Lo Stadio di Antonino Pio, localizzato su una splendida terrazza naturale che si affaccia sul Golfo di Pozzuoli, è da considerare di straordinaria importanza storica ed archeologica.
È noto infatti che la storia romana si interseca e trova massimo trionfo nella città di Pozzuoli, rimando ad altri articoli sul Rione Terra, l’Anfiteatro Flavio o il Macellum per approfondire questo aspetto.
Lo stadio di Antonino Pio però, racconta la storia romana “alla greca”, imbevuta di filellenicità. Fatta eccezione per lo Stadio di Domiziano a Roma, l’attuale piazza Navona, una struttura del genere è un unicum nella storia dell’impero romano!
Storia e struttura dello Stadio di Antonino Pio
La costruzione dello Stadio fu promossa dall’imperatore Antonino Pio per celebrare lo spirito filellenico del suo predecessore e padre adottivo Adriano. Quest’ultimo, morto a Baia nel 138 d.C., era stato sepolto in un primo momento nell’area di una delle ville di Cicerone a Pozzuoli, a causa di opposizione da parte del Senato romano alla sua sepoltura a Roma; in seguito, vinte le remore del senato, ne fece trasferire i resti a Roma ed organizzò, nel luogo della prima sepoltura, giochi “alla greca”. Queste gare, di tipo olimpico, note con il nome di Eusebeia, erano divisi in due sezioni, la prima di tipo ginnico e la seconda di tipo musicale e poetico.
Il monumento, a pianta rettangolare, è lungo 260 metri, con uno dei lati brevi curvi (sphendone) e l’altro appena curvilineo. Su questo lato si apre un varco monumentale a doppia cortina, originariamente coperto da una volta in muratura. Quest’ingresso introduceva gli atleti direttamente alla pista ed era costituito da più archi realizzati con grossi blocchi di pietra vulcanica locale, rivestiti d’intonaco chiaro; di questi archi, purtroppo, si conservavano in piedi soltanto i pilastri.
Il pubblico veniva introdotto all’interno dell’edificio dall’avancorpo nord (l’unico che sono riusciti a mettere in luce finora) che era esteso quanto i due lati lunghi del monumento. Questo corridoio presenta il prospetto settentrionale costituito da una serie di alte arcate in pietra laterizia su pilastri decorati da lesene. Da qui, attraverso differenti varchi (vomitoria), il pubblico accedeva alla cavea, i vari settori degli spalti. Come nella maggior parte degli edifici per spettacoli antichi, anche la cavea dello Stadio di Antonino Pio era organizzata in tre parti, corrispondenti a differenti fasce sociali degli spettatori.
Come appare oggi lo Stadio di Antonino Pio
Il territorio particolare sul quale sorge questo monumento di estrema rarità archeologica lo ha probabilmente condannato a una cattiva fruizione per noi futuri spettatori dello spettacolo della storia.
È probabile infatti, che l’eruzione del vicino Monte Nuovo, monte più giovane d’Europa, la cui data di nascita si fissa tra il 29 settembre e il 6 ottobre 1538, abbia portato al crollo di parte della struttura.
Inoltre la struttura oggi si presenta del tutto smembrata, in seguito alla realizzazione della moderna via Domiziana nel 1932, che l’ha tagliato nel senso della lunghezza, compromettendone l’originaria unità.
Bibliografia:
http://www.pafleg.it/it/4388/localit/72/lo-stadio-puteolano-di-antonino-pio, fonte delle immagini.
Leave a Reply