Tra i chiostri, la chiesa e i suggestivi viali del Complesso di Santa Chiara, c’è uno spirito antico che attraversa la Basilica con il capo chino in preghiera, la veste lunga e il volto coperto. Così Sancha d’Aragona, principessa di Maiorca, regina di Napoli, lascia che il suo ricordo viva nel luogo che ne custodisce la morte.
Napoli città di fantasmi
I napoletani vivono di simboli e si nutrono di leggenda. Napoli stessa è una città costruita sul racconto di una bellissima sirena arenatasi nei pressi dell’attuale Castel dell’Ovo.
Le storie dei fantasmi partenopei sono famosissime e gli abitanti non accennano a dimenticarsene con il passare dei secoli. Nei vicoli, nelle vecchie case, nei maestosi palazzi, sotto l’intonaco sbiadito di un muro, sulla cima degli obelischi, i fantasmi di Napoli appaiono ovunque e ognuno di loro porta con sé una storia e un significato diversi. C’è chi si diverte con qualche marachella, chi urla di dolore, chi lascia un regalo, chi semina paura. Ciascuno di loro si trascina dietro un ricordo più o meno felice della città e di tutti quelli che l’hanno abitata nelle varie fasi del suo passato, tenendo in vita quella strana, caratteristica mescolanza di religione e magia, di fede e superstizione che è intessuta nella storia di Napoli.
Forse è proprio il Centro Storico a contare il maggior numero di misteriose presenze, come il dispettoso “munaciello“, il bambino che si aggira per le strade in abito da monaco; o lo spettro della sfortunata Maria d’Avalos, che percorre disperata piazza San Domenico Maggiore alla ricerca del suo amore perduto; o ancora, l’arcana figura di Sancha d’Aragona, imprigionata per sempre tra le suggestive mura di Santa Chiara.
Sancha d’Aragona: uno spirito in preghiera
Furono proprio Sancha d’Aragona e suo marito, re Roberto d’Angiò, ferventi religiosi e devoti a San Francesco, a volere la costruzione di un Complesso che ospitasse sia il monastero delle Clarisse che il convento dei Frati Minori. I lavori iniziarono nel 1310 e andarono avanti per circa un ventennio. Sancha stessa avrebbe desiderato prendere i voti e, dopo la dipartita del consorte, si ritirò a vita monastica assumendo proprio il nome di Chiara.
Si racconta che dal 1345, anno della morte di Sancha d’Aragona, il suo fantasma sia apparso più volte e che tutt’ora girovaghi a capo chino tra i luoghi tanto amati dalla principessa. Perennemente in preghiera, Sancha cammina tra i chiostri, la chiesa e i giardini senza fermarsi mai. Nessuno che l’abbia intravista saprebbe descriverne le esatte fattezze: si racconta che, quando la figura arresta il suo vagare, interrompendo le orazioni e alzando finalmente il capo, il suo sguardo sia in grado di portare la morte.
Un’altra versione della storia
Alcuni ritengono più probabile che il fantasma errante all’interno di Santa Chiara non sia quello di Sancha d’Aragona, ma quello della regina Giovanna d’Angiò, nipote di Sancha e Roberto, assassinata dai sicari del cugino Carlo Durazzo per questioni di successione e morta scomunicata a seguito degli eventi dello Scisma d’Occidente.
Probabilmente deposta in una fossa comune antistante il Complesso, senza benedizione e senza un degno luogo in cui riposare, la regina sfortunata vagherebbe senza sosta, in volto l’espressione addolorata e terrificante di chi è morto senza pace.
-Chiara Ghezzi
Immagine in evidenza: Federico Quagliuolo
Riferimenti:
https://www.historiaregni.it/sancia-maiorca-regina-napoli/