimologia del termine ci porta al latino “vappa” ovvero il degenerato, o il cattivo soggetto.

Una tipica raffigurazione della figura del guappo

Il guappo nella Storia

Nonostante l’accezione abbastanza negativa che si da al termine oggi, il significato e il ruolo del guappo sono un aspetto molto importante per la storia e per le storie di Napoli.

Indicando infatti l’uomo sfrontato e arrogante, ma sempre ben vestito (questo è un aspetto importante per questa figura), il guappo era nemico giurato della camorra e dei bulli, tanto da essere considerato il nemico di questi elementi.

Oggi invece il significato di guappo è quasi sinonimo delle figure del camorrista o del bullo.

Riguardo l’abbigliamento, è possibile identificare due tipologie di guappo, quello “semplice” e quello “signorile“.

Mentre il primo punta all’ostentazione di se, il secondo è possibile considerarlo come il “papà” della figura del dandy inglese.

Anticamente dunque è una figura molto simile a quella dell’antieroe, tramutatosi per ragioni concrete in quella del “nemico“.

Le motivazioni sono presto dette, se infatti il guappo di quartiere vi proteggeva i suoi abitanti da bulli e camorra grazie alla sua maestria nei duelli, pian piano finì per essere assorbito dalle strutture della criminalità organizzata, prima come pappone e usuraio, poi come membro effettivo della “Bella Società“.

Chi sono i “guappi” più famosi?

Grazie alla cultura napoletana “tramandata”, ma anche grazie a estensioni artistiche e rappresentazioni, è stato possibile scoprire il nome di alcuni guappi, che per questo motivo potremmo definire “i più famosi”.

Ad esempio Antonio Spavone detto O Malommo o Guappo gentiluomo o Alfredo Masti, Nicola Capuano.

Lo stesso Edoardo de Filippo, nel suo “Il sindaco del rione Sanità“, interpreta la figura del guappo, nell’opera di Vittorio De SicaL’oro di Napoli” del 1954, un’intero episodio è dedicato a questo personaggio.

Anche Matilde Serao, intellettuale dell’epoca e moglie di Edoardo Scarfoglio fondatore de Il Mattino, fece del guappo un argomento dei suoi testi.

Fonti:

Agnese Palumbo, Monica Florio, “Il guappo”

Monica Florio, Il guappo. Nella storia, nell’arte, nel costume, Napoli, Kairòs 

Guappo, Treccani

Guapperia, Sabatini Coletti

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