La controfacciata della Chiesa del Gesù Nuovo a Napoli è affrescata con il capolavoro di Francesco Solimena raffigurante “La cacciata di Eliodoro dal Tempio“.
Eliodoro: chi era costui?
Parafrasando il Manzoni e riutilizzando la storica domanda che si pone Don Abbondio, “Carneade, chi era costui?”, è lecito chiedersi: “Eliodoro, chi era costui?“
Eliodoro è un personaggio biblico, ministro del Re Seleuco IV, re di Siria, Mesopotamia e Babilonia, di cui si racconta nel II Libro dei Maccabei e che si trovava nel tempio di Salomone dove era stato inviato per rubarne il tesoro.
Il furto fallisce grazie all’intervento di un cavaliere inviato da Dio e avrà salva la vita grazie alle preghiere dei Sommi Sacerdoti del Tempio.
Da qui deriva “La cacciata di Eliodoro dal Tempio“. La salvezza di Eliodoro ha come scopo quello di riferire al suo re la grandezza e la potenza di Dio.
La cacciata di Eliodoro e le sue rappresentazioni artistiche
La tematica biblica è spesso richiesta dai committenti all’interno delle strutture ecclesiastiche, ma il personaggio di Eliodoro è tra quelli meno raffigurati.
Una delle prime rappresentazioni è legata al nome di Raffaello Sanzio alle Stanze Vaticane (oggi Musei Vaticani) datati 1511-1512.
L’affresco di Francesco Solimena alla Chiesa del Gesù Nuovo di Napoli è invece datato ad oltre due secoli dopo: 1725.
“La cacciata di Eliodoro dal Tempio” sulla controfacciata della chiesa napoletana del Gesù Nuovo
Commissionato al Solimena già nel 1717 e consegnato solo nel 1725, l’affresco della controfacciata della chiesa è un vero e proprio spettacolo teatrale che si mostra allo spettatore.
Fatti, eventi e personaggi si muovono su un impianto scenografico che, sebbene segua per ovvie ragioni l’architettura interna della chiesa, armonicamente diventa il centro dell’azione nonostante il turbinio di nubi e personaggi che l’affollano.
Sono rappresentati tutti: l’iconologia dell’affresco segue perfettamente le linee del racconto biblico, tanto che al centro della scena, sopra la figura di Eliodoro, trovano posto il cavaliere e gli angeli.
I colori sono quelli tradizionali del Barocco trionfante, le figure ben delineate e altrettanto distinguibili, il plasticismo che le caratterizza le rende ancora più imponenti.
Imponenti sono anche le dimensioni dell’affresco che misura 9m x 12m.
Solimena consegnò il lavoro solo nel 1725, contestualmente la chiusura del cantiere della chiesa stessa.
“La cacciata di Eliodoro dal Tempio” è considerata, dalla critica di settore, una delle opere della maturità artistica di Solimena, nella quale anche la scelta del soggetto che può sembrare atipica, ma che rientrava nell’ambito delle rappresentazione gesuitiche, si rivela vincente, come tutta la sua arte.
Sitografia
arte.it
FRANCESCO SOLIMENA
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