Mare cristallino, veduta del Vesuvio e antiche ville romane, il fascino della Gaiola è innegabile. Il parco marittimo è un luogo in cui elementi vulcanologi, biologici e archeologici si fondono, dando vita a un paesaggio iconico.
La Gaiola, un paradiso per gli antichi romani
Il parco marittimo della Gaiola si estende per 42 ettari dal borgo Marechiaro alla Baia di Trentaremi. A partire da I sec a. C. sul litorale vennero costruite suntuose ville romane, tra le più famose si annovera quella di Pollione. La dimora venne chiamata villa del Pausilypon, ovvero “il luogo dove finiscono i dolori”.
La sua posizione strategica non solo offriva ai padroni di casa un panorama invidiabile ma consentiva anche di allevare murene, orate e ostriche. In età imperiale, infatti, l’area era ricca di peschiere marittime. In particolare questa zona fu una delle prime in cui vennero allevate le ostriche, da quegli anni iniziò a svilupparsi per la prima volta il pensiero che l’ostrica fosse un cibo raffinato, per lo più consumato dai nobili e benestanti. Le murene, invece, erano considerate dei “pesci predatori”. Secondo Svetonio, infatti, servivano a Pollione per punire schiavi ribelli ed infedeli.
I mutamenti geologici della Gaiola
Delle antiche dimore romani oggi resta ben poco. Molti degli ricchi edifici sono sommersi a causa del bradisismo, un fenomeno tipico dei Campi Flegrei che ha portato all’abbassamento del suolo fino ad inabissarlo completamente. La storia geologica di quest’area è sempre stata tormentata. Secondo gli studi, circa 15.000 anni a seguito di un’eruzione vulcanica si sono addensati ceneri e materiali vulcanici formando una falesia di 150 metri di altezza. Ancora oggi si possono osservare delle bollicine sul fondale che emergono dalla sabbia poco distanti dalla riva, testimonianza di un’attività vulcanica che non si è mai placata. Sulla collina del Posillipo si possono poi osservare delle aperture che sembrano delle grotte. Si tratta di antiche cave di tufo. Il nome Gaiola infatti deriva probabilmente dal latino cavea, ovvero «piccola grotta» e in particolare dalla forma dialettale caviola.
Il belvedere della Gaiola offre una vista unica: è possibile ammirare la penisola sorrentina, Capri e, più nelle vicinanze, una villa ottocentesca. Avvolta dal mistero, oggi la villa è in stato d’abbandono e molte sono le leggende legate ad essa. Dal 2002 la Gaiola è un’area marina protetta.
Laura d’Avossa
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