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A Poggiomarino, lungo il corso del fiume Sarno, si trova il Parco archeologico naturalistico di Longola, ricostruzione di un villaggio protostorico perifluviale. Si tratta di un bene archeologico unico nel suo genere, più antico della vicina Pompei, capace di raccontare la storia attraverso il particolare contesto fluviale che lo circonda. Si trova infatti immerso nella natura, a pochi chilometri dalle sorgenti del Sarno.

Parco Archeo-Fluviale di Longola. Ph. Gerardo Russo.

La scoperta

La scoperta dei resti archeologici nell’area avvenne, come spesso accade, per caso. Nel novembre del 2000, durante i lavori connessi alla realizzazione di un depuratore per le acque del Sarno, furono rinvenuti alcuni reperti archeologici.

Sotto la direzione scientifica della Soprintendenza archeologica di Pompei e del Centro Nazionale di Ricerca Scientifica di Parigi furono avviati così degli scavi nell’area, in località Longola a Poggiomarino.

Furono sondati 1600 mq e alla profonità di 4 metri fu ritrovato parte di un villaggio perifluviale, risalente al II millennio a.C., nucleo abitativo precedente alle antiche e vicine città di Pompei e Nuceria e che quindi potrebbe costituirne l’origine.

Abitato da una popolazione indigena, l’insediamento sarebbe stato lentamente abbandonato in seguito alla sopravvenuta esigenza di stabilizzarsi in una migliore posizione per controllare i traffici. A testimonianza di tale teoria sarebbe il ritrovamento di poche suppellettili nell’area, che fanno dunque supporre una migrazione non repentina dall’area.

L’insediamento protostorico

L’insediamento protostorico di Longola rappresentava una grande opera di ingegnera idraulica, per l’epoca in sui colloca. L’area del sito era infatti paludosa e fu in seguito bonificata, in modo da ricavare isolotti artificiali. Gli isolotti erano poi circondati da canali navigabili, protetti ai bordi diversi sistemi di sostegno come pali e travi. Tale sistema ingegneristico ha portato agli archeologi a definire Longola “una Venezia di 3500 anni fa“.

Sugli isolotti erano costruite delle capanne a pianta sub-rettangolare, con uno dei lati corti absidato e tetto a doppio spiovente. All’interno era generalmente presente un focolare o un piccolo forno domestico, con un forno più grande con funzioni produttive all’esterno.

Il villaggio di Longola vedeva il largo impiego di legno come materia prima nella costruzione, ricavati dai boschi dell’area. Attraverso i frammenti dei diversi tipi di alberi ritrovati si è potuto anche ricostruire parte del paesaggio antico.

L’insediamento fungeva anche da porto fluviale lungo il Sarno, utilizzato per trasportare i prodotti locali fino al mare, dove sarebbero stati commercializzati verso Cuma e Ischia attraverso navi più adatte alla navigazione marittima. A testimonianza di ciò vi è il rinvenimento a Longola di tre piroghe, imbarcazioni tipiche della navigazione fluviale, lunghe circa 7 metri.

Ricostruzione di una capanna del villaggio. Ph. Gerardo Russo.

L’importanza del Sarno

Così il Sarno non è solo la cornice di un antichissimo villaggio, ma anzi è parte integrante della storia che ha permesso lo sviluppo dell’insediamento protostorico di Longola.

La popolazione della valle del Sarno, fin dal Neolitico, coltivava le terre fertili dell’area, godendo del facile approvvigionamento d’acqua. Fu proprio però il fiume a suggerire di commercializzare i prodotti della valle, consentendo di raggiungere facilmente il mercato mediterraneo. Alcuni rinvenimenti poi, come gli elementi in ambra, evidenziano contatti commerciali già molti avanzati, anche con l’Estremo Oriente e il Nord Europa.

Forse la spinta a cercare scambi commerciali avvenne per necessità, ma in ogni caso fu il Sarno a rendere possibile un tale sviluppo socio-economico nella vita della popolazione indigena. Il Sarno, all’epoca navigabile e adorato come un Dio, permetteva così di raggiungere le popolazioni circostanti, favorendo l’economia del territorio. Longola sarebbe nata così proprio grazie alla sua posizione strategica lungo il fiume, in un’area appositamente bonificata e drenata.

Erano molte le attività praticate dai 400 abitanti del villaggio. L’agricoltura si basava sui cereali e sulla vite. Si allevavano bovini, ovini e suini, soddisfacendo così tutte le esigenze primarie della popolazione. Fiorente anche l’artigianato, i cui manufatti venivano scambiati con le popolazioni limitrofe.

Nonostante la diffusioni di molteplici attività, potrebbe esser stato comunque il Sarno alla base della nascita e della ricchezza dell’antico villaggio, sviluppatosi infatti come porto fluviale, con finalità di smistamento commerciale, in un’area precedentemente paludosa.

Longola. Ph. Gerardo Russo.

Longola tra passato e futuro

Longola come origine delle antiche Pompei e Nuceria. Il Sarno come antesignana autostrada della Campania verso il Mediterraneo. Un sistema di navigazione tra canali fluviali da far invidia a Venezia risplendeva nel cuore della regione, in una fertile valle dove si sarebbe imposto successivamente uno dei pomodori più apprezzati dalla cucina campana. La storia della Campania parte da lontanissimo e si può ancora percorrere, lungo il corso di un fiume la cui bellezza è stata solo oscurata dall’inquinamento e dall’eccessiva antropizzazione.

La ricchezza è però ancora qui, tra le acque del fiume e tra le terre che lo circondano. Il Parco Archeo-Fluviale di Longola ci aiuta a ricostruire il patrimonio storico e naturalistico dell’area, oltre che a comprendere l’importanza del Sarno: una grande opportunità per la Campania, oggi come allora. Una testimonianza di un imponente passato, un’occasione di riscatto unica per il futuro.

Riferimenti:

https://longola.it/

Caterina Cicirelli, Claude Albore Livadie; L’abitato protostorico di Poggiomarino località Longola, campagne di scavo 2000-2004; 2021

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