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Questa è la storia del terribile assedio che Annibale attuò nei confronti dell’antichissima città di Nuceria Alfaterna. È uno degli episodi della seconda guerra punica, durante la quale la Campania divenne un terreno strategicamente ideale per le mire espansionistiche del condottiero cartaginese. Una figura, quella di Annibale, che ancora aleggia, a distanza di millenni, nei territori di Nocera Inferiore e Superiore.

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Henri Paule Motte, Annibale che attraversa il Reno, 1878.

La seconda guerra punica: un generale alla ribalta

Se la seconda guerra punica, combattuta tra Roma e Cartagine dal 218 a.C. al 202 a.C., viene chiamata anche “guerra annibalica” un motivo ci sarà! Annibale Barca, infatti, fu il vero protagonista di questo sanguinoso conflitto, succedendo al padre Amilcare come guida dell’impero cartaginese. Desideroso di vendicare la sconfitta della prima guerra punica e la perdita della Sardegna e della Corsica, marciò con il suo esercito.

Da quel momento iniziò una lenta e inesorabile avanzata verso l’Italia che non si arrestò neanche di fronte alla numerose perdite di uomini tra le sue fila. Annibale tentava di convincere i popoli sottomessi a Roma a insorgere, ribellandosi. Nel 218 a.C. avvenne il celebre attraversamento delle Alpi e da lì a due anni il generale giunse nei territori vicino Roma.

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La mappa indica la marcia inarrestabile di Annibale fino a Capua e Nocera.

Annibale ottenne un’importantissima vittoria a Canne. Convinto però di non avere forze sufficienti per attaccare direttamente la capitale, pensò di accerchiarla, conquistando due delle città romane più potenti della Campania: Capua e Nuceria Alfaterna.

La potente Nuceria Alfaterna

Nuceria Alfaterna (corrispondente oggi al territorio di Nocera Inferiore e Nocera Superiore) si alleò con Roma a partire dal 307 a.C., mostrando sempre una certa fedeltà alla capitale. La sua importanza in certi periodi storici fu quasi pari a quella di Pompei, arrivando anche a battere una propria moneta e utilizzare uno specifico alfabeto (alfabeto nucerino).

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La posizione di Nuceria Alfaterna sulla Tavola Peutingeriana, copia del XII-XIII secolo di un’antica carta romana che mostra le vie stradali dell’Impero romano.

Nel settembre del 216 a.C. l’esercito di Annibale puntò l’attenzione proprio su Nuceria, considerata da alcuni storici come una “città cinta da mura inespugnabili“. Inizialmente le truppe di Annibale si stanziarono fuori le mura della città, con l’intento d’impedire qualsiasi tipo di approvvigionamento esterno, portando la popolazione alla fame.

I cittadini di Nocera, nonostante una strenua resistenza iniziale, furono costretti a cedere e a trattare. Annibale concesse loro di lasciare la città con una (o forse due) vesti a persona. I nocerini fuggiaschi vagarono per la regione alla ricerca di una nuova dimora. Per altre fonti, invece, Annibale fece uccidere i senatori nelle terme, trucidò chiunque tentò di scappare e mise a ferro e fuoco la città, distruggendola completamente (anche Acerra ebbe lo stesso triste destino).

Così come tanti altri autori, anche lo storico romano Valerio Massimo parlerà di questo triste episodio nel suo Factorum et dictorum memorabilium libri IX:

Annibale avendo persuaso gli abitanti di Nocera, le cui mura la rendevano inespugnabile, ad abbandonare la città portando con sé due vesti ciascuno, quando furono usciti li fece soffocare nel vapore e nel fumo dei bagni.

Il testamento di Annibale a Nocera: tra storia e leggenda

“Lo stesso Annibale però, dopo qualche tempo, vedendo inutili tutti i suoi sforzi per domare i Romani, disse, sospirando, che gli assedi di Napoli, Nola, e Cuma gli erano costati troppo cari e che gli aveano tolto di mano l’impero di Roma, se avesse saputo profittare dello sgomento venuto dopo la battaglia di Canne”

Annibale, contro i pronostici iniziali, perse la seconda guerra punica. Il senato romano concesse ai nocerini il territorio di Atella come dimora momentanea, in attesa della ricostruzione della vera Nuceria. Nonostante il passaggio di Annibale in quelle zone fu piuttosto rapido e doloroso, tutt’oggi è possibile ammirare testimonianze storiche (tinte spesso anche di leggenda) che riportano ai fatti narrati.

Secondo molti storici, Annibale giunse a Nuceria attraversando un passo che si insinuava tra due montagne attigue. Questo percorso (non a caso chiamato dai cittadini “la montagna spaccata”) è noto come “Campanile dell’Orco” (per il ritrovamento di un mausoleo in pietra) o “Passo dell’Orco” e collega rapidamente Nocera Inferiore alla vicina Castel San Giorgio. Secondo alcuni il toponimo “Orco” avrebbe a che fare proprio con Annibale, noto per la violenza con la quale si scagliava sui nemici.

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Le grotte di Annibale sulle montagne di Nocera Superiore dove, secondo la leggenda, il condottiero si riposò durante la sua marcia. Foto di Salvatore Anaclerico dal gruppo Facebook “Trekking in Campania”

Un’altra testimonianza, più o meno veritiera, è situata sulle montagne di Nocera Superiore. Qui si trovano le cosiddette “Grotte di Annibale“. Secondo la leggenda queste insenature di roccia, che affacciano sulle frazioni di Pucciano e Pareti, furono utilizzate dal condottiero cartaginese come rifugio temporaneo, durante la sua marcia inarrestabile.

Fonti

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