A Napoli sacro e profano dimorano fianco a fianco. Una città dai mille volti, dai mille culure, come cantava Pino Daniele nel 1977, dove “ognuno aspetta a’ sciorta”. È qui, infatti, che croce e cornicelli sono venduti sugli stessi stand e acquistati dal popolo con la stessa devozione e considerazione. Non per blasfemia, anzi, ma per compensare con il fato ciò che non si ha il coraggio di chiedere alla fede. Nei vicoli di Napoli, infatti, le edicole votive contengono parimenti santi, santini e persino squadre di calcio. Dev’essere per questo che a Maradona, già in vita, era dedicata un’edicola con un capello come una reliquia, e raffigurato come Santo Diego in un progetto di arte urbana.
Maradona nei film di Luciano De Crescenzo
Lo stesso Luciano De Crescenzo, nel film Il Mistero di Bellavista del 1985, fa celebrare al “poeta” Gerardo Scala versi che sono rimasti scolpiti nella memoria collettiva: «San Genna’, non ti crucciare, tu lo sai, ti voglio bene. Ma ‘na finta e Maradona squaglia o’ sanghe a dint ‘e vene».
Con la vittoria matematica del Terzo Scudetto, a campionato ancora aperto, il Napoli ha bissato replicato ciò che successe già nel maggio del 1987, scatenando oggi nei napoletani una vera e propria Napoli-calcio-mania, rafforzando quella fede (calcistica, s’intende) che, tra nostalgia e voglia di sentirsi di nuovo Campioni d’Italia, ha tappezzato la città di striscioni e festoni azzurri: dai Quartieri Spagnoli a Miano, da Scampia ai Tribunali.
Da sempre, però, la fede azzurra ha ispirato gli street artist, a cominciare da Jorit, che tra il 2017 e il 2018, realizzò su una delle facciate cieche del cosiddetto “Bronx”, a Ponticelli, un ritratto di Diego alto dieci piani, con gli ormai iconici simboli della sua Human Tribe, la Tribù Umana, cui tutti indistintamente apparteniamo. Ma un altro Maradona, meno ieratico e più sorridente, è comparso qualche anno dopo ne quartiere di Miano, realizzato dallo street artist Mario Casti nel 2021, che ha portato i suoi “Diego” anche nel centro storico della città.
Il murales dei Quartieri Spagnoli
Tempio di Diego, e del Napoli Calcio in generale, è ormai il celeberrimo Murales di Maradona. Nel cuore del centro storico dei Quartieri Spagnoli, che Mario Filardi, abitante del quartiere, realizzò nel 1988 per festeggiare la vittoria del secondo scudetto. L’opera ha visto ben due interventi di restauro: il primo nel 2016 per mano di Salvatore Iodice, il secondo un anno dopo da Francisco Bosoletti, che intervenne sulle persiane di una finestra realizzata successivamente proprio sul volto dell’amatissimo centrocampista.
Ma non sono solo gli street artist a ispirarsi a Diego, anche artisti come Andrea Chisesi, romano di origine, aveva celebrato Maradona già nel 2018, proponendo l’opera nell’ambito della mostra Street Home a Castel dell’Ovo.
Una mostra per celebrare i Campioni d’Italia 2023
Ultima, solo in ordine cronologico, la napoletana Sabrina Sabatino, che festeggia tutti i Campioni d’Italia 2023 con la personale Scusate l’Anticipo (dal 28 maggio alla Salumeria UPnea): parafrasando il titolo di un noto film di Massimo Troisi, Scusate il ritardo, spesso citato dai tifosi per indicare il tempo intercorso tra il secondo e il terzo titolo italiano vinto.
Ritratti a carboncino, realizzati con straordinario realismo: Victor Osimhen, Khvicha Kvaratskhelia, Kim Min-jae, ma anche Luciano Spalletti e Aurelio De Laurentiis, si ritrovano accanto a quel Maradona “meglio ‘e Pelé”, il calciatore del miracolo partenopeo, prematuramente scomparso nel 2020, da dove ogni cosa ha avuto origine, la cui presenza benevola oggi ha benedetto e permesso il riscatto.
Perché se il Napoli è una fede, Maradona è sicuramente il suo “D1OS”, rievocando, già nello scritto, quel mitico 10 che il calciatore argentino indossò con la maglia del Napoli tra l’84 e il ’91, impresso per sempre nella mente e nel cuore dei tifosi napoletani.
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