berardina pisa

Napoli è una città d’amore e di rivoluzione. La storia di Berardina Pisa e Tommaso Aniello d’Amalfi, detto Masaniello, si pone esattamente al centro delle passionali dinamiche partenopee. I due si amavano l’un l’altro e amavano la libertà.

Il matrimonio tra Berardina Pisa e Masaniello

Berardina Pisa e Masaniello si sposarono nell’aprile del 1641, quando lei aveva solo 16 anni e lui 21, nella Chiesa di Santa Caterina.

Bartolommeo Capasso, nel suo libro dedicato alla vita di Masaniello, racconta che alla fine dell’anno precedente il d’Amalfi aveva fatto la cosiddetta sagliuta a casa della ragazza, chiedendo a Berardina e alla sua famiglia di concedergli la gioia di poter convolare a nozze. Lo storico dice:

Masaniello, vestito dei suoi più belli abiti da marinaro, fece […] la sagliuta, come propriamente dicevasi dal nostro volgo […] e portò alla medesima il dono di uso, conveniente alla scarsezza dei tempi ed alla propria condizione […]. Una stretta di mano ed un bacio alla sposa compirono il rito, e solennemente suggellarono la reciproca promessa di matrimonio»

Bartolommeo Capasso

Dal giorno della sagliuta fino al matrimonio, ed ancora per altri giorni a venire, pendevano dalle case di Berardina Pisa e di Masaniello, entrambe site a Piazza Mercato, e dei loro parenti coperte e tappeti, per annunciare a tutto il rione il lieto evento, in segno di festeggiamento.

L’arresto di Berardina Pisa

Le fonti raccontano che Berardina svolgeva delle piccole azioni di contrabbando per aiutare la famiglia. Una di queste azioni non ebbe però l’effetto sperato e la giovane fu arrestata dai doganieri per aver evaso il dazio di una piccola quantità di farina.

Masaniello si prodigò in tutti i modi per farla uscire, racimolando in vari modi il denaro che serviva per il riscatto. Dopo otto giorni in cella e il pagamento di 100 scudi, Berardina Pisa uscì dalle carceri dell’Arrendamento.

Stando alla tradizione, fu proprio questo episodio a scatenare in Masaniello il desiderio di rivalsa. Giurò allora che si sarebbe vendicato della sua Berardina e di tutte le persone del popolo oppresse dal dominio spagnolo.

Berardina Pisa e Masaniello a capo del popolo

Quando il 7 luglio 1647, a seguito dell’ennesima imposta ai danni della povera gente, scoppiò la rivolta contro l’Eletto del popolo e contro i nobili capeggiata da Masaniello, Berardina Pisa era accanto a lui.

Era accanto a lui anche quando il viceré duca d’Arcos lì invitò a Palazzo Reale per coprirlo di falsi onori e lodi, riconoscendogli il titolo di “capitano del popolo”. Berardina era fiera di quello che stava facendo il marito si presentò a quell’incontro con fierezza, presentandosi come “viceregina delle popolane”.

Dalla duchessa Berardina Pisa fu accolta con grande gentilezza e diversi regali. Quando arrivarono ad quello che sembrava un bel rapporto di complicità, invece, la duchessa le raccomandò di convincere il marito a deporre il comando e lasciar perdere la rivolta.

Berardina Pisa, per amore del marito, delle sue gesta e della libertà, si rifiutò. Da quel momento la situazione prese una brutta piega.

Il 16 luglio, dopo 9 giorni di rivolta, Masaniello fu ucciso nel convento del Carmine.

Berardina Pisa dopo la morte del marito

Morto Masaniello la rivoluzione durò altri mesi, fino al 10 aprile 1648 con la capitolazione degli ultimi ribelli.

La donna rimase sola e senza sostegno, probabilmente incinta del figlio del suo amato e oramai scomparso marito.

I nemici di Masaniello le provocarono le peggiori sofferenze. Malmenata, umiliata, violentata, finì la sua vita in povertà, prostituendosi in un vico del Borgo di Sant’Antonio Abate.

Queste le parole del cronista Pollio, riportate sempre da Bartolommeo Capasso:

Benché per merce la sua moglie di poi la morte di esso fu cercata e spogliata di quanto havea, et non avendo come campare si pose al vortello; et quello che più importa molte volte venivano de lei molti Spagnuoli a darli la burla; da poi averla goduta li faceano molti mancamenti.

L’epidemia di peste del 1656 pose fine alla sua sfortunata vita.

Bibliografia

La casa e la famiglia di Masaniello, Bartolommeo Capasso

Storie delle donne di Napoli, Yvonne Carbonaro, 2021

Diventa un sostenitore!

Storie di Napoli è il più grande ed autorevole sito web di promozione della regione Campania. È gestito in totale autonomia da giovani professionisti del territorio: contribuisci anche tu alla crescita del progetto. Per te, con un piccolo contributo, ci saranno numerosissimi vantaggi: tessera di Storie Campane, libri e magazine gratis e inviti ad eventi esclusivi!

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *