Quasi un secolo fa avvenne un evento che segnò per sempre la storia del tifo napoletano: la prima radiocronaca di una partita del Napoli. Era il 23 giugno 1929 e fu un evento nato per puro caso, fra la passione dei tifosi e l’inventiva di due giornalisti.
Scopriamo perché.
Una partita decisiva: Lazio-Napoli 2-2
Catapultiamoci in un assolato 23 giugno 1929, a dirla tutta neanche molto tempo fa, durante il match Lazio – Napoli (disputato a Milano nel nuovissimo Stadio San Siro) per l’ammissione al massimo campionato di Divisione Nazionale (che dopo la guerra diventerà Serie A). Il Napoli all’inizio delle sue esperienze nella massima serie andò malissimo, tant’è vero che il cavallino rampante fu presto trasformato nel “ciucciarello“. L’occasione era quindi ghiottissima per poter entrare nel campionato dei grandi e il clima era quello delle grandi occasioni: i tifosi napoletani erano giunti in massa da Napoli verso Milano per sostenere la squadra, ma anche i laziali, seppur in minore numero, si facevano valere.
L’inviato a San Siro e la prima radiocronaca di una partita
Un evento di tale portata non poteva di certo essere tralasciato da un quotidiano come il “Mezzogiorno Sportivo”, all’epoca testata autorevolissima con sede nella Galleria Umberto. Quell’evento rappresentava una ghiotta occasione per tutti, tanto che si decise di mandare un inviato a Milano per seguire la partita. Il compito era quello di assistere alla partita e poi redigere un completo ed accurato articolo che ne narrasse tutti gli eventi. Di radiocronaca si era parlato in pochi eventi
A noi, probabilmente, tutto ciò potrebbe sembrare molto banale: ogni volta che assistiamo ad un match siamo abituati ad essere circondati da inviati che provengono da ogni città, ma per quell’epoca questa era una vera e propria novità. La prima radiocronaca professionale fu fatta proprio qualche mese prima: era il 25 marzo 1928 dall’EIAR (l’azienda di Stato), in occasione di un match della Nazionale fra Italia e Ungheria.
La figura dell’inviato sportivo, infatti, era ancora agli esordi. Il costo per inviare un giornalista in trasferta era molto alto e fu proprio per questo motivo che la notizia di un inviato a San Siro si diffuse ben presto fra i napoletani, che subito pensarono di approfittarne.
La prima radiocronaca: improvvisazione napoletana
Si radunò un gruppo di tifosi sotto la sede del quotidiano (Galleria Umberto I) per cercare di ottenere qualche notizia in tempo reale riguardante quell’importantissimo match che era loro precluso.
L’inviato, poco dopo l’inizio del match, chiamò la redazione per fornire delle prime informazioni e venne subito informato del successo che aveva avuto la sua trasferta, tanto da attirare sotto la sede del giornale una folla trepidante in attesa di notizie. Fu proprio in quel momento che si accese la lampadina del nostro ingegnoso giornalista sportivo.
Coinvolgendo due dei suoi colleghi, Michele Buonanno e Felice Scandone, propose di comunicare mano a mano le notizie sull’andamento della partita. Questa idea fu accolta con tanto entusiasmo dagli altri giornalisti, Buonanno stenografava i suoi resoconti e Scandone li comunicava alla folla in tempo reale.
Come andò la partita della prima radiocronaca del Napoli?
Inizialmente le notizie per i tifosi non furono positive dato il momentaneo vantaggio per la Lazio che portava la firma di Spivach…ma le urla di gioia erano proprio dietro l’angolo. I tifosi partenopei, in questo insolito “stadio” della Galleria Umberto, esultarono per il ribaltamento del risultato con i goals di Sallustro ed Innocenti. Tutto annunciato dal balcone da un Felice Scandone che si improvvisò radiocronista.
Lo stesso Scandone era sempre più entusiasta nel vedere quella folla esplodere ogni volta in un fragoroso boato per la gioia del risultato. Senza accorgersene, quei tre giornalisti avevano appena realizzato la prima radiocronaca sportiva di Napoli.
Un finale amaro, una sorpresa dolcissima
La folla era affamata di informazioni e dal centro della galleria i tifosi urlavano per chiedere continui aggiornamenti, ma il finale di partita fu un boccone veramente amaro da ingoiare per i napoletani: al 35° minuto del secondo tempo il laziale Cevenini segnò il gol del pareggio.
L’intero tifo da stadio improvvisato finì in un silenzio tombale. Il match proseguì anche con i tempi supplementari, ma nemmeno lì si decise nulla, dato che i calci di rigore dopo i supplementari non esistevano ancora.
La partita doveva essere ripetuta e la Lega Calcio decise di stabilire la nuova Lazio-Napoli per il 30 giugno.
Il giorno seguente ci fu l’ennesimo colpo di scena: la Lega decise di aumentare il numero di squadre in Divisione Nazionale da 16 a 18. I cuori dei tifosi partenopei si riempirono così nuovamente di gioia: grazie all’aumento del numero di partecipanti, ammesse entrambe le squadre nel massimo campionato di Serie A.
Qualche anno dopo, Lazio e Napoli si troveranno in un insolito match a giocare assieme, mischiando le proprie rose contro un comune avversario: l’Ungheria.
-Cristina Bianco
Riferimenti:
Angelo Forgione, Dov’è la vittoria, Magenes, 2019
http://www.laziowiki.org/wiki/Domenica_23_giugno_1929_-Milano,_stadio_San_Siro–Lazio-Napoli_2-2(d.t.s.)
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