mazzetto napoletano
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Il mazzetto napoletano è un must have di tutti i frigoriferi delle case napoletane, così come di tutti i mercati ortofrutticoli.

I cosiddetti “odori” di cui è composto il mazzetto di erbe napoletano sono utilizzati in pressoché tutte le ricette della cucina tipica.

Il mazzetto è composto da erbe aromatiche diverse (prezzemolo, sedano, carote, lauro o anche basilico, rosmarino, etc.) legate insieme e viene utilizzato per aromatizzare ed insaporire una pietanza.

Quali sono i componenti principali del mazzetto napoletano?

Il re del mazzetto napoletano è senza dubbio ‘o prutusino, cioè il prezzemolo.

O prutusino o pretusino viene dal latino petroselium e dal greco petrosèlion.

Noto è il detto “prutusino ogne menesta” che significherebbe letteralmente che il prezzemolo si presta ad essere utilizzato in pressoché tutte le occasioni culinarie. Il significato figurato si riferisce a chi sta sempre in mezzo, si intromette in tutte le questioni, da sfoggio di sé e del suo sapere, anche se non richiesto.

Il prezzemolo dà origine anche a un altro meraviglioso detto napoletano, che è: “già è bbello ‘o prutusino, va ‘a gatta e nce piscia acoppa”. Questo modo di dire si utilizza in situazioni già di base precarie ma che, a causa di un incidente, vanno progressivamente peggiorando.

Raffaele Viviani racconta del suo spaghetto preferito: “cu ‘o prutusino crudo e ‘addore e scoglie”, nella poesia Faciteme magnà.

L’altri componenti fondamentali del mazzetto napoletano

‘A vasenicola è il basilico. Il suo nome deriva dal greco basilikon, che significa “erba degna di un re”.

In tutta l’Italia meridionale è chiamata vasenicola, nome che sarebbe legato a una leggenda che racconta di un bacio dato da un innamorato di nome Nicola alla sua amata. Dopo la morte del ragazzo, lei avrebbe messo il suo capo in un vaso e da questo sarebbero nate foglioline di basilico.

Di fondamentale importanza è anche il rosmarino, pianta unica nel suo genere. A questa erba aromatica è legata la locuzione “tenè chiu virtute de la rosa marina”. Secondo la tradizione infatti il rosmarino ha proprietà benefiche e virtù terapeutiche. È considerata la pianta della purificazione e dei morti.

mazzetto napoletano
‘A vasenicola nel mazzetto napoletano

Anche l’origano è largamente usato, sopratutto d’estate nella cucina napoletana. Il suo nome è l’arecheta che viene dal greco recto, frantumato, spezzato, proprio così come si presenta questa erba.

In napoletano un piatto condito con origano si dice arrecanato. Secondo Giulio Cesare Cortese in Vaiasside, non c’è niente di meglio che condire del pane con uoglio, archetto, acqua e sale.

Aglio e cipolla per meravigliosi soffritti

L’aglio, oltre alle sue enormi virtù gastronomiche, vanta la proprietà di essere un antidoto perfetto contro il malocchio. “Aglie e fravaglie fattura ca nun quaglia” è la classica cantilena di scongiuro napoletano.

La cipolla, invece, oltre che essere alla base di quasi tutte le preparazioni insieme a carote e sedano, altri componenti fondamentali del mazzetto napoletano, è l’ingrediente principale del piatto napoletano per eccellenza: la genovese!

La sfoglia della cipolla è davvero sottilissima, talmente fine che tende andare a vento. È questo il motivo per cui si dice “‘A capa è ‘na sfoglia ‘e cipolla”, volubile e leggerissima. Si può cambiare idea in modo repentino e veloce.

Un modo di dire che unisce questi due fantastici ortaggi del mazzetto napoletano è “Dettà aglio e scrivere cipolla”. Si utilizza per definire il comportamento di una persona che parla in un modo ma agisce in un altro.

Altri componenti del mazzetto napoletano

Accio è il sedano, dal latino apium.

‘O rafaniello è il ravanello. Di lui si dice che sia bello fuori e brutto dentro. Quindi di usa dire: “Rafaniè, fatte accattà a chi nun te sape!”.

‘O cerasiello è il peperoncino, utile in tante ricette per spingere con il gusto, fondamentale in altre. Non ci sono friarielli che vengano cucinati senza una puntina di piccante.

Bibliografia

Mille paraustielli di cucina napoletana, Amedeo Colella, Cultura Nova Edizioni.

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