Palazzo dello spagnolo

Nel cuore del Rione Sanità, nascosto dietro il suo portene d’ingresso Palazzo dello Spagnolo splende con gli intonaci luminosi in cui il verde degli stucchi va in contrasto con il color panna ingiallito dal tempo. La tipica struttura ad ali di falco intimidisce l’osservatore per la sua maestosità, ma non è unica nel suo genere. A pochi passi da Palazzo dello Spagnolo nella sua sobrietà e cupezza, ma dalle fattezze molto simili sorge Palazzo Sanfelice.

Le storie dei due palazzi non possono essere raccontate separatamente, proprio perché si attribuisce ad entrambi lo stesso architetto: Ferdinando Sanfelice. Anche se aleggia su questa attribuzione un mistero, scopriamolo insieme.

Palazzo dello Spagnolo, cortile d’ingresso e facciata nel Rione Sanità.

Ferdinando Sanfelice, un architetto in incognito o una semplice casualità?

La storia racconta che Ferdinando Sanfelice avesse scelto di ubicare la propria residenza alla Sanità, una zona più tranquilla rispetto all’affollatissimo centro, sorse così Palazzo Sanfelice.

A pochi anni e metri di distanza il barone Don Aniello Dorso D’Albanella possedeva nel borgo vergine due palazzi contigui, alla sua morte i beni passarono prima al figlio Don Fabrizio che morì di lì a poco e poi all’ultima sorella Annamaria che sposò Nicola Moscati Di Poppano. Quest’ultimo decise di ristrutturare i palazzi ereditati ex novo e di inglobarli in unico palazzo, commissionò i lavori per la costruzione della sua residenza ad un certo ingegnere, Francesco Attanasio.

La realizzazione di Palazzo dello Spagnolo è da sempre attribuita a Ferdinando Sanfelice. Il perché si nasconde nella sua struttura ad ali di falco che risulterebbe il marchio di “fabbrica” dell’architetto, anche se il suo nome non compare in nessun contratto o pagamento stipulato durante i lavori del palazzo.

Non essendoci il suo nome, si è pensato che Sanfelice non abbia mai lavorato al progetto e che semplicemente Attanasio abbia preso spunto dal palazzo vicino. La seconda ipotesi è che Sanfelice essendo mal visto dai Borbone perché aveva collaborato per lungo periodo al servizio del vicereame austriaco, avesse lavorato a nome terzi in questo caso Attanasio.

Palazzo Sanfelice, cortile d’ingresso e facciata nel Rione Sanità.

Perché si chiama Palazzo dello Spagnolo

Al termine dei lavori di costruzione Nicola Moscati ebbe il suo magnifico palazzo, che per bellezza architettonica e splendore degli arredamenti, era definito il più bello della città di Napoli. Negli anni il palazzo ha avuto diversi proprietari: a causa dei debiti contratti i Moscati dovettero cedere la loro residenza ai Mastrilli, marchesi di Livardi.

Questi ultimi a loro volta lo cedettero al nobile spagnolo don Tommaso Atienza e a sua moglie Anna Maria Pelliccia, dalla cui nazionalità l’edificio prese l’appellativo “Spagnolo“. Il nobile commissionò ad Antonio Pecovaro lavori di abbellimento e ampliamento della struttura, che furono però mal realizzati tanto da giungere a vertenza giudiziaria. A causa di ciò l’Atienza fu sommerso dai debiti e fu costretto a cedere il palazzo dividendolo trai i Costa, i Chiapparo e i fratelli Chambeyront.

Durante il periodo fascista Palazzo dello Spagnolo veniva chiamato “palazzo d’’o fascio” in quanto fosse la sede del partito fascista. Finta la guerra si è cercato di tornare al vecchio nome per dimenticare quella triste parentesi di storia.

Tra il verde smeraldo degli stucchi e le lunette in stile rococò

Stucchi e lunette, Palazzo dello Spagnolo

Nonostante il tentativo mal riuscito dell’ Atienza di ampliare e abbellire Palazzo dello Spagnolo, la residenza conserva da anni una bellezza monumentale. Entrando nel portone d’ingresso e immettendoci nel cortile principale, non si può non restare esterrefatti da tanta bellezza. I colori degli stucchi verde e panna si contrastano dando luce all’intera struttura, che ad ali di falco sembra accogliere e aprirsi dinnanzi al visitatore.

I colori richiamano quelli dell’ambiente naturale come nelle lunette in marmo, che si posizionano su ogni porta e finestra si adeguano allo stile in voga ai tempi il rococò, ripetendo motivi floreali su ciascuna. Le stesse lunette furono progettate interamente da Francesco Attanasio, ma realizzate dallo stuccatore Aniello Prezioso nel 1740.

Palazzo Spagnolo e Palazzo Sanfelice sono stati e continuano ad essere da anni set cinematografici, ambitissimi dai registi più importanti. Come non citare tra i tanti “Giudizio Universale” di Vittorio De Sica per il primo, mentre per il secondo “Questi Fantasmi” di Eduardo de Filippo.

Bibliografia

Vittorio Gleijeses, Chiese e palazzi, della città di Napoli, La buona Stampa, 1978

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