Era soprannominato “il diavolo rosso” per la sua maglia, “l’invincibile” perché arrivava sempre sul podio in tutte le competizioni. Giovanni Feola, nato ad Altavilla Irpina nel 1909, è stato uno dei pionieri del motociclismo.

Il garzone di un meccanico che diventa pilota

Il giovanissimo Giovanni Feola era appassionato di meccanica sin dalla primissima infanzia. Amava smontare e rimontare oggetti, era appassionatissimo nell’ammirare le automobili, che nel sud Italia, e in particolare nella provincia irpina, erano rarissime. Alla fine, il padre decise di farlo lavorare come garzone nel garage del signor Pellegrino Caruso. E così lavorò duramente, risparmiando soldi per potersi permettere finalmente un veicolo tutto suo.

Giovanni Feola

Giovanni Feola, campione nel Sud Italia

Nel primo dopoguerra, finalmente riuscì a permettersi una motocicletta, con cui partecipò alla prima gara della sua vita a Foggia. Arrivò primo, da perfetto sconosciuto senza alcun mezzo. Si cominciò così a parlare di lui e, a soli 18 anni, fu adocchiato come “enfant prodige” e possibile stella del motociclismo. Ma una sola gara era poco per battezzare un campione e fu così che arrivarono i trofei anche a Napoli, sul circuito di Via Caracciolo, e a Roma, sulla pista del Littorio dove vinse il campionato di seconda categoria. Le cronache sportive di tutta Italia cominciarono a parlare di questo giovane dalle prospettive straordinarie arrivato dalla provincia di Avellino. E, in effetti, in patria il buon Giovanni Feola fu accolto da eroe. Lui e la sua Norton 350 CS1, una motocicletta sportiva di produzione inglese, erano diventati l’orgoglio di Altavilla nei tempi in cui il motorismo era uno sport estremamente pericoloso e innovativo.

Trofei di Giovanni Feola

La tragica fine nella Coppa Mussolini

Gli eroi, si sa, sono tutti giovani e belli. E il nostro pilota di Altavilla Irpina lo era senz’altro quando partì dal suo paese, che lo osannava come un re, per conquistare il trofeo più ambito d’Italia: la Coppa Mussolini, una gara di motociclismo a tappe da Milano a Napoli dedicata al duce, che non a caso era un grande appassionato del motorismo.

La Milano-Napoli era una gara di 871 chilometri di grande prestigio per i motociclisti italiani, inaugurata nel 1919 con la prima edizione che inizialmente si fermava a Caserta. In questa competizione motociclistica esordì nel 1929 anche un giovanissimo Tazio Nuvolari, che poi diventerà una leggenda dell’automobilismo.

Dobbiamo anche immaginare che non esistevano autostrade dirette che collegavano Milano e Napoli: le autostrade erano in costruzione in tutta Italia e pochi anni prima, nel 1925, proprio Napoli aveva festeggiato la seconda autostrada d’Italia, l’attuale A3 Napoli-Pompei-Salerno.

In questo quadro storico si muoveva Giovanni Feola che, con infiniti esercizi e grandi investimenti economici, si diresse a Milano per partecipare alla sua prima competizione nazionale. E invece proprio la Lombardia gli fu fatale.

Il 24 aprile 1933 i cento motociclisti d’Italia partirono da Milano per la competizione che li avrebbe portati al traguardo di Napoli. Il ventiquattrenne Giovanni Feola si fermò in una campagna della Lombardia, con la moto schiantata contro un albero e il suo corpo, decapitato e senza vita, lungo la strada. Si racconta che qualcuno abbia teso un cavo d’acciaio lungo la strada per ucciderlo, ma non arriveranno mai le conferme ufficiali da parte della polizia. E la famiglia non ebbe mai giustizia per la tragica fine di uno dei più promettenti giovani motociclisti della storia d’Italia.

La sua storia oggi può essere riscoperta nel Museo della Gente Senza Storia di Altavilla Irpina, che omaggia anche numerosi altri concittadini illustri della cittadina in provincia di Avellino.

-Federico Quagliuolo

Altavilla Historica – FEOLA Giovanni, campione di motociclismo (1909 – 1933)
Norton CJ-350-1934 (benzinradl.at)

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