I napoletani nella stampa della prima guerra mondiale
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Dal 2014 al 2018 si sono svolti in Trentino le celebrazioni per il centenario della prima guerra mondiale, dopo un lavoro di preparazione durato dieci anni (2003-2013). Il risultato è stato un insieme di mostre e convegni al fine di illustrare al pubblico personaggi e fatti storici avvenuti un secolo prima.

La Grande Guerra vide per la prima volta gli Italiani del nuovo Regno combattere insieme a 6-7mila irredentisti, contro 55mila soldati trentini coscritti dagli austriaci. Perché scrivere un articolo sull’immagine dei napoletani nella stampa trentina della prima guerra mondiale?

Le cause

Una trincea della prima guerra mondiale

Perché l’editoria sulla Grande Guerra per la maggior parte ha pubblicato al di fuori del Trentino (Veneto e Lombardia) e poi perché nel 1917 la guerra si era spostata altrove distogliendo l’attenzione dai luoghi suddetti. Un terzo ordine di motivi risiede nel fatto che la narrazione sulla Grande Guerra è stata per molto tempo ingigantita ed enfatizzata anche e soprattutto per scopi propagandistici.

Tra le fonti utilizzate si segnala non solo l’editoria di occasione (libri, brochure, opuscoli) ma anche la scrittura popolare (diari, autobiografie), le mostre (virtuali e reali) e la letteratura odeporica (escursioni, viaggi, guide).

I Napoletani nella prima guerra mondiale

Tra i Napoletani più citati il posto d’onore è riservato al Generale Armando Diaz, nato a Napoli il 5 dicembre 1861 e nominato Capo di Stato maggiore al posto di Luigi Cadorna.

Non sempre il Generale appare con il proprio nome e cognome, infatti, molto spesso si accenna al lui attraverso il “Comando supremo”, come fanno Nicola Fontana e Mirko Saltori a proposito dei territori redenti del Trentino, per sottolineare la prudenza politica nei territori occupati ma anche la solerzia con cui si affrettò ad affidare il governo al Segretariato generale per gli affari civili (Fontana N., Saltori M., Territorio e guerra: spunti e suggestioni per una ricerca sul caso trentino durante la Grande Guerra, Archivio trentino, 2, 2013, p. 59).

Il Generale Diaz era consapevole che la fine della guerra non poteva determinare una nuova tirannia dopo quella austriaca ma doveva sancire il ritorno della normalità attraverso il governo della società civile.

La casa editrice TEMI di Trento nel 2007 ha pubblicato “1919-1920. Dal Piave a Innsbruck”, in cui appare il passaggio di consegne tra il generale Cadorna e Diaz, avvenuto il 9 novembre 1917 a palazzo Dolfin in Padova (Corrado Pasquali, 1919-1920 Dal Piave a Innsbruck. L’occupazione dell’esercito italiano in Tirolo, Temi, Trento, 2007, p. 82) e ancora:

Retto l’urto di Caporetto, ritrovata una unità morale e umana del paese, l’esercito italiano sotto la guida di Diaz, prese nuovo vigore” (p. 82).

Si accenna poi all’incontro avvenuto a Serravalle di Ala con il capitano Camillo Ruggera, trentino di Segonzano, inviato dal Comando Supremo austriaco il 29 ottobre 1918, per consegnare la richiesta di armistizio che fu poi firmata a Villa Giusti il 3 novembre 1918, per sancire i termini della prima guerra mondiale.

Il Generale Armando Diaz

L’incontro è accennato in un altro volume della stessa casa editrice, pubblicato nel 2011, con il patrocinio della Regione Trentino Alto-Adige (Luigi Sardi, La Grande Guerra e il Trentino. Fra neutralismo e interventismo, Temi, Trento, 2011, p.135). Nel 1958 a Serravalle di Ala fu collocato un cippo a ricordo di quell’incontro, a cui però il generale napoletano non partecipò nonostante, in poco meno di un anno, fosse riuscito a ribaltare le sorti della guerra.

Il libro del Pasquali, però, è interessante per un altro motivo: dedica un paio di pagine a Gennaro Mirone caporal Maggiore della 7 compagnia 231 Reggimento fanteria Brigata Avellino, ovvero “il napoletano da me incontrato nella vita che più di ogni altro dimostrasse in ogni sua azione ed in ogni sua parola tutta la forte gentilezza che la tradizione attribuisce alla popolazione partenopea” (p.44).

Non sempre però il militare napoletano è descritto in termini celebrativi. Dal 24 dicembre 2014 al 15 febbraio 2015, ad esempio, presso la Fondazione Museo Storico del Trentino, si è svolta la mostra “A colpi di matita” sulla satira politica che esponeva numerose caricature tra cui anche “Cadorna e Diaz presi a calci”.

Tra i vignettisti figurava anche Filiberto Scarpelli nato a Napoli nel 1870 uno dei fondatori del periodico “Il travaso delle idee” (Brochure illustrativa, Nuove Arti Grafiche, Trento, 2014, p. 6). Nello stesso anno la casa editrice Alcione di Lavis, piccolo paese confinante con Trento, pubblicò il “Piccolo Abecedario della Grande Guerra”, con un elenco esaustivo di personaggi, luoghi e fatti dell’epoca.

Armando Diaz è descritto come “buon organizzatore” e come leader carismatico: “Non mi faccio illusioni su me stesso. Ma posso dire di aver avuto un merito: quello di equilibrare le forze e gli impegni altrui, di far regnare la calma fra i miei generali e la fiducia fra le mie truppe”.

-Luigi Badolati

Bibliografia

Alonge G., Zanatta S., La grande guerra e la memoria contemporanea. Cinema, televisione e cultura visuale 1914-18, Trento, 2021.

Carrara V., La grande guerra e il Trentino, Annali del museo della guerra di Rovereto, Edizioni Osiride, Rovereto, 17-22, 2015.

Guida ai musei della grande guerra, Trento, Osiride, 2011 (c’è una ricca bibliografia di autori trentini e stranieri).

Fondazione Museo storico del Trentino, 1917-1918. L’ultimo anno, Trento, 2018.

Fondazione Museo Storico del Trentino, “J’accuse! 1914-1918: opposizione, rifiuto, protesta”, Trento, 16 al 18 novembre 1917, Trento, 1922.

Fontana N., Saltori M., Territorio e guerra: spunti e suggestioni per una ricerca sul caso trentino durante la Grande Guerra, Archivio trentino, 2, 2013.

Panizza M.,  Diario familiare. Dalle memorie di Luigi Sartori, storie di famiglia, di comunità, di amicizia e di guerra, Alcione, Lavis (TN), 2018.

Pasquali C., 1919-1920 Dal Piave a Innsbruk. L’occupazione dell’esercito italiano in Tirolo, Temi, Trento, 200

Sardi L., La Grande Guerra e il Trentino. Fra neutralismo e interventismo, Temi, Trento, 2011

Tonezzer S., Piccolo Abecedario della Grande Guerra, Alcione, Lavis (TN), 2015.

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