Suor Orsola Benincasa oggi ci ricorda una delle principali università della città, ma quello che sappiamo di lei è che fu un personaggio particolarmente significativo nel panorama religioso della Napoli della Controriforma, verso la fine del ‘500.
La vita religiosa di Orsola Benincasa
Nata a Napoli nel 1547, da una famiglia originaria di Cetara, era ultima di otto figli. Rimasta orfana, una delle figure cardine della sua adolescenza fu il fratello sacerdote Francesco che, seppur morto giovane, visse la sua vita seguendo la parola di Dio. Fin da bambina sentì la vocazione per la preghiera e le fonti descrivono la sua vita come segnata da continue estasi, spesso erroneamente paragonate a quelle di Santa Caterina da Siena.
Sembra che le sue estasi fossero molto frequenti e, con il passar del tempo, sempre più prolungate, tali da occupare gran parte della giornata. Avvenivano ogni volta che Orsola sentiva pronunciare devotamente parole come Amor divino e quando si accostava all’Eucarestia, al punto che la sua comunione divenne spettacolo di edificazione devota.
Si racconta che durante la comunione si irrigidisse completamente e la sua temperatura corporea raggiungesse livelli altissimi, al punto che dovevano bagnarla con acqua fredda mentre “lei gioiosa cantava e parlava con esseri invisibili“.
Chiese di entrare nel convento di Santa Maria di Gerusalemme, ma le fu negato per la sua giovane età. Decise quindi di vivere la sua vita da religiosa in casa, fino al 1581 quando si trasferì con alcune compagne in un eremo sul monte Sant’Elmo.
Le accuse di eresia ad Orsola Benincasa
Orsola si recò da Papa Gregorio XIII per esporre il suo concetto di riforma della Chiesa e di redenzione del mondo: durante il colloquio cadde tre volte in trance. Il Papa dunque, credendola indemoniata, creò una commissione esaminatrice che la sorvegliasse e che la sottoponeva a servizi umilianti, tenendola inoltre lontana dall’Eucarestia.
Tra gli esaminatori però c’era anche san Filippo Neri, che ebbe fiducia nei suoi fenomeni estatici e la liberò dalle accuse di eresia.
La fondazione del convento di Suor Orsola Benincasa
Tornata a Napoli, una volta sciolte le accuse contro di lei, Suor Orsola Benincasa fondò dapprima, sotto la sorveglianza dei teatini presso il Monte Sant’Elmo, la Congregazione delle Oblate della Santissima Concezione di Maria Nostra Signora, nella quale entravano tutte le giovani delle migliori famiglie napoletane per essere educate e poi l’istituto religioso delle Romite Teatine dell’Immacolata Concezione, destinato alle donne che aspiravano alla vita contemplativa, cioè le monache di clausura.
Attorno alla figura di Suor Orsola Benincasa orbitavano uomini di cultura, di chiesa e gli stessi viceré. Nel suo convento si respirava già l’aria accademica che si respira ancora oggi all’Università.
Orsola morì nel 1618 e il suo corpo, ben conservato nel Santuario dell’Immacolata da lei fondato, fu oggetto di grande culto pubblico, soprattutto durante il periodo della rivolta di Masaniello.
L’Università Suor Orsola Benincasa
Oggi il convento, fondato alla sua morte, nel 1620, è sede dell’Università Suor Orsola Benincasa, enorme struttura che comprende due chiese, chiostri, giardini e le tracce degli antichi monasteri della fondatrice.
Dobbiamo la trasformazione di questi luoghi ad Adelaide del Balzo Pignatelli, principessa di Strongoli, che, nel 1891, trasformò la cittadella monastica in un istituto laico femminile. Donna di grande cultura e ampiezza di vedute, del tutto in anticipo sui suoi tempi, istituì tale Magistero in modo da non educare le donne solo alle attività domestiche ma in tutti gli ambiti del mondo contemporaneo.
Dobbiamo al duplice impegno di due donne di grande passione e cultura la nascita di una delle maggiori Università della città di Napoli e non solo.
Bibliografia
Yvonne Carbonaro, Storia delle Donne di Napoli, Kairos edizioni, 2021
Dizionario Biografico (https://www.treccani.it/enciclopedia/orsola-benincasa_(Dizionario-Biografico)/#:~:text=nacque%20a%20Napoli%20(dove%20la,la%20testimonianza%20dei%20suoi%20biografi.)
Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica (103 voll.), Tipografia Emiliana, Venezia 1840-1861
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