I napoletani sono un popolo particolarmente devoto, si sa. Tanto devoto da stabilire un vero e proprio record mondiale di protezioni divine: se dovessimo fare infatti la conta di tutti i patroni di Napoli, arriveremmo al numero straordinario di 52, compresa la Madonna: se li festeggiassimo tutti, insomma, dovremmo riposare per due mesi di fila. Questo numero si basa sulle statue dei santi conservate all’interno del Museo del Tesoro di San Gennaro e portate in processione dinanzi alle reliquie di San Gennaro.
In realtà, a partire dalla riforma del 1973 promossa da Papa Paolo VI, i santi patroni riconosciuti dalla Chiesa sono solo tre: San Gennaro, Santa Patrizia e San Severo.
Il resto è un’affascinantissima letteratura decine di biografie fra Storia, religione e opportunismo politico: la nomina dei santi patroni era infatti una questione amministrativa e non religiosa. Ogni ordine religioso poteva proporre una petizione all’amministrazione cittadina che, valutata la richiesta, la proponeva prima dinanzi ai Sedili poi, nel XIX secolo, dinanzi al Re in persona.
Non ci meraviglierà allora scoprire che ci sono state vere e proprie ondate di nomine in occasione di vari eventi tragici, soprattutto nel ‘600: subito dopo pesti, insurrezioni, terremoti ed eruzioni, subito i napoletani provvedevano ad aggiornare la lista di patroni, in una corsa alla protezione divina che ha una radice antichissima più pagana che cristiana.
Scopriamo tutte le loro storie.
Santi patroni di Napoli del ‘600
- La prima patrona ufficiale della città di Napoli è Santa Maria Assunta, che d’altronde è anche titolare del Duomo. Questo nome si riferisce nello specifico a un dogma della Chiesa, ovvero “l’assunzione di Maria“: quando morì la madre di Cristo, infatti, andò nei cieli non solo la sua anima, ma anche il suo corpo.
- San Gennaro. Il popolo lo amò, lo volle, lo elesse come santo napoletano per eccellenza anche se non era nemmeno nato a Napoli. Era di origine beneventana (e infatti era anche vescovo di Benevento) e morì a Pozzuoli, dove è oggi fortissimo il suo culto. A lui sono attribuiti miracoli di ogni sorta e, ancora oggi, il suo prodigio dello scioglimento del sangue divide scettici e credenti. Fu lui a scalzare il culto di Virgilio, che fino al basso medioevo convisse fra le credenze e i detti popolari assieme al santo cristiano.
- Sant’Aspreno. Per aumentare la confusione nell’ordine dei primi santi patroni di Napoli, Sant’Aspreno è senza dubbio il più vecchio di tutti, ma fu nominato patrono solamente nel 1671. Nacque intorno al I secolo d.C. Fu il primo vescovo di Napoli e a lui è dedicata una chiesa quasi completamente distrutta dal Risanamento, che oggi si trova nelle fondamenta del Palazzo della Borsa.
- San Tommaso d’Aquino. Visse nel XIII secolo ed è uno dei padri della filosofia cattolica. Studiò per moltissimo tempo a Napoli, fra le cellette della chiesa di San Domenico Maggiore. È patrono di numerosissime città d’Italia e ancora oggi è uno dei pilastri dello studio della teologia.
- Sant’Andrea Avellino. Di gran lunga più giovane rispetto ai passati: visse nel XVI secolo e morì nel 1521. Apparteneva all’ordine dei Teatini e fu per molto tempo preposito della chiesa di San Paolo Maggiore, appena ricostruita. Fu amatissimo dai napoletani perché, con le sue capacità di mediatore, riuscì a scongiurare numerose rivolte. Intervenne in prima persona in occasione del massacro di Storace, rischiando la sua stessa vita per riuscire a placare il popolo inferocito.
- Santa Patrizia Vergine. Torniamo nel medioevo. Fu probabilmente una discendente dell’Imperatore Costantino, nata a Costantinopoli e morta a Napoli dopo un naufragio. Anche lei, proprio come San Gennaro, compie il prodigio dello scioglimento del sangue. Con la differenza che lo fa ogni martedì!
- San Francesco di Paola. Altro peso massimo della Storia della cristianità. Calabrese di origine, eremita per scelta. Fondò l’Ordine dei Minimi ed era considerato un santo anche quand’era in vita. A Napoli diventò famoso per il miracolo della moneta compiuto durante un pellegrinaggio. Poi i Borbone lo elessero come santo protettore dell’intero Regno delle Due Sicilie, come testimonia anche la basilica di Piazza del Plebiscito.
- San Domenico di Guzman. Spagnolo di origine e morto a Bologna nel 1221. Non visitò mai Napoli di persona, ma fu il fondatore dell’ordine dei frati predicatori, uno dei più potenti ordini religiosi del passato. A Napoli furono i titolari dell’omonima chiesa a Piazza San Domenico e contendevano il potere ai Teatini e ai Gesuiti: la sua nomina a patrono di Napoli fu proposta dai nobili della città nel 1640 in omaggio al viceré Ramiro de Guzman, della stessa famiglia nobiliare. Questa iniziativa indignò profondamente i religiosi del tempo.
- San Giacomo della Marca. Visse nel XV secolo ed è ricordato per un fatto avvenuto lontano da Napoli: fu l’unico a . Fu un uomo geniale e instancabile: per l’intera sua vita (e visse per più di 80 anni) viaggiò per l’Europa intera fondando conventi, finanziando biblioteche, pozzi e opere pubbliche. Scrisse anche numerosi libri. Morì a Napoli nel 1476 e per questa ragione la città partenopea lo scelse come nuovo santo patrono. Nel 2001 il suo corpo è stato spostato nella sua città d’origine, la marchigiana Monteprandone.
- Sant’Antonio da Padova. Uno dei più conosciuti e amati santi dei paesi cattolici. Era in realtà originario di Lisbona e fu un predicatore formidabile in tutta Europa. Per soli 15 anni diventò il patrono ufficiale di Napoli: era il 1799 e San Gennaro sciolse il sangue dinanzi ai rivoluzionari francesi della Repubblica Napoletana: fu etichettato allora come “amico dei giacobini“. Il popolo dimenticò d’un colpo i millecinquecento anni di miracoli del santo beneventano, per ripicca, nominò Sant’Antonio come primo protettore di Napoli. La ribellione durò poco e nel 1814 tornò Gennaro al suo posto.
- San Francesco Saverio. È il patrono di Cina, India, Giappone e Nuova Zelanda. Arrivò fino a Kagoshima, città che si sarebbe gemellata 400 anni dopo con Napoli,
- Santa Teresa d’Avila. Visse nel XVII secolo e fu una mistica cattolica, famosa per le sue estasi e le visioni: fu la fondatrice dell’ordine dei Carmelitani Scalzi, che a Napoli furono molto attivi: la sua chiesa si trova a Via Chiaia e il suo culto fu particolarmente incoraggiato dai viceré di Napoli, come ci racconta Carlo Celano. Fu infatti nominata patrona per acclamazione del popolo, a seguito di numerose feste in suo onore.
- San Filippo Neri. È soprannominato “il giullare di Dio” per il suo carattere allegro, burlone e molto alla buona. In realtà la sua opera fu straordinaria e di grande valore umano: visse nel XVI secolo e per tutta la vita decise di dedicarsi al recupero dei ragazzi di strada, fondando oratori in tutta Italia. Nel 1586, quand’era ormai anziano, fondò quello di Napoli. Oggi il complesso è parte dell’immensa e bellissima chiesa dei Girolamini che, guardacaso, è intitolata proprio a lui.
- San Gaetano da Thiene. Uno dei santi più famosi d’Italia, a lui è intitolata la piazza che un tempo era sede dell’Agorà greca. Era vicentino di origini, ma visse per diversi anni in Campania e morì a Napoli. Fondò l’ordine dei Teatini, che diventò presto uno dei più ricchi e influenti d’Italia, e riuscì ad ottenere da Pedro di Toledo la basilica di San Paolo Maggiore. In realtà la sua elezione a santo patrono è legata al suo miracolo: si dice che fu lui, assieme a San Gennaro, a fermare la peste del 1656.
- Sant’Agnello Abate. Famoso perché la sua chiesa si trova a Sant’Aniello a Caponapoli e per aver dato il suo nome addirittura ad un paese della costiera sorrentina. Visse nel VI secolo e fu protagonista in occasione dell‘assedio di Napoli del 586: i napoletani si rivolsero a lui per chiedere che la città non venisse distrutta come accadde 50 anni prima. Napoli si salvò e Sant’Agnello è rappresentato ancora oggi con una bandiera in mano.
- San Severo vescovo di Napoli. Il primo di diversi vescovi che furono canonizzati nel 1671. Operò in città nel IV secolo e di lui ci si ricorda perché fu testimone del primo miracolo di San Gennaro. I suoi resti si trovano nella chiesa di San Giorgio Maggiore, nel battistero paleocristiano fra i più antichi di tutto l’Occidente.
- Sant’Agrippino vescovo di Napoli. Sappiamo pochissimo su di lui, se non il fatto che appare il suo nome nel Calendario Marmoreo di Napoli, il più antico calendario cristiano d’Italia. Fu sicuramente molto adorato in tempi antichi.
- Sant’Eufebio vescovo di Napoli. Anche di lui sappiamo molto poco, visse nel III secolo. Si trova nel ritratto di Luca Giordano che raffigura “i santi patroni di Napoli“. A lui è legata una tradizione interessante: ogni 100 anni il suo busto d’argento viene portato in processione dal Duomo alla chiesa di Sant’Eframo Vecchio, dov’è sepolto.
- Sant’Atanasio vescovo di Napoli. Uno dei vescovi napoletani più amati, fu assieme a Cesario Console uno dei più grandi oppositori del duca Sergio II, che nel IX secolo si alleò con i Saraceni tradendo le alleanze con il Papato. Per questa ragione fu condannato all’esilio e morì lontano da Napoli.
- San Nicola di Bari. Le storie che legano San Nicola a Babbo Natale sono notissime. Senza nulla togliere al santo barese per eccellenza, anche Napoli conserva alcune reliquie nell’omonima chiesa a Via Toledo.
- San Gregorio Armeno. È il santo patrono dell’Armenia e giunse a Napoli, assieme a San Biagio, . Ne abbiamo parlato qui.
- Santa Chiara d’Assisi. La fondatrice dell’ordine delle clarisse, titolare di una delle più belle chiese di Napoli. Fu grazie agli angioini, in special modo a Sancia di Maiorca, che il suo culto giunse a Napoli.
- San Biagio. Come San Gregorio Armeno, giunse dal mare durante la stagione dell’iconoclastia. Ne abbiamo parlato qui.
- San Pietro da Verona. La sua chiesa si trova al Porto e il suo chiostro è diventato la sede della facoltà di Lettere e Filosofia. La sua nomina a santo patrono di Napoli fu più per volontà politica che per influenza che ebbe su Napoli: è infatti ricordato per essere stato uno dei migliori capi dell’Inquisizione che la Chiesa ricordi. Operò in Lombardia per tutta la sua vita.
- San Giuseppe. Il padre di Gesù ebbe la nomina solo nel 1690. A Napoli abbiamo il suo bastone, la famosa “mazzarella di San Giuseppe”.
- San Michele Arcangelo. La sua è una figura conosciuta e venerata da diverse religioni, fra cui anche l’Islam. A Napoli è particolarmente venerato e la sua chiesa si trova dalle parti di Piazza Dante.
- San Francesco d’Assisi. È uno dei santi più famosi e venerati di tutta Italia, nonché ispiratore del nome di Papa Bergoglio. Anche se fu nominato patrono di Napoli nel 1691, le due chiese a lui dedicate furono costruite sul finire dell’800 al Vomero e a Mergellina.
- Santa Maria Maddalena de’ Pazzi. Il suo cognome dice già tutto: figlia di una delle più importanti famiglie fiorentine, fu fondamentale nei tempi della controriforma per “moralizzare” Firenze grazie alle sue prediche. Con Napoli ha avuto poco a che fare, se non per il fatto che il mercante Gaspare Roomer le fece intitolare una chiesa a Via Salvator Rosa nell’anno della sua canonizzazione. Anche lei, insomma, una nomina più politica che meritocratica.
- San Giovanni Battista. Un’altra figura biblica di primo piano che a Napoli ottenne il successo nel viceregno.
- San Francesco Borgia. Un gesuita del ‘600. La famiglia Borgia non era proprio napoletana e anche la sua nomina fu più politica che altro. Il suo volto fu proposto dai religiosi di fede spagnola come “amuleto contro i terremoti”. E se pensiamo che il Vesuvio nel 1631 aveva terrorizzato l’intera città di Napoli, capiamo subito perché il suo culto attecchì presto. Un interessante studio qui.
- Santa Candida la Vecchia. La più anziana di tutti i santi napoletani: nacque intorno al 5 d.C. e fu famosa per i suoi esorcismi. Fu lei a nominare il primo vescovo di Napoli, Aspreno.
- Santa Maria Egiziaca. Il nome non inganna: viene dall’Egitto. Visse fra il IV e V secolo e fu un’eremita. Era la patrona delle prostitute pentite e delle penitenti e proprio per questa ragione il suo culto si diffuse in uno dei quartieri più malfamati di Napoli.
I santi patroni di Napoli del ‘700
33. Sant’Antonio Abate. Da non confondere con Sant’Antonio da Padova, visse fra il III e il IV secolo. Il suo culto fu sentitissimo in Campania, tant’è vero che c’è addirittura una città che porta il suo nome.
34. Sant’Ignazio di Loyola. Il fondatore dei Gesuiti. Era di origini spagnole e fu il padre di uno degli ordini religiosi più potenti del mondo, che a Napoli fu sempre vicinissimo ai viceré. Il suo ordine fu dichiarato illegale a Napoli e sciolto sotto il ministero di Bernardo Tanucci.
35. Santa Maria Maddalena. Una delle più complesse e discusse figure bibliche, la seguace di Gesù fra le più devote. Il suo culto a Napoli fu importato dagli Angioini nel ‘300, ma diventò patrona di Napoli solo nel ‘700.
36. Santa Irene. Visse nel III secolo ed è una santa sia cattolica che ortodossa, di origine friulana. Fu anche la patrona del Regno di Napoli, mentre diventò patrona di Napoli nel 1719. Nel 1733 le fu dedicato un busto d’argento che oggi è conservato nel Museo del Tesoro di San Gennaro.
37. Sant’Emidio. Fu un vescovo romano del IV secolo, protettore dei terremoti. La sua nomina a santo patrono arrivò dopo il terremoto del 1732 a Napoli, che distrusse numerose città del Sannio. Addirittura Giambattista Pergolesi realizzò una melodia in suo onore! Di più qui.
38. San Raffaele Arcangelo. Anche qui siamo in presenza di una figura biblica. Nel suo caso c’era un culto molto vivo per le donne partorienti, da cui la tradizione del pesce di San Raffaele.
Santi patroni di Napoli dell’800
39. Sant’Anna. In una città affezionata alla figura materna come Napoli, è solo strano il fatto che la mamma di Maria sia arrivata così in ritardo fra i patroni. Ci sono tantissime chiese dedicate a Sant’Anna nelle sue varie forme, con numerosissime processioni e feste popolari. Ricordiamo ad esempio Sant’Anna alle Paludi.
40. San Luigi Gonzaga. Il Santo, un gesuita, visitò Napoli nel 1585 e la chiesa a lui dedicata si trova a Posillipo. Dopo la svolta cattolica di Ferdinando I di Borbone, San Luigi diventò addirittura compatrono del Regno delle Due Sicilie.
41. Sant’Agostino. Uno dei padri della Chiesa. Visse nel V secolo ed ancora oggi è il massimo teorico dell’attuale filosofia della Chiesa Cattolica.
42. San Vincenzo Ferreri. Il suo culto è legato all’epidemia di colera a Napoli ed è soprannominato “‘o munacone“. È anche il patrono del Rione Sanità, ma i suoi culti sono legati alle invocazioni . Non poteva non essere nominato patrono di Napoli.
43. Sant’Alfonso Maria de’ Liguori. Amatissimo da tutti, laici e cattolici. Uomo nobile di famiglia e di pensiero, a Pagani c’è un museo e santuario a lui dedicato. Di Sant’Alfonso ne abbiamo parlato qui.
44. San Francesco De Geronimo. Fu un missionario attivissimo nella Napoli del ‘600. Visse per lunghissimo tempo fra i fondaci della città, aiutando i più poveri. Quando chiese di partire in missione per le Indie o per l’America, gli fu detto: “le tue Indie saranno Napoli”. E così in città finì i suoi giorni fra i poveri.
45. San Francesco Caracciolo. Fu il fondatore dell’ordine dei Caracciolini, attivi a Napoli nel ‘700 e ancora oggi presenti nella provincia della città.
46. San Giovan Giuseppe della Croce. Il santo ischitano per eccellenza, anche se ad Ischia stette per poco tempo. Si ricorda per la sua estrema povertà e per l’amore che ebbe sempre verso i meno abbienti. Fu nominato santo e poi patrono di Ischia e Napoli appena 10 anni dopo la sua morte!
47. San Pasquale Baylon. Un altro patrono di Napoli che viene dalla Spagna. Anche lui fu un contagio di epoca vicereale e, proprio in quel tempo, fu particolarmente celebrato nella chiesa omonima di Chiaia. Una leggenda gli attribuisce l’invenzione dello zabaione.
48. San Rocco. Il santo è di origini francesi e visse nel XIV secolo. La sua presenza fu particolarmente diffusa in occasione delle epidemie che flagellarono l’Europa fra il ‘300 e il ‘400 ed è proprio grazie alle sue capacità miracolose contro le malattie contagiose. A Napoli arrivò dopo l’epidemia di peste del 1493, che costrinse la corte a trasferirsi ad Aversa, Frattamaggiore e Nola. Guardacaso, ancora oggi queste tre città sono anche i luoghi di maggior culto del santo.
49. San Gioacchino. Il padre di Maria arriva con infinito ritardo nell’elenco dei patroni di Napoli. Il suo culto era particolarmente sentito dalle parti di Via Foria, in competizione con i più famosi San Carlo e Sant’Antonio.
Santi patroni di Napoli del ‘900
50. Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe. Il suo culto era sentitissimo a Napoli e ancora oggi la città ha diverse targhe che la commemorano. È la patrona dei Quartieri Spagnoli e ancora oggi è un nome intoccabile per i residenti del quartiere.
51. Santa Lucia. Anche lei una ritardataria. Pur essendo vissuta nel IV secolo, diventò patrona di Napoli solo nel 1905, anche se il borgo di Santa Lucia porta avanti celebrazioni in suo onore addirittura dai tempi degli antichi romani: molti ritengono infatti che il suo culto sia una diretta evoluzione delle feste di Artemide
52. Santa Geltrude. Da non confondere con la religiosa tedesca del XIII secolo. Diventò compatrona di Napoli dopo l’apertura dell’apertura . Era una nobildonna spagnola che operava a Napoli. Ancora oggi le suore si trovano a Napoli.
53. Santa Rita da Cascia. L’ultima patrona di Napoli fu nominata dopo la II Guerra Mondiale. Anche lei, in un certo senso, è una ritardataria nell’elenco. La santa umbra fu richiesta come compatrona di Napoli per acclamazione dal popolo dei Quartieri Spagnoli, dato che il culto e la processione del 26 maggio, in onore di Santa Rita, ancora oggi sono motivo di grande emozione per il popolo napoletano.
-Federico Quagliuolo
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