Nel cuore pulsante del centro storico di Napoli, tra il fervore di Via San Biagio dei Librai e la quiete del Vico Maiorani, si cela una gemma preziosa quasi impercettibile: la Chiesa di San Nicola a Pistaso. Incastonata in una piazzetta minuscola, a pochi passi dal murales di Jorit e dall’anima vibrante di Forcella, questa piccola chiesetta custodisce la devozione di Nicola, Santo di Bari, in un’atmosfera di quiete e raccoglimento.
Chiesa di San Nicola a Pistaso, dalla porta murata a gioiello barocco
Per anni, la sua porta d’ingresso è rimasta murata, offrendo uno spazio di espressione all’arte urbana con opere dedicate a San Gennaro. Ora, finalmente, la chiesa ha riaperto le sue porte, svelando al pubblico il suo fascino antico e la sua storia intrecciata con il tessuto urbano della città, e un inedito presepe di Pasqua.
La facciata semplice e austera, tipica dell’architettura barocca napoletana, cela un interno ricco di opere d’arte e di suggestioni spirituali.
La luce soffusa che filtra dalle finestre ancora rotte illumina l’ambiente, creando all’interno un’atmosfera di quiete e di raccoglimento. Un luogo ideale per una pausa di riflessione, lontano dal caos cittadino, dove immergersi nella storia e nella spiritualità di Napoli.
Origine e significato del nome “Pistaso”
Affascinante risulta l’etimologia del toponimo “Pistaso”, conosciuto anche come “Pistasio”.
Un primo indizio ci viene fornito da Carlo Celano, erudito seicentesco dalla poliedrica personalità. Avvocato, letterato e religioso, Celano dedicò la sua esistenza alla salvaguardia del patrimonio storico e artistico della città di Napoli. Il suo lascito più prezioso è senza dubbio il “Notizie del bello, dell’antico e del curioso della città di Napoli”, un’opera monumentale in dieci volumi che rappresenta un vero e proprio censimento dei monumenti napoletani, aggiornato alla fine del Seicento.
In merito alla Chiesa di San Nicola a Pistaso, Celano avanza un’ipotesi suggestiva: il toponimo deriverebbe da “Pistoribus”, ossia “fornai”, in riferimento alla presenza di mulini adibiti alla macinazione del frumento. L’erudito sostiene inoltre che fino all’epoca di Carlo II (XVII secolo), l’area ospitava attività di concia delle pelli, sfruttando l’abbondanza d’acqua proveniente dagli acquedotti.
Oggi è possibile ammirare i resti di quell’antico acquedotto percorrendo il suggestivo itinerario sotterraneo del Museo dell’Acqua, che ne custodisce la memoria storica. L’enigma etimologico di Pistaso si intreccia dunque con la storia millenaria della città, offrendo uno spaccato affascinante sulle sue attività produttive e sul suo sviluppo urbanistico.
L’origine del toponimo “Vico Pistaso” a Napoli ha acceso un acceso dibattito tra gli storici. La teoria più intrigante, proposta da Giambattista Chiarini, riconduce il nome al soprannome “pistores” dato ai panettieri napoletani. A sostegno di questa ipotesi, si trova Vico dei Panettieri, situato nelle vicinanze, un’area che in passato ospitava forni pubblici, mulini e fiorenti attività di produzione di farine.
La Chiesa di San Nicola a Pistasi e il Seggio dei Pistasi
Un’alternativa suggestiva, avanzata dallo storico Galante, identifica i Pistasi come una famiglia nobile locale. A suffragare questa ipotesi, la presenza del Seggio dei Pistasi e della stessa Chiesa di San Nicola a Pistaso, originariamente ubicata proprio sul Vico omonimo. Il vicolo, purtroppo, è stato cancellato durante la costruzione del monastero del Divino Amore, evento che ha determinato lo spostamento sia della Chiesa che delle attività legate alla panificazione.
Il Seggio dei Pistasi subì anch’esso un destino di cambiamento, venendo annesso a quello dei Cimbri e di Forcella e, in seguito, incorporato al Seggio di Montagna. La storia di Vico Pistaso si intreccia dunque con le vicende di panettieri e famiglie nobili, offrendo uno spaccato affascinante sulla vita quotidiana e sulle trasformazioni urbanistiche della Napoli del passato.
Le opere della scuola di Massimo Stanzione
Edificata nel XVII secolo e magistralmente restaurata nel 1775 dall’architetto e topografo Nicola Carletti, la Chiesa di San Nicola a Pistaso si erge nel cuore pulsante del centro storico di Napoli.
Varcata la soglia, lo sguardo viene rapito dalla preziosa collezione di opere d’arte custodite al suo interno. L’altare maggiore ospita una tela del XVI secolo raffigurante San Nicola e San Gennaro, mentre nelle cappelle laterali due dipinti della scuola di Massimo Stanzione, seppur segnati dal tempo, raffigurano la Sacra Famiglia e l’Immacolata Concezione tra i Santi Biagio e San Gregorio Taumaturgo. Opere di pregio, queste ultime, realizzate da Don Francesco Gaetano, nobile napoletano.
Un alone di devozione e di tradizione avvolge la Chiesa di San Nicola a Pistaso. Un tempo, infatti, era legata ad un antico rito: il governo dispensava annualmente 12 doti a 12 povere fanciulle del Seggio, favorendo il loro matrimonio e garantendo loro un futuro migliore.
Oggi, la Chiesa di San Nicola a Pistaso si configura come un piccolo scrigno di tesori artistici e storico-culturali, un luogo di quiete e di raccoglimento nel fermento della città partenopea. Un angolo di Napoli da scoprire e riscoprire, per lasciarsi affascinare dalla bellezza senza tempo dell’arte e dalla storia.
La riscoperta di questa piccola chiesa rappresenta un tassello importante nella valorizzazione del patrimonio storico e artistico della città. Un invito a esplorare i tesori nascosti che si celano tra le vie del centro storico, scrigni di bellezza e di memoria che raccontano l’anima più autentica di Napoli.
Bibliografia
Le Chiese di Napoli, Vincenzo Regina
Descrizione della città di Napoli e suoi borghi, Giuseppe Sigismondo
Notizie del bello, dell’antico, e del curioso della città di Napoli, Carlo Celano
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