Tutta la città è nata sul “colle Monterone”, una altura che non esiste più. O meglio: esiste ancora ma, con i suoi 3000 anni di edifici e strade stratificati, è irriconoscibile perché è sparita o in larga parte spianata e inglobata in monasteri e palazzi nobiliari. Eppure qualche domanda dovremmo farcela mentre ci inerpichiamo per la ripida Via Mezzocannone o ci avventuriamo per l’affascinante Rampa di San Marcellino: il centro storico di Napoli, in effetti, è posto a circa 50 metri sul livello del mare proprio perché si trova su un piccolissimo altopiano.

Il Monterone è una vera collina?

Dobbiamo innanzitutto misurare le nostre affermazioni: gli antichi coloni di neapolis e palepolis avevano una misura delle proporzioni abbastanza diversa dagli standard moderni. Non dimentichiamo che l’altura di Pizzofalcone era chiamata dai greci “Monte Echia”.

Il colle era in origine chiamato “Caput Monteronis”, poi volgarizzato in Monterone e nel tardo ‘500 fu corrotto ulteriormente in Montorio.

Risulta quasi impossibile riuscire a immaginare Napoli come un territorio vergine, simile a quelli che videro i Conquistadores durante la colonizzazione delle Americhe. Eppure è proprio così che doveva apparire il territorio di Via Mezzocannone circa 3000 anni fa, quando giunsero i primi coloni dalla Grecia.
Senza avventurarci nelle infinite tesi sulla nascita di Neapolis, la certezza è che il primo nucleo della “città nuova” nacque proprio fra il Pendino (chiamato così proprio per la presenza di un corso d’acqua) e l’attuale altura di San Marcellino. Ci sono ad esempio testimonianze nella chiesa di San Giovanni Maggiore, dove è presente la “tomba di Partenope”, risalente ad epoche antichissime.

Palazzo ducale di Napoli Monterone
Ricostruzione di fantasia del Palazzo Ducale di Napoli

La sede del Palazzo Ducale a San Marcellino

Ogni città indipendente ha un suo centro di potere. Se, durante l’Impero Romano, il potere di Napoli era gestito dalle fratrie, quelle che poi diventarono i Sedili della città, durante l’epoca del Ducato libero il potere a Napoli fu saldamente gestito dai tanti Sergio e Atanasio che si susseguirono al Palazzo Pretorio.

Con una certezza quasi assoluta, Benedetto Croce e Bartolommeo Capasso individuarono l’antico Palazzo dei Duchi di Napoli sulla sommità del colle Monterone, che è l’area dove si trova oggi l’ex convento di San Marcellino, che oggi è sede dell’Università Federico II.
Ci sono poche informazioni sulla forma e sull’architettura dell’edificio. Pare che la scalinata che si trova alle spalle dell’Università Federico II (oggi inagibile) sia un’eredità dello scalone d’ingresso alla piazza del colle dalla spiaggia. Il mare, infatti, arrivava più o meno dalle parti di Corso Umberto.

Probabilmente al suo interno aveva anche una sorta di prigione, dato che le cronache del IX secolo ci raccontano l‘atroce storia di Cesario Console, l’eroe dei mari che fu tradito dal nipote, Sergio II. Appena diventato duca, infatti, strinse un’alleanza con i saraceni, fino a poco prima acerrimi nemici dei napoletani, ed incarcerò Cesario nelle segrete del Palazzo Pretorio.

Neapolis
Neapolis ai tempi della prima colonizzazione

Anche il resto del colle Monterone è di origine ducale: accanto a San Marcellino è presente infatti anche il Monastero di San Festo, fondato dai Benedettini sotto la reggenza del duca Stefano II nell’VIII secolo. L’intera collina era infatti circondata da edifici religiosi gestiti dai frati dello stesso ordine di San Benedetto.
Furono gli stessi benedettini, secoli dopo, a fondare ad Arezzo la congregazione dei camaldolesi e a stabilirsi sulla sommità un’altra collina napoletana che rimase isolata per tutta la sua storia: i Camaldoli.

-Federico Quagliuolo

panorama San Marcellino
Il panorama da San Marcellino

Riferimenti:
Gino Doria, Le strade di Napoli
Alfredo d’Ambrosio, le strade antiche di Napoli nella città moderna
Napoli nella Storia, Attilio Wanderlingh

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