Ormai siamo così abituati a viaggiare e a meravigliarci di ciò che troviamo all’estero da dimenticarci dell’immenso patrimonio storico che possediamo. Eppure è sempre troppo poca la meraviglia che ci assale quando visitiamo luoghi affascinanti come il museo di mineralogia di Napoli, chiamato per intero “Real Museo Mineralogico di Napoli”.
“Bella e forte è la materia delle pietre, ma ancora più bello e con un potere assai maggiore è il mistero che emana da loro“. Con queste parole un poeta cinese, di nome Li Bai, ha descritto magistralmente il fascino eterno dei minerali, fascino che si continua a respirare all’interno degli ambienti di questo meraviglioso museo.
Il museo di mineralogia: una miniera di bellezze
Questa importantissima istituzione fa parte del polo museale dell’Università degli studi di Napoli Federico II, che annovera al suo interno anche il museo di Fisica, Paleontologia, Antropologia e Zoologia.
Il museo è ospitato all’interno della Biblioteca del Collegio Massimo dei Gesuiti, e fu istituito nella primavera del 1801 da Ferdinando IV di Borbone. Fin da subito esso nacque con l’intento di valorizzare le risorse minerarie del Regno di Napoli e non quindi come mero spazio espositivo delle bellezze del mondo dei minerali.
Mineralogisti di fama internazionale, come Matteo Tondi e Arcangelo Scacchi, hanno effettuato i propri studi in queste sale, inoltre una conferma del prestigio di quest’istituzione arrivò nel momento in cui essa fu scelta come sede del VII congresso degli scienziati italiani nel 1845.
Un ruolo politico
Il museo di mineralogia di Napoli ebbe inoltre un importante ruolo anche in ambito politico poiché, dopo l’emanazione della Costituzione da parte di Ferdinando II, la sua sala monumentale ospitò infatti le prime riunioni della camera dei deputati; nel 1860 invece ospitò uno dei dodici seggi elettorali che avrebbe dovuto votare l’annessione al regno d’Italia.
Le collezioni ospitate in questo museo sono tante e i reperti quasi 2500, tra i quali ne spiccano alcuni per eccezionale rarità, come ad esempio una coppia di cristalli di quarzo del Madagascar, dal peso di quasi 500 kg, donati a Carlo di Borbone nel 1740. Una collezione unica nel suo genere è quella vesuviana, ma anche quella di Cristalli Artificiali, creati da Arcangelo Scacchi e premiati alle Esposizioni Universali di Londra (1862) e Parigi (1867).
Il mondo dei minerali è pronto per essere scoperto ed ammirato ed è proprio dietro l’angolo. Non solo l’ingresso al museo ha un costo irrisorio, ma si trova in pieno centro città: a Via Mezzocannone 8.
-Gaia Borrelli
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