Lungo Via dei Tribubali, l’antico Decumano Maggiore che attraversava il centro dell’antica Neapolis, è possibile imbattersi nella piccola chiesetta di Santa Maria della Colonna. Questo piccolo tempietto di culto, la cui costruzione risale al 1580, si perde tra le facciate degli edifici che lo costeggiano, e si affaccia con fierezza sul monumentale Complesso dei Girolamini.
Non è il primo edificio a Napoli che si disperde tra i balconi e le abitazioni civili degli edifici circostanti, anche la Chiesa del Carminiello a Toledo ne è un esempio, ma a differenza di quest’ultima, che sembra mimetizzarsi all’interno del palazzo che la sovrasta, la Chiesa di Santa Maria della Colonna preserva intatta la sua facciata. Rifatta più volte nel corso dei secoli per rispondere al gusto del tempo e delle mode architettoniche, deve il suo aspetto attuale a Antonio Guidetti, che la rifece agli inizi del XVIII secolo in uno squisito stile barocco.
Questo piccolo Complesso nasce per volontà di un religioso, Marcello Fossataro, ma non solo con lo scopo di officiare messa. Fossataro acquistò infatti le abitazioni vicine per realizzare questo piccolo Complesso per accogliere piccoli orfani abbandonati. La struttura fu così dedicata a conservatorio, prendendo il nome di Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo.
La casa di Giovanni Battista Pergolesi
È in questo luogo che si forma il celebre compositore Giovanni Battista Pergolesi, uno dei maggiori musicisti dell’epoca barocca, nonché tra i più importanti rappresentanti della Scuola musicale napoletana.
Il Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo, insieme a Santa Maria di Loreto, quello della Pietà dei Turchini, quello di Sant’Onofrio a Capuana era, infatti, uno dei quattro conservatori della città di Napoli. Insieme agli altri istituti di musica, fu il fulcro della scuola musicale napoletana tra il XVII e il XVIII secolo. È dalla fusione di queste scuole che nacque quello che oggi è il Conservatorio di San Pietro a Majella, la cui sede più antica era nei pressi del vicino Convento di San Sebastiano. Fu per ordine di Francesco I che l’istituzione venne trasferita nella sede attuale, in Via San Pietro a Majella 35, assumendo la denominazione di Reale Conservatorio di Musica di San Pietro a Majella.
Tanti i personaggi illustri passati a Santa Maria della Colonna quando era solo un piccolo conservatorio di musica. Da maestri o da allievi, qui ci sono state le più importanti personalità della musica del tempo: da Gaetano Greco a Leonardo Vinci, da Farinelli a Matteo Sassano.
L’aspetto attuale di Santa Maria della Colonna
La Chiesa di Santa Maria della Colonna deve il suo aspetto attuale all’ultimo restauro risalente al 1800 circa. Incastonata tra due corpi di fabbrica, un tempo parte dell’originaria struttura conventuale, vede la superficie scandita da lesene corinzie che ne disegnano la suddivisione dei volumi, addossate ai pilastri che mettono a fuoco la parte centrale dell’edificio con il portale in piperno sormontato da una decorazione in stucco con una lapide in marmo.
Al primo ordine troneggiano due statue, anch’esse in stucco, mentre il livello superiore è caratterizzato da una grande finestra circondata da decorazioni.
Restaurata con i fondi dell’UNESCO
A pianta a croce greca e con cupola, l’interno di Santa Maria della Colonna vanta decorazioni realizzate dallo stuccatore Costantino D’Amato ed un coro ligneo con decorazioni dell’intagliatore Domenico Bertone. Il pregio di questa struttura, e lo straordinario valore di questo edificio è testimoniato dai dipinti di Paolo De Matteis che sormontano i tre altari.
Ridotta ad uno stato di abbandono e degrado, oggi la Chiesa di Santa Maria della Colonna è un edificio di culto che è stato restaurato con parte dei fondi del progetto UNESCO per il centro storico di Napoli, per una restituzione alla città che non è ancora avvenuta completamente.
Bibliografia
Le chiese di Napoli, Vincenzo Regina
I Chiostri di Napoli, Maria Rosaria Costa
Il Conservatorio di San Pietro a Majella, AA. VV.
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