Nell’alto Casertano, una distesa di ben 145 ettari di terreno costituisce il Parco Sorgente di Riardo. Nel sottosuolo di questa riserva naturale, oggi gestita dal FAI, scorrono le acque della Ferrarelle.
Riardo, da secoli una fonte di ricchezza
Con i suoi duemila abitanti, il comune di Riardo, in provincia di Caserta, è diventato famoso in tutta Italia per le sue preziose risorse. A pochi chilometri dalla cittadina medievale si trova infatti il Parco Sorgente di Riardo situato nei pressi di Roccamonfina e Monte Maggiore. Oltre alle distese di boschi e prati, la zona è da sempre stata terreno di floride coltivazioni, tra cui quella della mela annurca, del nocciolo, i legumi, gli ulivi e il frumento duro. Oggi in questa terra sorge la Masseria Mozzi che, con un recente piano di riqualificazione agricola, ha ripristinato il suo antico splendore.
Le falde acquifere della Ferrarelle
La più grande ricchezza del parco sorgente di Riardo si cela al di sotto dei campi coltivati e dei terreni fertili. Nelle falde acquifere del parco, infatti, scorrono le acque naturalmente effervescenti, che danno origine alla Ferrarelle.
Nel corso dei millenni, il mare che originariamente bagnava queste terre si è lentamente ritirato, per lasciare il posto alle rocce di natura vulcanica: non è un caso infatti che oggi il sottosuolo è ricco di sali minerali. Così, quando le acque piovane penetrano nel terreno, si arricchiscono di calcio, sodio e potassio attraverso un percorso di ben 15 chilometri. Il loro viaggio dura oltre trent’anni, prima di riemergere, attraverso un geyser, naturalmente effervescenti. Una caratteristica unica, che ha reso questo luogo molto ambito sin dall’antichità.
Le ricche falde acquifere erano famose già ai tempi dell’antica Roma. Il latino Vitruvio scriveva: “sunt nonnullae acidae venae fontium”, ovvero “qui si trovano alcune fonti di acqua acidule”. Solo nel 1893, grazie all’idea di Giuseppe De Ponte, l’acqua venne prelevata per la prima volta dalle falde, per essere imbottigliata. Inizia il commercio della Ferrarelle destinato a diffondersi in tutta Italia. Dal 2011 il parco è diventato un bene FAI, Fondo Ambiente Italiano, che si occupa del restauro della zona, per rendere al meglio fruibile al pubblico quest’oasi campana.
riferimentie fotografie: https://www.fondoambiente.it/ , https://www.ferrarelle.it/
Laura d’Avossa
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